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Mi piacciono i cavalli, di qualunque razza siano. Animali nobili sono e molto vicini all'uomo. Chi non ricorda l'uomo chiamato cavallo, e l'altro che ai cavalli sussurrava.
Quella troia, presa con un cavallo; Incitatus, cavallo dell'imperatore, che Caligola volle senatore e presente in aula, con tanto di toga, poiché, come diceva il divo, fra tanti somari poteva ben starci un cavallo. Ricordo poi Bertoldo, che Cavallo chiamò il suo asino, così per darsi un tono all'uscita dalle osterie; ma la storia della sorella di quell'amico, cioè, conoscente, voglio dire, l'avrò visto due volte, comunque, la storia della sorella di quell'intellettuale sedicente... oh, una storia triste, fatale.

Era la sorella di un letterato o d'un amante di letteratura che sbarcava il suo lunario occupandosi d'un forum d'ippica, per il quale scriveva recensioni, articoli, commenti su questo, quel brocco o purosangue che fosse.
La ragazza, poco più che ventenne, si chiamava Anna, ma la chiamavano Nina, anzi, Nì.
Anche lei avrò visto un paio di volte. Era bella, aveva negli occhi una luce mai vista, inquietante.
Frequentando le sale da corsa, gli ippodromi, prima col fratello e poi da sola, incominciò a nutrire una passione molto intensa per i cavalli. Una passione che crebbe fino a diventar smodata, e che le risultò fatale. Ecco,
ora vorrei narrare con dovizia di particolari, caratterizzando le giuste ambientazioni, stagliando le personalità
e le circostanze, i come, i perché, i quando, i dove.

Mi limiterò a cambiar paragrafo e raccontare che Nì ebbe il suo cavallo, Stallionstar, con tanto di recinto e box, giacchè ella viveva in una casa con una tenuta sufficientemente vasta da consentirle il capriccio.
Nì lo aveva scelto bene, il suo animale. Era alto al garrese, snello e muscoloso, possente. Nì trascorreva giornate intere con essesse, come amava chiamare il cavallo; lo montava, cavalcava, lo sfiancava e poi lo strigliava, l'accudiva, gli parlava e lo baciava, ringraziandolo per le inebrianti sensazioni, le impagabili emozioni che le donava.
Ma quel che più le sconvolgeva i sensi, erano le formidabili erezioni di Stallionstar.
Non starò a dire delle inclinazioni personali, né delle effusioni di Nì, il sesso è una faccenda così privata!

Quel che accadde una notte, come dice, ha un suo spessore tragico, tuttavia.
S'era d'estate e il tempo minacciava temporali, quelle buriane estive che durano qualche poco, violente e passano.
Nì, preccupata per il suo amato amico, presa da una viva agitazione, si coprì d'una vestaglia leggera e, attraversato il fortunale, guadagnò l'ingresso del box di essesse. Stallionstar era vivace e, Nì lo scorse subito, sfoderava un'asta inenarrabile. La donna si sentì mancare.

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5 commenti:

  • salvo ragonesi il 17/11/2010 14:47
    lLa descrizione è perfetta potrebbe essere anche vera la storia. e non farebbe una grinta.
  • antonio ciavolino il 29/06/2010 15:46
    che ti abbia fatto ridere, mi allieta assai.
    quanto al racconto che è un racconto...
    ti ringrazio e per il tuo tempo e per la deliziosa nota.

    Alla prossima.
    Molti ciao
  • Guido Ingenito il 28/06/2010 15:43
    non so se ridere o... ridere ma il mio è solo cinismo. Mi è piaciuto, trama non intrigante, ma certamente un racconto che è un racconto, scritto molto, ma molto bene. Mi ha divertito molto, eppure sono serio
    piaciuta!

    Guido
  • antonio ciavolino il 28/06/2010 13:18
    Il tuo interesse è mio pregio.
    grazie a te per la nota.
    ciao
  • Manuela Magi il 27/06/2010 00:56
    Una lettura interessante.
    Animalesca fine per la povera Nì

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