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Giorno di solitudine

Lei.

Vorrebbe solo riuscire a non sentirsi così, sola.
Anche se sola lo è stata, sempre.
Fino a che è arrivato lui, con la sua presenza capace di riempirle quel vuoto d'anima che sentiva.
Quel vuoto che nessuno coglieva in lei, solo lui, che avendone la parte mancante la sentiva, come un richiamo a distanza.
Quella metà di lei, quella lontana, quella che con poco riusciva a riempirle il vuoto, il silenzio.

Gli occhi da bambina non sorridono, bagnati ad oltranza da lacrime amare e solitarie, le labbra serrate in un muto richiamo, curvano tristi in quella smorfia passata.
Gambe stanche non riescono a tenere il passo di quel suo cuore innamorato, chiedono riposo, lo impongono rimanendo immobili e aspettando che gli occhi, sempre fissi a scrutare il Loro orizzonte, riescano finalmente a vedere il suo passo, quello tanto atteso, quello che riporterà gioia negli occhi, calore nel cuore.
Quello che rimetterà la parole in quella smorfia triste che è diventata il suo sorriso.

 

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3 commenti:

  • Giada.. il 11/07/2010 19:41
    Grazie Silvia, spero però tu non ti ci riveda troppo.
    Grazie Antonio, si lo è.
  • Antonio Viciani il 05/07/2010 13:09
    Delicato e intimo. Autobiografico?
  • silvia costante il 01/07/2010 22:56
    Molto carino, ti faccio i miei complimenti!!!! Quanto è vero quel ke hai scritto... mi rivedo in quella bambina!!

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