username: password: dati dimenticati?   |   crea nuovo account

La principessa dei fiori - 4° capitolo

La scelta -



Una settimana trascorre velocemente, devo fare una scelta troppo importante, non é facile; se la risposta coinvolge solo il lavoro non ho nessun dubbio, sono disoccupato quindi è scontato scegliere di trasferirmi per lavoro, ma non è solo questo che mi obbliga a delle riflessioni.
Ho un figlio, si chiama Angelo, ha 23 anni, ormai è un uomo, è alto un metro e ottantacinque centimetri, magro, un bel ragazzo un po' timido; è fidanzato da qualche anno con Giulia una ragazza di vent'anni, non è bellissima però è simpatica ed è innamorata, ci sa davvero fare, infatti è riuscita a farsi voler bene al punto che da poco si sono trasferiti e convivono in un alloggio vicino casa mia, nonostante questo il nostro legame è solido, ci vediamo tutti i giorni. Sono ancora acerbi ed hanno sempre bisogno di me. Una parte dei ragazzi di oggi evitano di sposarsi, scelgono la convivenza, più facile e più pratica, oltretutto ci sono meno spese; è come una prova prematrimoniale, in questo modo, stabiliscono più facilmente se continuare o meno la vita in comune. Se il loro rapporto è ben condiviso, col trascorrere del tempo, trasformano questa convivenza in matrimonio, diversamente non costa niente separarsi.
Devo pensare a trasferirmi a Parigi, (era il mio sogno da ragazzo), trent'anni fa tutte le porte si sarebbero aperte davanti alla mia giovinezza ed alla mia fisicità esplosiva, ho avuto alcune amicizie femminili interessanti con donne straniere, con loro ho migliorato la conoscenza della lingua e del loro modo di vivere, questi ricordi hanno sempre stuzzicato il mio essere uomo, mi affascina l'idea di vivere in questa città romantica ed allo stesso tempo trasgressiva; oltre per il lavoro, anche questo motivo pur se banale, mi fa scegliere il trasferimento nella capitale Francese, dovrò nuovamente studiare un po' di lingua straniera, a 50 anni è un sacrificio, ma lo faccio volentieri, mi consentirà di comunicare meglio.
Devo lasciare libero l'appartamento dove vivo, quei pochi mobili che ho, li lascerò sotto forma di pagamento, per non aver dato disdetta d'affitto nei termini di legge, gli ultimi sacrifici della mia vita rimarranno qui insieme ai miei ricordi legati a loro, se ci penso mi assale la tristezza, non per i mobili bensì a come è cambiata la mia vita in un attimo.
È difficile immaginare come si diventa impotenti di fronte a situazioni in cui tu non hai nessuna difesa per sfuggire ad un destino segnato col fuoco.
I giorni passano ed i pensieri sono sempre questi, la mia speranza è che all'improvviso possa trovare un lavoro qui, ma all'ufficio del lavoro non c'è mai una richiesta che possa interessarmi, siamo giunti a metà settimana e fra tre giorni Gerard sarà nuovamente qui e dovrò dargli una risposta.
Devo parlare con Angelo, sentire cosa pensa di questa proposta ed avere il suo parere, stasera andrò a trovarlo e ne discuterò senza imporre il mio punto di vista.

123

0
7 commenti     0 recensioni    

un altro testo di questo autore   un'altro testo casuale

0 recensioni:

  • Per poter lasciare un commento devi essere un utente registrato.
    Effettua il login o registrati

7 commenti:

  • Jurjevic Marina il 24/03/2011 16:22
    Che bravo il figlio. Spesso sono loro quelli egoisti... Dire a papà, vai, accetta... Che emozione!
  • loretta margherita citarei il 28/02/2011 18:38
    interessante racconto, rapisce l'attenzione
  • Anonimo il 06/02/2011 17:37
    Evvai, Giuseppe, a Parigi... siamo tutti con te. Io amo la Francia e sono sicuro che questo racconto finirà bene... in tutti i sensi... ciaociao, a presto.
  • Giuseppe Bellanca il 06/02/2011 10:49
    È vero Sara vendendolo in quella situazione si è sentito in dovere a consolarlo dandogli il suo (consideriamolo) benestare. "Cosa avrebbe dovuto fare diversamente?" .
    Vedremo gli sviluppi

    grazie ragazzi..
  • sara zucchetti il 06/02/2011 09:33
    È vero noi ne abbiamo più bisogno, ma vedendolo così gli è venuto spontaneo è come se fosse entrato dentro di lui e avesse sentito il suo tormento.
  • Anonimo il 05/02/2011 19:39
    Di solito sono i padri che rassicurano i figli, in fondo "noi" ne abbiamo forse più bisogno. Bravo Peppe, avanti tutta
  • sara zucchetti il 05/02/2011 19:07
    e la storia continua... mi è piaciuto tanto come il figlio abbia rassicurato il padre preoccupato!
    Bravo!

Licenza Creative Commons
Opera pubblicata sotto una licenza Creative Commons 3.0