L'ultima volta che ci eravamo visti io indossavo un grembiule bianco e lui uno nero. L'occasione era la prova orale di quinta elementare.
Tutte le mamme erano venute ad attendere la rispettiva prole: solo io ed Alberto non eravamo stati oggetto della medesima premura da parte delle nostre genitrici.
O piuttosto eravamo stati noi a dire loro che non le volevamo.
Indipendenti e un po' ribelli, a undici anni.
Lui è stato la mia prima passione. Ed io per lui.
Si erano trasferiti, lui e la sua famiglia a Ginevra subito dopo l'esame.
Il padre "faceva il nucleare".
Me lo sono ritrovato a fianco, nella fila un po' frastagliata che sempre si crea alla cassa di questa nuova libreria, erede di quella che è stata "La" libreria dei nostri anni all'università.
Un po' più basso di me - ma già negli anni '60 il mio destino è sempre stato l'ultimo banco - eccolo qui: cinquantenne dalla chioma sale e pepe, con i riccioli che stanno giusto riprendendosi dal taglio estivo, gli occhi scuri, grandi, con ciglia folte, femminili - quelle che non ho mai avute io - mentre inforca gli occhiali infilati nel "V" del pullover che ricopre un discreto "aggetto" di pancetta e rilegge la quarta di copertina del libro che ha in mano.
"Alberto P.?"
"Anna R.?!"
La meraviglia di esserci riconosciuti, diventa una allegria contagiosa che ci portiamo in giro mentre camminiamo e ci raccontiamo di anni, di una vita e il caffè cede spazio ad un aperitivo e poi a un secondo giro. E qui ci fermiamo.
È ora di andare a casa, per entrambi. Lui dalla sua famiglia, io dal mio compagno.
Le solite cose, scambio di indirizzi di posta elettronica, numeri di telefono, "non perdiamoci ora che ci siamo ritrovati". Si sa come vanno queste cose.
Il libro che ho comprato è per D.; glielo allungo non appena metto piede nel nostro appartamento. Ma dalla busta rossa sigillata non viene fuori l'ultimo noir svedese che avevo scelto, un po' svogliatamente a dire il vero, visto che a me proprio questi scandinavi sembrano tutti uguali - ma un tascabile.. in spagnolo.
"Spagnolo?"
"Beh sì... dici sempre che lo vuoi riprendere..."
Mi è venuta così, che brava! non ho mai raccontato una balla a D. ed ora?
Ora mi volto perché sorrido, speriamo che "lei" ami la letteratura poliziesca del Profondo Nord.
Il mattino dopo mi arriva un sms:
"Pausa alle 13. 30? Bacio! Robert"
"Perfetto! Ri-bacio. Meryl"