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Il tegamino e il mestolo

Questa storia comincia in una cucina, dove tra i vari attrezzi e oggetti culinari, c' è un vecchio tegamino, che la fa da padrone.
Il cuoco vanitoso e fiero della propria arte culinaria, dei suoi prelibati piatti vantava spesso anche il tegamino. Certo è che quest'ultimo non figurava affatto tra le pentole ancora nuove e ben lucidate.
Comunque le tollerava, ci si era ormai abituato, pur se con un po' di stizza.
Così il tempo passava tranquillo tra piatti squisiti e buon vino rosso, ma eccoti di punto in bianco apparir un nuovo coso, che chi l'usa lo chiama mestolo, e si vantava di esser fatto di puro acciaio inossidabile.
Qui comincia un dibattito fra i due contendenti, che io ritengo alquanto interessante.

Tegamino:
- Chi sei? Che ci fai qua?
Mestolo:
- Non lo vedi scemo? Sono un mestolo e ben luccicante.
Tegamino:
- E a che servi? E di cosa sei fatto?
Mestolo:
- Sostituisco la vecchia e fu cucchiaia di legno che si è rotta. Sono fatto di puro, dico puro, acciaio inossidabile.
Tegamino:
- Inosso... che?
Mestolo:
- Inossidabile.
Tegamino:
- E che significa?
Mestolo:
- Significa che non arrugginisco mai, non arrugginendo sono sempre giovane ed eterno. E tu scemo prima o poi finirai, dai retta a me.
Tegamino:
- Stai attento a come parli, se no ti do una botta sulla testa.
Mestolo:
- Provaci!

Il tegamino aveva ben capito che non era certo il caso, visto che era fatto di terracotta, dove i cibi vengono più saporiti, questo è vero, ma con l'usura era destinato veramente a fare una brutta fine. Il poverino, tra l'altro, per quanto vecchio, da sentirsi il vero padrone della cucina, non sapeva la fine che avrebbe fatto, se per disgrazia cadeva dalla mensola o dalle mani del cuoco un poco brillo.
Ma l'odio che sentiva per questo nuovo intruso, lo portò a fare una mossa da trovarsi squilibrato. Il mestolo ne approfittò.

Mestolo:
- Allora cosa aspetti? Quanto sei brutto! Sei già tutto nero.

Il tegamino, che tutto nero era davvero, non possiamo vedere se era arrossito o no dalla rabbia. Fatto è che si trovò per terra a pezzi. Il cuoco, quando lo vide, gettandolo nella spazzattura senza nessun riguardo, penso di comprarsene uno nuovo di zecca, limitandosi a dire:

- Che peccato!

A queste parole il mestolo rimase soddisfattissimo, tale da sentirsi lui ora il vero padrone della cucina. Chiaramente senza aver capito che senza il tegamino era inservibile.

 

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6 commenti:

  • sara zucchetti il 09/10/2009 18:35
    bella favola molto simpatica e con una morale interessante! bravo
  • Vale B il 05/10/2009 17:28
    Complimenti mi è piaciuta parecchio È simpaticissima.
  • IGNAZIO AMICO il 26/09/2009 00:00
    Favola simpatica, spiritosa, scritta bene, con una iteressante morale. Bravo.
  • M. Vittoria De Nuccio il 25/09/2009 15:10
    Bellissimo dialogo dal tono scherzoso, fra il mestolo e il tegamino. Mi è piaciuta anche per la morale che contiene.
  • nicoletta spina il 24/09/2009 23:27
    Mi piace molto questa tua fiaba e la morale che esprime in tono scherzoso.
    Io sto dalla parte del tegamino che dona cibo squisito, mentre il mestolo, seppur inossidabile, gira e rigira,
    ma non dà il sapore.
  • Giuseppe Tiloca il 24/09/2009 19:42
    Molto bella e scherzosa. Mi piace come è resa allegra. Grazie Pompeo, grazie.

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