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Guittone da Montcuiex (ultima parte)

"Per queste misere strade ho incontrato solo gente incolta e spesso incivile. Non è da costoro che posso aspettarmi delle risposte" allora alza lo sguardo intorno finché lo stesso non va a posarsi su un un lontano monte che si staglia alto nel cielo. I villici lo informano che su quel monte risiede un vecchio eremita che pare abbia il dono della saggezza poiché ha le risposte a tutti i quesiti che gli vengono posti. Allora si dirige decisamente in quella direzione. Avvicinandosi ha modo di osservare meglio il posto. Si distinguono, adesso, due monti, uno più grande dell'altro che hanno insieme un'unica origine.
Ad una certa altezza il massiccio montuoso si divide in due tronconi dando origine a due montagne. La prima non è molto alta e termina con un dolce pendio su una rotonda vetta ricoperta di foreste, la seconda invece supera di parecchio in altezza l'altra e si inerpica fin oltre i mille metri con balze scoscese, speroni rocciosi e cavernosi fin sulla grulla cima dove, in una caverna deve trovarsi il vecchio eremita di cui parla la gente.
Faticosamente si inerpica da solo con il suo destriero su per le falde. Fabriciano ha deciso di non seguirlo, giù al passo ha notato che sull'altra montagna vi sono delle capanne e quindi vi sarà qualcuno che vi dimora. Confida al suo padrone che lo aspetterà lì, anche per l'intera vita, afferma.
Stanco e affamato, Guittone raggiunge l'umile dimora del saggio, scende da cavallo e cautamente si appresta a varcarne la soglia. Con stupore si accorge del tepore che vi alberga, e con esso una strana sensazione di pace. Si guarda intorno e, quando gli occhi si abituano alla penombra, si avvede che in quella miserrima dimora non v'è altro che uno sgangherato tavolo e alcune sedie ancora più pericolanti. In un angolo un camino emana un po' di calore misto a zaffate di fumo acre e, poco distante da esso, rannicchiato su un consunto cuscino un vegliardo rinsecchito e dalla barba lunghissima. Al suo fianco l'unico mobile degno di nota: una strana cassetta a forma quadrata quasi schiacciata a terra e, ancora più stranamente, in solide condizioni. In un silenzio più religioso che gravoso, la ferma e pacata voce del vecchio lo fa sobbalzare. Gli era infatti sembrato che anche il vecchio facesse parte di quel misero arredamento.
"Entra, cavaliere, ti stavo aspettando" gli si rivolge.
"Tu aspettavi me?" risponde stupito.
"Si, cavaliere, da tanto attendo il tuo arrivo, ma non disperavo perché sapevo che saresti arrivato, prima o poi".
"Sai quindi chi sono, da dove provengo..."
"E cosa cerchi" completa il vecchio interrompendolo.
"Tu puoi esaudire la mia sete di conoscenza?"
"Non io, poiché sarai tu stesso a scoprire la risposta."
"Stento a crederci, vecchio, tu mi prendi in giro"
"Non sono mai stato più serio".
"Da molto che stai qui?"
"Da moltissimo, ma non sono impazzito, se questo ti preoccupa"
"E non ricordi più da quanto?

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5 commenti:

  • Michele Rotunno il 04/07/2010 18:02
    Grazie per esserci passato Nunzio.
    Guido, posso assicurarti che Montepiano è il più bel paese della Lucania, vieni quando vuoi. c'è solo un obbligo, devi chiedere il pass al sottoscritto perchè senza di me non si muove una foglia.
    Vito, mi fa piacere che tu abbia spulciato su "quel" sito e posso assicurarti che a volte ho dei dubbi su quale storia sia più veritiera.
    Ciao a tutti.
    Michele
  • Vito Giannantonio il 04/07/2010 16:41
    Montcuiex, Statilio : stessa ispirazione? Bel racconto! Sarai il prossimo nella caverna dell'eremita? A proposito, ci sei già stato nella grotta di Montepiano?
  • Anonimo il 30/06/2010 09:40
    Bella storia molto ben raccontata e descritta. Ottimo Michele!
    Ciao.
  • Guido Ingenito il 29/06/2010 16:55
    che bella favola per... adulti
    veramente bella e molto dolce questa cronaca - appena posso faccio un salto in quel di Montepiano
    bravo Michele

    Guido
  • Michele Rotunno il 28/06/2010 21:56
    Errata corrige: brulla non grulla.

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