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Il funerale di Francis

Irma e Jacob sedevano in prima fila, vicino alla bara chiusa. Di Francis rimaneva poco o niente. Sarebbe bastata una scatola di scarpe. Eppure la bara era grande e grossa. Come se Francis fosse ancora grande e grosso.
“Però morire in questo modo!” sussurrò Irma.
“È sempre stato uno che drammatizzava,” disse Jacob.
“Hai parlato con Doris?” domandò Irma.
“No.”
“Pensi che verrà?”
“Verrà. Vedrai che verranno,” disse Jacob e si guardò in giro.
La chiesa era semi vuota.
Un funerale cattolico. Forse sarebbe arrivata ancora della gente. Così sperava Jacob, e non capì perché lo stava sperando. A Francis non gliene poteva interessare di meno ora.
In fondo, pensò, anche lui drammatizzava.
“Doris non ha nessuna colpa,” riprese Jacob, “nessuno avrebbe potuto salvare Francis.”
“Doris ha illuso Francis per troppo tempo,” disse Irma.
“Francis sapeva che Doris non lo amava.”
“Perché allora uccidersi?”
“Proprio per questo; tu ami e vuoi essere amato da chi non ti ama. È sempre stato così.”
La funzione sarebbe iniziata da lì a poco. Irma indossava un elegante vestito nero e teneva le gambe accavallate.
“Sai se Doris è andata a letto con Francis?” chiese Irma.
“No, non lo so. Comunque questo non significa niente.”
“Certo che questo ha importanza!”
“Francis ha fatto tutto da solo,” disse Jacob, “per lui Doris significava la vita. Che abbiano scopato o meno, è irrilevante.”
“Ma Doris avrebbe dovuto capire che era innamorato pazzo di lei.”
“Lo sapeva.”
“Ma allora capisci che non avrebbero dovuto vedersi. E tanto meno scopare.”
“Era Francis che insisteva di vederla; forse Francis voleva prendere il posto di suo marito,” proseguì Jacob.
Irma accavallò ancora una volta le gambe e disse:
“Ma Doris glielo faceva sperare.”
“Non è vero. Gli ha sempre detto che amava suo marito.”
In chiesa giunsero Doris e suo marito. Si avvicinarono. Il marito si fermò a qualche passo dalla bara. Fece un cenno con la testa verso Irma e Jacob. Anche loro risposero con un lieve movimento della testa. Doris allungò e appoggiò una mano sulla bara. Chinò la testa e rimase lì ferma per un po’. Jacob le guardò il corpo, le lunghe gambe sotto il vestito nero. È sempre la solita storia, pensò Jacob.

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2 commenti:

  • stefano manca il 21/03/2009 20:59
    bravo. si legge volentieri
  • Anonimo il 21/03/2009 17:26
    Quasi una poesia... specialmente nell'ultima parte... bravissimo

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