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Lo sconosciuto, parte 2

La cena era appena cominciata; avevano almeno un quarto d'ora buono di tempo.
Anna si fermò davanti alla porta della diciannove, si guardò intorno, poi provò ad inserire la chiave.
- Dai, muoviti - disse Bart, continuando a lanciare occhiate al posteggio deserto ed alla porta principale del motel. Evidentemente il non sentire il misterioso ospite lo aveva turbato tanto che ora si fidava più della propria vista che delle proprie percezioni.
Anna armeggiò con la serratura per ancora qualche lunghissimo istante. Le tremavano le mani e non riusciva ad introdurre la chiave. Finalmente vi riuscì e fece scattare la serratura.
Il click metallico del chiavistello sembrò loro risuonare come uno sparo. Per qualche istante rimasero immobili, trattenendo il fiato, come se da un momento all'altro tutte le persone presenti nel motel dovessero riversarsi fuori sulla veranda, attratte da quel fragore.
- Dai, muoviti - il primo a riscuotersi fu Bart.
Anna non se lo fece ripetere: sospinse la porta, che cigolò con un lamento che sembrava lo strazio di un animale ferito - da quanto tempo nessuno oliava le porte delle stanze - e sgusciò dentro, seguita da suo fratello.
Si richiusero la porta alle spalle.
Un fioco chiarore filtrava dalle tende della finestra, che erano chiuse.
Strano, pensò Anna mentre i suoi occhi si abituavano all'oscurità, di solito aprire le tende è la prima cosa che si fa entrando in una stanza. Invece le lunghe tende che arrivavano a terra erano chiuse, esattamente come le lasciavano le cameriere, e solo un filo di luce contornava i bordi del pesante tessuto.
Davanti a loro c'era quello che avevano visto migliaia di volte: una stanza di motel. Il letto matrimoniale con di fronte una piccola scrivania, sulla sinistra un armadio, sulla parete opposta alla porta la finestre. A sinistra la porta socchiusa del bagno. Una poltrona in un angolo completava l'arredamento.
Bart fece qualche passo verso il centro della stanza. Il copriletto era perfettamente liscio, intatto, come lo avevano lasciato le cameriere.
Anna si avvicinò al bagno ed aprì la porta.
Trattenne il fiato ed accese la luce.
Gli asciugamani pendevano immobili dal porta asciugamani, perfettamente piegati. Non una goccia d'acqua nel lavandino né nella doccia.
- Sembra che in questa stanza non sia entrato nessuno dopo le cameriere - mormorò, quasi a se stessa
- Nemmeno nell'armadio ci sono vestiti - disse Bart, che aveva appena aperto il mobile.
- Molto strano. Eppure è da un po' che è arrivato. Non ha usato nemmeno il bagno... non si è neppure seduto sul letto.
- Però qui c'è qualcosa, guarda - disse Bart additando l'armadio.
Sul fondo, accanto ad una coperta ripiegata compresa nel corredo di ogni stanza, c'era la valigetta nera dello sconosciuto. Le sue rifiniture cromate brillavano sinistramente nella luce incerta della stanza.

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1 commenti:

  • Michele Rotunno il 02/08/2010 23:40
    Non mi ero accorto che la seconda parte era appena dopo. Comunque si dice che il mondo è in crisi per mancanza di giusti valori, che il male impera ovunque, invece tu hai rovescaito tutto. Penso che un affollamento del Paradiso non porta nulla di buono, vedremo, se per caso c'è una terza parte.
    Comunque ottimo lavoro.
    Ciao

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