username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

Valentino principe di San

Il castello delle tre Fate.

Saggezza, seria e sempre pronta nel dispensar consigli. Occhi neri, penetranti, quando ti osservavano ti sentivi a disagio. Capelli neri corvini che sembravano aver rubato il colore alla notte più buia. Vestiva sempre di grigio e anche dal suo portamento si evinceva che doveva essere
una fata veramente saggia.
Erudita, antipatica fanciulla. Lei sapeva sempre tutto, non si poteva dire nulla che ti contraddiceva sempre e la cosa che dava più fastidio era che aveva sempre ragione. Tutta giallognola: gli occhi di un colore giallo sbiadito, si confondevano col colore dei suoi capelli. La carnagione era rosata tendente al giallo, da brivido. Più che una fata poteva assomigliare ad una strega. E i vestiti? Provate ad immaginare di che colore erano? Esatto: gialli!
Infine vi era Gaia, la spensieratezza personificata. La gioia assoluta. Adorava le sue sorelle con tutto il cuore. Era sempre felice e contenta, scherzava con tutti gli animali del magico bosco che circondava il castello. Lei era l'unica ad uscire per lunghe passeggiate. Vestiva sempre d'azzurro, il suo abito sembrava una nuvola primaverile. Capelli biondi, occhi azzurri come il cielo d'estate e un sorriso che ti ammagliava. Nessuno poteva resisterle, tutti gli animali del bosco l'amavano e la proteggevano. Anche Saggezza ed Erudita non avrebbero potuto vivere senza la gioia che dispensava Gaia. Non lo avrebbero mai ammesso, ma era proprio così.
Saggezza e Erudita invece se ne stavano sempre rinchiuse nel castello, una riceveva tutti quelli che le venivano a chieder consigli, l'altra rinchiusa in biblioteca a studiare, non vi era nulla che lei non sapesse. Ma la tranquillità e la serenità di quel luogo, presto sarebbero cambiate: una terribile minaccia incombeva sul mondo.

Il Principe.

In quel castello non esistevano uomini, vi erano solo le fate e la servitù era formata dagli animaletti del bosco che aiutavano le tre sorelle nelle faccende domestiche.
Vi era il ghiro che si occupava di tenere in ordine il reparto notte.
L'orso che gestiva le cucine e guai a chi fosse entrato senza il permesso.
Il pignolo formichiere addetto alle pulizie, col suo lungo naso non tralasciava nessun angolino. Vi erano pure: lo scoiattolo all'approvvigionamento, il cavallo ai trasporti, il cinghiale alla sicurezza e via così.
Poi arrivò Lui. Il Principe. Bellissimo, occhi azzurri, capelli come il sole e denti splendenti come le stelle del firmamento. Vestiva una luccicante armatura azzurra con lunga spada d'acciaio che gli pendeva dal fianco. Solitario come un lupo stava attraversando il bosco, perché gli era stato riferito che oltre le montagne azzurre vi era un regno da conquistare, abitato da malvagi esseri che presto avrebbero invaso tutto il mondo assoggettandolo alle proprie crudeli leggi. La leggenda narrava che solo un cuore impavido e la sua dolce sposa avrebbero potuto fermare quegli esseri.

1234

2
1 commenti     0 recensioni    

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

0 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati

1 commenti:


Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0