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La storia che si scrisse da sola

In questo momento il mio gatto sta facendo le fusa sulle mie ginocchia. In questo momento sto sgranocchiando biscotti, spargendo briciole sulla tastiera e per terra. Dovrei alzarmi, pulire, ma così facendo disturberei il gatto, e mi dispiacerebbe molto: io adoro i gatti. Allora prendo il bicchierone di the ghiacciato e ne bevo un lungo sorso (con questo caldo è proprio ciò che ci vuole!). Perfetto. Sono pronto. Posso iniziare a scrivere una storia. C'è solo un piccolo problema: che storia scrivo? Non mi viene nessuna idea... In effetti è un bel problema. Ma potrei ovviarlo in un modo un po' strano... Non sono sicuro che funzioni veramente, ma tentar non nuoce: la mia storia si scriverà da sola. Ossia, la scriverò io, ma si creerà da sola. In questo momento non conosco ancora nulla del protagonista, dell'ambientazione, degli avvenimenti che gli accadranno. Non so nulla. Eppure ho già scritto diverse righe. Questa storia la sto scrivendo io, ma sta nascendo da sola.
Il protagonista di questa storia è un uomo. Fino a qualche istante fa non lo sapevo. Ora lo so. Non sono stato io a decidere, è stata la storia stessa. Io sono uno spettatore, osservo le mie mani che lavorano e leggo le parole che escono poco a poco. Sto leggendo di un uomo, che sta scrivendo una storia. Se vogliamo essere pignoli, non è proprio così: la storia si sta servendo di quest'uomo per "auto scriversi". Inoltre quest'uomo non ha ancora dato un titolo alla sua opera. È assolutamente normale! Il titolo si mette alla fine, e questo gli scrittori lo sanno. Quindi se l'uomo lo sa, è per forza uno scrittore.
Mi fermo un istante e rileggo ciò che ho appena scritto: ho scritto di un uomo che non sapendo che storia scrivere ha fatto in modo che la sua storia si scrivesse da sola. È uno scrittore, si intuisce dal fatto che non ha ancora messo il titolo. Riflettendoci però è una sciocchezza. Non si può definire scrittore una persona solo per l'abitudine di inserire il titolo alla fine. Potrebbe trattarsi di una persona qualunque, che scrive per diletto, per passare il tempo. Non deve essere per forza uno scrittore! E poi uno scrittore solitamente sa ciò che deve scrivere, mentre questo protagonista non lo sa. Si può dire che stia scrivendo a caso! Che sciocchezza. È come mettere su iscritto i propri pensieri alla rinfusa, così come vengono. A nessuno interesserebbe leggerli! I pensieri sono fatti per rimanere in testa, e la carta serve per riordinarli in modo da renderli comprensibili alla gente.
Mi sono appena reso conto di aver interrotto la storia! Ora dovrei lasciarla continuare... Ma è veramente una buona idea? Lasciare che le frasi si riversino sul foglio (in questo caso sullo schermo) senza controllo non è un bene. Soprattutto se poi si ha intenzione di farle leggere a qualcuno. Bisogna fare qualcosa, fermare questo scempio! Devo continuare la storia, di mia iniziativa! Per prima cosa rileggo tutto...
È veramente un disastro! In pratica la storia ha finito per parlare di me, e di sé stessa, e di come è riuscita a controllarmi per poter nascere. Però c'è qualcosa che mi ha fatto sorridere, mi ha reso felice: sono stato definito scrittore. Io non sono uno scrittore, non mi sono mai definito così. Gli scrittori scrivono per professione, sono artisti, io invece scrivo per passatempo, ricevo spesso critiche per il mio pessimo stile. Forse la mia storia voleva solo lanciarmi un messaggio... Voleva dirmi che non importa cosa pensano gli altri, non importa se il mio stile di scrittura non è perfetto; l'importante è che io mi senta sollevato quando scrivo, mi senta soddisfatto quando rileggo un mio lavoro; l'importante è che per quanto scadente sia un lavoro io senta che è mio, e che lo apprezzi per quello che è. Non importa che apprezzino gli altri. Certo, non esiste soddisfazione più grande di vedere la gente apprezzare le tue opere, ma quello è secondario. In sostanza questo è ciò che credo; non so se la mia storia volesse veramente dirmi questo, so solo che ho capito delle cose che prima ignoravo. E questo è bello.
Per concludere devo dare un titolo alla mia opera... Direi che il titolo più adatto è "La storia che si scrisse da sola". Perché di questo si parla in queste righe: di una storia che si è scritta da sola...

 

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2 commenti:

  • Vincenzo Capitanucci il 18/07/2009 11:30
    Lo scrittore ha ripreso il controllo... all'ultimo istante... e ne è uscita un sotria...
    guai a scrivere il titolo per primo... si è già programmati... a scrivere niente di nuovo... invece scrivere... è scoprire cose nuove di se stessi... e non si sai mai... dove si va parare...
    Bravissimo... Andrea... non bisogna mai disturbare... il gatto... solo quello che dorme in noi... e dei suoi miagolii... in fusa... scrivere...
    Bravissimo Andrea... l'improvviso apparire delle cose...
  • Anonimo il 18/07/2009 09:21
    Se le storie che scrivo non si scrivessero da sole, farei lo scrittore e non mi divertirei a leggerle.

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