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L'Osservatore

Io osservo, e lo faccio bene.

È un'attività che svolgo con coscienza, professionalità e passione, osservando scrupolosamente il mio orario di "lavoro" presentandomi sempre puntuale al mio punto di osservazione.
Mi reco sempre al solito bar ed entro esattamente alle 9, 00 del mattino, ordino la solita colazione -sempre la stessa- la consumo con studiata lentezza e ricercata teatralità dei gesti, quindi apro il giornale, e facendo finta di leggere gli articoli comincio ad osservare.
Non è un'attività facile quella dell'osservatore, bisogna fare in modo di poter studiare dettagliatamente i soggetti che si scelgono senza dar loro modo di accorgersene, ed essere dotati di ottima memoria per poter annotare quanto visto, anche perché a me piace scrivere ancora a mano, con carta e penna, e la libreria di casa mia è letteralmente stipata di diari riportanti il resoconto della mia attività.

Io osservo, osservo ed annoto.
Annoto la marca delle scarpe della ragazza che lavora dall'Avvocato che ha lo studio di fronte.
Annoto quanto spende e come è vestito ogni mattina l'Ingegnere che offre sempre alla sua segretaria.
Annoto la volgarità dei gesti dell'imprenditore con la Porche 911 nuova, (che parcheggia sempre davanti alla porta del bar -se occorre anche in tripla fila- per farsi invidiare dai clienti), mentre cerca di attrarre l'attenzione della cassiera pagando il caffè con la carta di credito "Gold".
Annoto la piega sempre più amara delle rughe della signora Lancetti, sola, che sente di sfiorire ogni giorno di più e spera di trovare ancora uno sguardo che le guarda le tette, fosse anche quello del ragazzino del sevizio a domicilio.
Annoto i discorsi delle ragazzine che entrano a fare colazione prima di andare a scuola che invece sono investite, quasi fisicamente toccate, da quegli sguardi che si insinuano nelle loro scollature acerbe e nei tanga che occhieggiano da quei pantaloni a vita bassissima che sembrano annunciare esplosioni di forme irresistibili prossime venture.

Se si annota tutto per bene, senza omettere niente, inserendo orari, variazioni ed anomalie rispetto al consueto, è possibile far si che questo bar così insopportabilmente normale, con quel bancone che negli anni 70 sarà anche stato moderno, ma che ora sembra fatto di cera come il proprietario; con quella cassiera scialba che sicuramente una di queste sere poserà il culo flaccido sulla Porche dell'imprenditore e poi ringrazierà della corsa facendosi prendere poggiando i piedi sulla plancia; con quei cornetti comprati al panificio all'angolo e rivenduti al doppio ai coglioni come me che si siedono ai tavolini sudici, sia invece una finestra panoramica.
Si, una finestra con panorama sulla vita, quella degli altri.

Perché seduto al mio tavolino, osservando la vita che mi scorre davanti senza prendervi parte, annotando quella altrui ed inserendo negli appunti le mie considerazioni, (quello che avrei indossato io per un determinato appuntamento, quello che avrei detto ad una ragazza per attaccare bottone, cosa avrei risposto ad un cliente maleducato, come avrei condotto una trattativa di lavoro davanti ad un Martini Dry ), posso vivere tutte quelle vite, e tutte quelle vite non possono farmi male, rigorosamente ordinate dai miei appunti e dalle mie note.

Le vivo tutte quelle vite, osservandole e facendole mie, e tramite quelle degli altri sono vivo anch'io, e per avere solo il meglio di tutte le esistenze basta poco: un bar, un tavolino, un block notes ed una penna.

"Cameriere, mi porta un altro caffè? Ed anche un cornetto, anzi no, me ne porti due, grazie

 

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4 commenti:

  • Dino Borcas il 08/05/2010 00:10
    ore 23, 55
    del 7/5/2010

    caro diario,
    questa mattina esattamente alle 9, 00 del mattino, l'osservatore ha ordinato la solita colazione -sempre la stessa- l'ha consumata con studiata lentezza e ricercata teatralità dei gesti, quindi ha aperto il giornale, e facendo finta di leggere gli articoli ha cominciato ad osservare ed annotare.

    Ovviamente non si è accorto che io,
    a mia volta,
    lo stavo osservando,
    so fare il mio mestiere.

    Io osservo, e lo faccio bene.
  • francesco gallina il 12/04/2010 08:16
    ti ringrazio
  • francesco gallina il 12/04/2010 08:16
    ti ringrazio
  • Carmelo Trianni il 10/04/2010 16:31
    Descrivi tutto con una piacevole perfezione, sembra di essere affacciati alla finestra di fronte al bar.
    Si legge anche un po' di tristezza segnata da una certa quotidianità piacevole da leggere, molto meno da vivere.
    Racconto molto bello, ciao!

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