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Supermonteradio 100. 2 Mz (prima parte)

Autunno, quasi inverno, 1977
Da quando la nebbia ha cominciato ad avvolgere le parte alta della montagna su cui si arrocca, come un muschio variopinto, l'abitato di Montepiano, la sera, puntualmente, la colonnina del mercurio scende di circa cinque gradi per cui l'orologio-termometro-datario piazzato sulla parete sovrastante la vetrina della cartoleria-edicola-tabaccheria di piazza Monumento segna costantemente circa dieci gradi al calar del sole riducendosi a poco meno di cinque all'approssimarsi della mezzanotte, e non si è che ai primi di novembre ma a settecentocinquanta metri di altitudine.
Come tutte le sere, in ogni periodo, tempo e stagione dell'anno, dalle ventuno in poi tutto il perimetro di piazza Monumento è una linea continua e ininterrotta di auto parcheggiate, e quando raramente qualcuna se ne va, sgommando, viene istantaneamente rimpiazzata.
La piazza è abbastanza grande da contenere così allineate una trentina di macchine aventi come unico comune denominatore l'autoradio ad alto volume, spesso intervallato da grida e lazzi degli occupanti intenti a sfottersi tra loro.
Il resto del paese appare come l'anticamera dell'obitorio ma piazza Monumento, con i suoi tre bar quasi equidistanti fra loro e l'altra piazza del paese, piazza Cavour, lontana circa duecento metri, con l'unica strada che la collega alla prima, pomposamente denominata corso Garibaldi, ma larga da sei a otto metri appena, pullula di vita sebbene tende a scemare con l'avanzare incalzante della notte.
Nella vechia Ford Escort del sessantatré color amaranto sbiadito Franco Dicaro, sbadigliando e ruttando contemporaneamente, lacera un provvisorio silenzio e sbuffando di noia, dopo essersi puntellato con braccia e mani contro il volante, prorompe:
"puttana miseria, porca e maledetta, ogni sera è sempre la stessa solfa, se non si fanno le dieci quel morto di sonno non arriva. Mi sono rotto di aspettarlo".
"perché hai di meglio da fare?" lo apostrofa sghignazzando Gino Plasmati, infossato nel sedile a fianco a quello di guida con le ginocchia puntellate sul cruscotto, suscitando l'ilarità del terzo occupante, a sua volta stravaccato lungo tutto il divanetto posteriore dell'auto.
"non riesce a stargli lontano nemmeno per un minuto che subito comincia a frignare, sta a vedere che è geloso!" insinua infatti a coronamento Savino Andrulli, schizzando a sedere per affrontare la scontata reazione plateale dell'amico che ridendo si è voltato fingendo un attacco manesco.
"un giorno o l'altro te la tappo per sempre quella boccaccia di fogna che ti ritrovi, ricchione sarai tu, provolone del cazzo!"
"ma la volete piantare tutti e due di rompere le scatole, ahoooooo!" reagisce a quel punto Gino, sfiorato da una pericolosa quanto casuale gomitata di Savino, ma che ottiene l'effetto di coalizzare gli altri due contro di lui.
"vostro Onore si disturba? - conferma infatti Franco e con un cenno del capo indirizzato a Savino - tienilo fermo che gli calo i pantaloni" continua eccitato.
In pochi istanti nella Escort non si capisce più niente, è tutto un groviglio di mani e braccia schizzanti da ogni parte mentre urli e gridolini d'ilarità colmano l'angusto spazio della macchia. Ma di tutto il trambusto interno ben poco traspare all'esterno, sia per i finestrini chiusi che per l'alto volume della radio. Unico segno della convulsa amichevole lotta sono i visibili sobbalzi della macchina di cui nessuno si interessa più di tanto. Improvvisamente, così com'era iniziata, la scherzosa baruffa cessa lasciandoli esausti e ansanti.

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3 commenti:

  • Guido Ingenito il 19/06/2010 13:05
    Io non c'ero ma con questo racconto ne ho respirato l'aria - queste piccole e grandi "baruffe" tra amici in macchina sono momenti che per fortuna assaporo ancora adesso nel 2010
    bellissimo Michele

    Guido
  • Michele Rotunno il 19/06/2010 12:22
    Il 77 è stato un anno incredibile. Non dico altro...
    Ciao, Lau
    PS sono solo due parti ma molto strane.
  • laura cuppone il 19/06/2010 11:45
    ero in macchina e nell'atmosfera creata... ero lì tra quegli amici...
    1977
    avevo 9 anni!!!
    quella canzone la cantava sempre la mia vicina di casa...
    profumi e sapori che non si scordano e nemmeno la musica e la radio...
    non vedo l'ora di leggere la seconda, terza, quarta... parte!!!
    ciao Michele.
    piaciuto!
    lau

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