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Nesciaie...(stupidaggini)

Naturalmente nell’eta’ pre-puberale e puberale si è piu’ “scemi che lunghi”, dice un vecchio adagio genovese tradotto in italiano.
C’era un bisogno impellente di sapere, di ridere, di far casino; il tutto sfociava a volte in scherzi e situazioni ridicole.
La famiglia di un amico milanese, Gualtiero detto Walter, affittava un appartamento a Pegli per 2/3 mesi ogni anno; un anno trovarono posto in via Sabotino, a piano terreno con ingresso indipendente, comodissimo per noi che ci riunivamo sempre in casa di uno o dell’altro.
Il davanzale della finestra nella camera di Gualtiero distava circa 180 cm. dalla strada, per cui trovavamo divertente la notte, quando si tornava a casa, uscire dalla finestra per non svegliare i genitori dell’amico col cigolio della porta. Una notte trovammo i Carabinieri ad aspettarci….. eravamo stati presi per ladri!!!!!!
Finita la guerra, era facile trovare esplosivi in giro, avevamo trovato della balistite e dei proiettili di moschetto in un casolare abbandonato sulle colline e da qui iniziammo a sperimentare bombe e bombette varie, tali che a volte facemmo cadere l’intonaco dei muri! Per fortuna, nella nostra incoscienza, eravamo abili e non ci capito’ mai nulla. Una notte d’estate preparammo una miscela di potassio, zolfo e polvere nera e ne depositammo una striscia lunghissima sulla spiaggia: accendendo una bellissima luce azzurro/verde illumino’ per un attimo il bagnasciuga.
Uno scherzo usuale era la vendetta a chi ci gettava secchiate d’acque dalle finestre perche’ facevamo casino per le strade di notte: si identificava l’appartamento e poi si premeva il campanello infilandoci dentro un cerino in modo che restasse premuto, oppure un cerotto messo di traverso serviva egregiamente allo scopo.
In via Varenna c’era una cartoleria gestita da un vecchio prete che vendeva bombette, fialette puzzolenti e scherzi vari: spesso le fialette venivano lanciate con la fionda nelle finestre di chi ci era nemico!
La notte era il nostro momento: amici delle guardie notturne eravamo al corrente di tutti gli intrallazzi. Sapevamo che quando il sig. XY usciva per andare a lavorare nel turno di notte, dopo un’ora arrivava ZW che era l’amante della moglie e si fermava tutta la notte. Se era in ritardo ci preoccupavamo!
Un gran divertimento era di mettere alcuni scarafaggi in riga e scommettere su chi si rifugiava per primo nel tombino della fogna! Si tenevano scommesse!
Il sabato verso le 15 arrivava il treno diretto che proveniva da Milano, noi l’avevamo ribattezzato “il treno dei cornuti” perche’ molte signore milanesi, al mare con i figli, si divertivano durante la settimana con bagnini e fustoni vari, mentre per il fine settimana sembravano tutte pie donne disperate dalla mancanza del marito.
Venne poi l’era degli scherzi telefonici: spacciandosi per un tecnico dell’acquedotto si telefonava a qualcuno, a caso, chiedendo di controllare se veniva acqua dai rubinetti. Dopo la risposta affermativa, si faceva riempire una conca e, quando il malcapitato chiedeva cosa farne, gli si diceva di lavarcisi i piedi!
Un altro scherzo era quello di chiamare un numero chiedendo di Gianni, che ovviamente non esisteva; le telefonate si susseguivano per tutta la sera e gli interpellati si innervosivano, ma eravamo cosi’ gentili ed educati…. poi, verso mezzanotte, cambiava quello di noi che chiamava e diceva di essere Gianni e se qualcuno l’aveva cercato….
Non vi dico i tuoni e fulmini. Scherzi scemi per bambini del dopoguerra!

 

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1 commenti:

  • Anonimo il 28/12/2008 19:18
    purtroppo li fanno ancora...
    meglio insegnar loro l'educazione,
    anche se è solo fiato sprecato nell'occasione di un branco maleducato.

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