Mi appoggio al pianto di un sorriso. Un alito di vita mi sfiora la mente ma in ginocchio alla fine sempre mi ritrovo. Sola, disperatamente sola la mia anima non incontrerà la propria ombra riflessa. Nemmeno allo specchio mi rifletto, nemmeno lui accoglie la mia sincera voglia di respirare, di vivere, di condividere solo gioia e pace. Che fare quindi? Ho paura solo a pensare a volte, ho paura a connettermi con il mondo che non capisce. Con il mondo che infierisce anche senza volerlo, con il mondo che non aspetta e rispetta chi pensa in maniera diversa dalla massa. Una preghiera adesso ti rivolgo. Mio unico e grande Dio, se ancora ti ricordi di me accogli la mia supplica, io credo ancora nella vita, io credo e ti porgo il mio cuore. Sorrisi ironici adesso qualcuno accenderà sul proprio viso, ma non mi vergogno di ciò che urlo, di ciò che la mia anima grida, non contano i giudizi gratuiti, io accetto solo consigli sinceri e spassionati. Ma la realtà è diversa, nessuno nutre altre anime di sincerità ed onestà. Alla fine di tutto, di tutti i discorsi, sempre un po' di egoismo e falso altruismo prevalgono. Devo accettare, devo chinare il capo ma non ci riesco. Un'anima in pena oramai perennemente resterò. Ma il mio sfogo oggi dovevo urlare, il mio urlo al cielo dovevo lanciare. Adesso per un po' andrà meglio. Al prossimo sfogo allora se ci sarà. Sono stanco. Sono sfinito da questa esistenza. Ma non voglio ancora mollare. Devo provare a respirare, ad accettare che la vita è questa. Devo pensare poco. Devo parlare di meno con la mia coscienza. In silenzio adesso lascio spazio a voi umani. A voi uomini normali.