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Technology

Lo confesso apertamente: sono un disastro tecnologico. Per dirla più esplicitamente sono, come si dice dalle mie parti, come l'asino che essendo nato senza coda non riesce più a metterla. Il massimo della mia tecnologia è fermo alla Olivetti Praxis 45, quella che aveva un visorino su cui scorrevano le ultime cinque o dieci parole battute (dipendeva dalla lunghezza delle stesse).
Credevo di essere un dio, con quella macchina scrivevo di tutto, dalle lettere commerciali alle relazioni tecniche e, nel tempo libero, bozze di pura utopia politica. Com'era bello scrivere senza compiere alcun errore! Bastava rileggere l'intero rigo prima di andare a capo e il gioco era fatto. Ma come era faticoso! Ad ogni rilettura perdevo il filo del discorso così per un'intera pagina dattiloscritta ci volevano tre ore consumate nella estenuante ricerca e successivo mantenimento della necessaria concentrazione.
La tecnologia, però, avanzava inesorabilmente così a metà degli anni ottanta ecco il grande passo: l'acquisto del primo computer: un Amstrad 1640 a colori con disco rigido dalla terrificante potenza di 20MB, dotato di sistema Gem, antesignano del Windows. Acquistato per esigenza di lavoro e rimasto imballato nel suo scatolone per ben due anni, fino a quando con estremo coraggio mi sono deciso a metterlo in bella mostra nello studio, ma di adoperarlo nemmeno per sogno. Ma gli eventi incalzano e, allora, quando i diretti concorrenti si dotano dei plebei Commodore 64, ma usandoli, io, per non essere da meno, mi decido a compiere il fatale passo ovvero mi faccio l'archivio clienti e in che nodo? Semplice: scrivendo in ordine alfabetico tutte le pratiche in corso (un centinaio). Ma visto che sono anche un maledetto metodico pignolo mi convingo di dover essere io a immettere in ordine alfabetico i nominativi con tutti i dati tecnici salienti. Passo così interi pomeriggi nell'ansia di non compiere errori, ovvero di non saltare qualche nominativo finché il quinto giorno mi capita tra le mani una cartella con la lettera C che avevo saltato tre giorni prima. Disperazione! Come fare a inserirla al posto giusto? Semplice, basta pigiare qualche tasto e mi ritrovo con tre videate piene della stessa cartella. Sconfortato cancello tutto, chiamo il venditore e chiedo lumi, questi, incredulo, mi spiega che aprendo una finestrella e cliccando sulla dicitura "ordine alfabetico" in pratica mi sistema l'archivio da solo. Balbettando mille scuse ringrazio il negoziante e vado avanti con il lavoro. Una settimana dopo ecco il secondo casino: nel file del disegno vi è la bella immagine della testa di una tigre, tutta in bianco e nero, che si può colorare a volontà e a me bastano dieci minuti per farla addirittura sparire e non è più riapparsa. Non me la sono sentita di richiamare il venditore per ulteriori spiegazioni, la dignità esige i suoi sacrifici!
Si arriva così ai primi anni novanta, nel frattempo sono riuscito a usare il pc per scrivere relazioni e lettere d'ufficio e non mi sono accorto di essere rimasto indietro con la tecnologia. Il mio tanto avanzato Amstrad ormai è diventato vetusto, tutti i personal sigla 80 sono stati rimpiazzati dai 286 e, fatto ancora più grave, dotati di finestrella per floppy da 3, 5" quando il mio è rimasto al 5, 1/4" ovvero quei dischetti che sembrano piatti da frutta. Il guaio peggiore, però, consiste nel fatto che finalmente sono diventato un esperto nell'uso del mio pc senza rendermi conto che il programma di scrittura in dotazione è un IBM del quale ho anche smarrito il ricordo del nome ed io vi ho già scritto i miei primi lavori letterari (i più corposi) rigorosamente copiati su dozzine di dischetti da 5, 1/4".

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8 commenti:

  • Anonimo il 30/05/2010 20:34
    Verissimo... il maestro... ciao.
  • Michele Rotunno il 30/05/2010 16:47
    Giacomo hai dimenticato il maestro delle elementari. In ogni caso, hai ragione, ricordo un passato non molto lontano quando le citazioni dei geomteri era pari solo a quelle dei carabinieri, ma sessendo una professione che ho esercitato malvolentieri, non ci ho dato molto peso. Ciao, con simpatia
  • Anonimo il 30/05/2010 07:25
    Geo metron... misuratore della terra... ai vecchi tempi nella mia terra d'origine il Geometro... il maresciallo dei carabinieri, il medico ed il parroco erano le figure istituzionali più impoortanti della vita di ogni giorno. Ciao
    P. S. a ben pensarci dicendo geometro si era più vicini al significato originale greco che con il termine geometra.
  • Michele Rotunno il 29/05/2010 22:15
    Giacomo, io sono figlio di un dio minore (geometra). Benvenuto nel club. Ciao.
    Per tutti, questo è l'unico racconto autobiografico che sia mai uscito dalla tastiera. In pratica è stata una confessione spontanea.
  • Anonimo il 29/05/2010 14:30
    Michele... che goduria vedere un mio coetaneo come te che confessa tutti i suoi passaggi tecnologici comprese le incomprensioni con i figli. Ho letto con piacere questo brano, godibile e sincero. Hai fatto il mio ritratto... mi ci ritrovo pienamente... e dire che io sono ingegnere! Vabbè... ciao e bravo.
  • Anonimo il 28/05/2010 21:37
    Michele, le tue vicissitudini tecnologiche sono molto divertenti, soprattutto per il tuo modo di raccontare le cose senza prendersi troppo sul serio. Ottimo!
  • Guido Ingenito il 28/05/2010 20:32
    ahahaha il fantozzi del computer! stai tranquillo Michele, eroe di altri tempi, di fantozzi e ragionieri Filini del computer il mondo è pieno: per fortuna! io non sono proprio un fantozzi ma non ho alcune nozioni fondamentali (aggiornamenti, antivirus blablabla) ma preferisco così piuttosto di essere uno che scrive ovunque "cmq" (comunque) xkè (perchè impoverendo la nostra povera lingua. Il testo è scritto bene e apprezzo la riflessione intrinseca sulla tecnologia che avanza.

    Guido
  • Anonimo il 28/05/2010 19:36
    Non sei il solo mio caro Michele!
    Hai detto bene.. eroicamente sei arrivato ai nostri giorni... questo mondo è molto, molto pericoloso... se non si sta attenti si rischia di perdere la propria personalità!
    Piaciuto e scorrevole. Naturalmente 5 stelle

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