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Il paese dei nonni cattivi

Cara nipotina, si avvicina il Natale e io e il nonno abbiamo deciso di raccontarti una favola che ci riguarda molto, molto da vicino.
A te piace venire a trovarci perché, rispetto alla grande città dove vivi col papà e la mamma, noi viviamo in un paesino di collina piccolo, circondato da boschi e foreste, abitato da gente tranquilla e sempre sorridente, sempre gentile con tutti, che vive in deliziose casette che sembrano quelle golose di un'altra bella fiaba che non sto a ricordarti.
Alle soglie del 2010, e a 20 anni dalla caduta del Muro, io e il nonno ti vogliamo svelare il nostro piccolo segreto, che è anche il piccolo segreto di tutti i nonni - quelli molto anziani come noi - di questo grande Paese.
C'è stato un tempo in cui noi non vedevamo, pur non essendo ciechi. Non sentivamo, pur non essendo sordi. Non parlavamo, pur non essendo muti. Però sapevamo in cuor nostro che in tutti i posti di questo grande Paese stava accadendo qualcosa di terribile.
E non è vero che non potevamo ribellarci, non è vero che non c'era altra scelta. Tu come la prenderesti se non fossero la tua mamma e il tuo papà a decidere con quali amichetti è meglio non giocare, ma il governo? Di sicuro rideresti, e anche di gusto, pensando che sia una barzelletta, o un nuovo gioco.
Ecco, il nonno e la nonna ti giurano adesso che quando erano giovani era proprio il governo a decidere chi era da frequentare e chi no, poi cominciarono a decidere chi era da far andare a scuola e chi no, chi poteva avere un negozio e chi no, chi poteva uscire di casa e chi no, chi poteva insegnare, o fare musica, o scrivere, o cantare, e chi no. In ultimo, decisero chi doveva vivere, e chi no.
Cara nipotina, non ci vorrai più bene come prima se ti confessiamo che siamo stati noi a scegliere quel governo?
Ci furono libere elezioni, altro che quello che dicono gli storici di oggi, almeno la prima volta furono libere, e noi non sapevamo che quella prima volta sarebbe stata anche l'ultima.
Ma quello che succedeva negli anni seguenti, lo abbiamo sempre saputo: dove andavano quegli uomini delle forze speciali, chi stavano cercando, dove portavano quelle famiglie alla stazione, dove andavano quei treni, e perché tornavano sempre vuoti.
A Natale, cara nipotina, ti diciamo sempre che tutti sono un po' più buoni. Ma ora che siamo rimasti gli ultimi nonni in questo grande Paese ad aver vissuto quello che ormai avrai capito, sappi che anche a Natale, e per tanti Natali, tu hai avuto i nonni nati nel paese dei nonni cattivi.
Se puoi perdonarci, cara adoratissima nipote, fallo adesso, o mai più, perché già sappiamo che nel posto dove stiamo per andare non saremo perdonati.
Ora ti salutiamo, e Buon Natale, nostra carissima, adorata, cara Kitty: il treno sta entrando in stazione...

 

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