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Un giorno nuovo

Stamattina si è svegliata presto.
Un misto di ansia e gioia ha mosso tutti i suoi gesti: ha fatto il caffè
e per sbaglio ha versato un po' di zucchero nel lavandino.
Non le è importato.
Il giornale era ancora sul tavolo e quando si è girata per prenderlo ha alzato gli occhi sulla finestra e ha visto la neve.
Si è avvicinata al vetro: una pioggia gelata, bianca, cadeva nel cortile a fiocchi spessi.
Non è riuscita a smettere di guardare.
Qualcosa ha cominciato a sciogliersi dentro di lei e a scorrerle lungo le braccia, le gambe.
Un po' alla volta tutto è diventato nuovo, anche lei.
E non è che non abbia sentito il frastuono che viene dall'altra stanza.
Solo, non vuole muoversi, andare di là.
Si sente rinata ed è contenta di averlo fatto
Ha aperto la porta e mettendo fuori il primo passo, ha sentito l'aria invernale avvolgerla andando a fare contrasto con la tazza di caffè bollente che stava tenendo nella mano destra.
Ha fatto un respiro profondo, come se volesse accogliere dentro di se tutta la freschezza del mondo.
La città si sta lentamente svegliando.
A fatica.
La neve ha destabilizzato un po' tutti, le ruote delle macchine devono essere cambiate, la gente deve andare al lavoro, lei osserva.
L'imprevisto della neve mattutina ha catapultato le persone in una specie di nervosismo. Si sentono le imprecazioni della gente come echi lontani.
Tutto questo non la riguarda, si sta godendo quella mattina, rilassa i suoi occhi grazie alle bianche e nuove forme che la neve sta dando al mondo.
Come la rilassa la neve.
Fin da quando era bambina è sempre stato così. Quando suo padre la svegliava, annunciando che stava nevicando, lei si precipitava alla finestra con un enorme sorriso e rimaneva a fissare i fiocchi cadere per ore, ipnotizzata. Non riusciva a staccarsi dalla finestra, ogni fiocco per lei era come un piccolo pezzo di felicità che cadeva sul mondo.
Com'era bella la neve.
La sua vicina di casa le ha fatto un cenno con la mano, lei ha ricambiato.
<Ha visto che bello, è nevicato!>
<Io odio la neve, mi ha guastato tutti i piani, andare al lavoro sarà un'impresa.>

Tutti la pensano allo stesso modo, solo lei riesce a gustarsi quell'atmosfera. Solo lei riesce ad apprezzare quel nuovo giorno in cui tutto ha un nuovo significato.
Prende un po' di neve da terra, è ancora così pulita, la assaggia, sente quel sapore fresco scendere nel suo stomaco, un altro respiro profondo e poi rientra in casa. Appoggia la tazza di caffè nel lavandino dandogli una leggera sciacquata.

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9 commenti:

  • Emanuele Ferraris il 26/08/2010 21:28
    Assolutamente Meraviglioso.
  • sara zucchetti il 08/06/2010 18:35
    Bravo come dicono descritto leggermente come neve che scende ma fredda e accettata con un finale sorprendente
  • Anonimo il 06/06/2010 15:15
    Invidio questo modo fantastico di costruire un racconto che ti prende per mano e ti porta verso un finale inaspettato. Non tanto però, inaspettato dico. Infatti già pensavo alla neve come elemento purificatore, una specie di bucato della vecchia esistenza... ed ecco che il finale... bravo, scritto anche molto bene.
  • Anonimo il 04/06/2010 21:42
    La calma che la pervade e la fa sentire bene, sicura finalmente, piena di vita
    e di calore nonostante fuori nevica... e la neve sembra lavare e creare candore
    anche dentro di lei, pulita, come non si sentiva da tanto tempo...

    Bellissimo Antonio... la farà franca?? Lo spero tanto!!
    Buona serata...
  • laura cuppone il 04/06/2010 11:35
    stupendo...
    una rivalsa lenta, fredda, rassicurante e ipnotica come la neve...

    il mio preferito tra i tuoi!!!!

    lo rileggo...
    bello quando respiri mentre scrivi... bello perchè ci sei dentro e lo trasmetti perfettamente.

    grazie Anto.
    Buona giornata anche a te.
    Lau

    ps... spero non la scoprano mai!
  • Michele Rotunno il 04/06/2010 09:57
    All'inizio ho pensato fosse di un altro genere tant'è che mi sono detto "oggi è la giornata erotica", poi come ha detto Guido il pugno sullo stomaco. Confermo la mia impressione di ieri < novello E. A. P. del 21° secolo >. Mi dispiace di non far parte della giuria del concorso. Ciao macellaio.
  • Anonimo il 04/06/2010 04:48
    Oh neve,
    candida dimora,
    copri le ferite,
    che da tanto mi feriscono gli occhi,
    pulisci la mia anima,
    che lo sterco dell'umanità
    ha infangato,
    raccogli la mia impronta,
    orma di sangue,
    segno di morte.
    Bellissimo racconto.
  • Guido Ingenito il 04/06/2010 02:54
    merita di partecipare. questa è la mia sentenza. il tuo marchio di fabbrica: preparazione del finale adagio adagio, quasi nel silenzio. e poi un pugno allo stomaco del lettore. molto bene Antonio, molto bene.
    buonanotte!

    Guido
  • antonio monteleone il 04/06/2010 00:42
    questo racconto partecipa al concorso letterario blu su bianco della scuola holden

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