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Anima vagante

Non ho visto il mio carnefice se non di riflesso sul vetro oscurato della mia auto un attimo prima che la lunga lama penetrando dall'alto in basso tra collo e spalla, dopo aver squarciato ogni organo incontrato non terminava la sua corsa trafiggendomi il cuore. Da quel momento ogni anelito di vita cessava per sempre trascinandosi dietro dolore e sofferenza, rabbia e furore impotente. Il nulla mi avvolgeva e mi inghiottiva in un oscuro tunnel senza fine, eppure in un qualche modo inspiegabile, dopo non so quanti attimi ho riaperto gli occhi, non più su un presente ormai inesistente ma su un passato inconciliabile ed un futuro ancora lontano.
Ho visto il mio corpo grottescamente raggomitolato su se stesso in un lago di sangue per terra vicino l'auto su cui ero impegnato a sostituire una ruota bucata, dal collo fuoriusciva l'elsa di un lungo, sottile e affilato stiletto, in piedi a poca distanza lui, il mio carnefice che, visto dall'alto non riusco nemmeno a vedere in volto. L'assassino, prima di eclissarsi ha preso a calci il mio cadavere, la cosa mi ha molto sorpreso, mi sono chiesto perché lo ha fatto, che senso avesse quel gesto di vilipendio, poi ho rammentato le volte che l'ho fatto anch'io in altre situazioni simili, quando ero il carnefice, allora ho capito cosa fosse il meschino disprezzo verso un nemico tanto odiato che sarebbe potuto diventare molto pericoloso se l'agguato non fosse riuscito.
Dopo il carnefice, ormai allontanatosi dalla scena sono comparsi due ragazzini che veloci e furtivi hanno rovistato nelle mie tasche trafugando il portafoglio e la mia inutile rivoltella che non ho avuto nemmeno il tempo di impugnare. Anche questo gesto ricordo di averlo fatto più volte quando avevo la loro età, le armi e il portafoglio venivano consegnate a chi di dovere e in cambio ci guadagnavo una bella somma di denaro, sfilata tra le banconote del portafoglio.
Mi pare così strano osservare dall'alto queste scene, pur sapendo di vedere il mio corpo morto per terra, tanto da chiedermi come sia possibile perché so di essere in un'altra dimensione, infatti, non vedo null'altro oltre la semplice vista, non ho corpo né sensazioni, osservo solo, nitidamente ciò che avviene laggiù dove pochi minuti prima, forse, il mio corpo aveva ancora un senso di esistere.
Però penso, questo sì riesco a farlo, penso, ricordo e analizzo il mio passato. Non mi stupisco più di tanto della mia morte, essa era una componente della mia esistenza in un ambiente dove la vita stessa aveva un valore molto relativo, tanta era la sua vulnerabilità.
Ma dove è iniziato tutto questo? Mi sono rivisto più che bambino ad agire di contorno a micidiali misfatti, ma ancor prima cos'ero? Toh! Vedo un uomo, lo riconosco, è mio padre quand'era giovane, si piega su un lettino a sollevare tra le braccia un infante, credo di essere io, lo osservo bene e noto nella sua cintura il calcio di una rivoltella, anche lui apparteneva a quella vita. Oggi è ancora vivo, non ha ancora sessanta anni e, se ha lacrime nel suo bagaglio umano, piangerà la morte del proprio figlio.
Chiudo gli occhi un attimo, li riapro e vedo scorrere velocemente altre scene, è la mia vita passata, molte sono scene simili alla mia ultima in vita. Non ho bisogno di contarle so esattamente quante sono.

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0 recensioni:

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11 commenti:

  • Michele Rotunno il 29/08/2010 15:47
    Giusto Bob, magari ci fosse, perchè nel peggiore dei casi sarebbe un segno della nostra immortalità
  • Bob di Twin Peaks il 29/08/2010 15:15
    il confrontarci con la coscienza sporca (l'inferno) è una cosa che ci turba e fa riflettere come il tuo racconto che va in profondità... e riflettendo, anche se poi non centra + niente col parere sul racconto mi viene da pensare "magari ci fosse questa giustizia divina" invece non c'è (ma forse è per questo che l'hai catalogato "surrale"?) ciao Michele
  • Michele Rotunno il 28/08/2010 19:35
    Rai, tu dici che il pentimento posto mortem non serve a nulla, io ti dico che se la pena fosse quella ci penserei mille volte prima di empiare.
    Esattamente come dici tu, Tore.
    Manuela, osservare dall'alto è stato un passaggio obbligato per tutto il racconto.
    Grazie di cuore a tutti voi.
  • Manuela Magi il 28/08/2010 18:20
    Eccellente racconto, osservare in sospensione la propria orribile fine che assomiglia a quella che tu hai provocata agli altri. Bei termini per una storia cha rispecchia la realtà.
  • Salvatore Cipriano il 28/08/2010 14:05
    È questo l'inferno il vedersi ritorcere contro tutto il male commesso. Ottimo Michele, come sempre.
  • rainalda torresini il 25/08/2010 14:00
    L'aggettivo surrreale non lo trovo azzeccato quello che hai scritto è purtroppo reale, più che reale. E il pentimento postmortem non serve a nulla.
    Bello come racconto. rispecchia la realtà di alcuni luoghi e alcune persone e per loro non c'è salvezza nemmeno nel futuro.
    Bravo e coraggioso!
    Ciao, Rai
  • Michele Rotunno il 25/08/2010 12:36
    Grazie Nunzio, Paola e Angela. A Nino dico che se mi dai il tempo di diventare qualcuno potrai scrvere un dialogo tra Nino e Michele. Ma molto tempo, altrimenti tocco ferro! Ciao.
  • Anonimo il 25/08/2010 12:17
    A volte penso di voler fare un saggio su di te... i tuoi scritti hanno un contenuto di tipo psicoanalitico... il fantasma del padre... le domande che mai troveranno risposta... una frustrazione che affiora da quei baffi sonnacchiosi...
    Secondo me a volte ti perdi in periodi troppo lunghi e artificiosi!
    Nel complesso ottimo come sempre!



    A. R. G
  • Angela Lazzara il 25/08/2010 11:28
    complimenti davvero emozionante... sono senza parole
  • Paola B. R. il 25/08/2010 08:42
    Carico di emozioni, forte di sentimenti che alcuni dovrebbero comprendere in vita!!!!
    Bravo, bellissima storia.
  • Anonimo il 25/08/2010 06:25
    Michele, tra tutti gli inferni possibili hai evocato il più inquietante, quello di una convivenza pepetua con la propria coscienza che ti giudica per tutto quello che hai fatto, e per tutto ciò che le tue azioni comporteranno nel futuro. "Uno strazio infinito fluttuante nell'eternità". Appunto.
    Ti trovo particolarmente ispirato. Eccellente.
    Ciao.

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