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La Morte e il Cavaliere

Prego... dopo di lei.




Qualche giorno fa mi è passata accanto la Morte. Non ho fatto in tempo a vederla in faccia. Da come correva, sembrava avesse un diavolo per capello. Le ho fischiato dietro. Si è fermata. Ne ho approfittato per scambiare quattro chiacchiere. Chiederle il motivo di tanta furia. Sono stati attimi che definire rivelatori sarebbe troppo. Diciamo, più semplicemente, umani.
Nulla di surreale e ineluttabile come la sfida a scacchi del generoso e temerario cavaliere medievale Antonius Block. E, in ogni caso, gli stati d'animo erano invertiti: io ero piuttosto tranquillo: non avevo né paura, né angoscia, né rimpianti; lei, invece, sembrava contrariata. Ma che dico: incazzata come una biscia! Tutto l'opposto dell'iconografia classica, che la vuole immancabilmente tonica, impaziente e avida. Spesso sinistramente silenziosa. Talvolta sadicamente beffarda. Sempre ostinatamente e meccanicamente al lavoro come una mietitrebbia. Soddisfatta e orgogliosa del suo compito sociale, della sua funzione calmieratrice. Refrattaria a scrupoli e rimorsi.
- Mi scusi, è forse incazzata con me?... per questo viaggio a vuoto? -
- Macché... questi sono gli incerti del mestiere... falsi allarmi... cose che capitano ai comuni mortali. Tutto preventivato. Meglio per lei. -
- Scusi se insisto... non se ne abbia a male... ma allora perché tanta cupa agitazione?
- Non so se posso aprirmi... non la conosco abbastanza bene. Anche se dalla sua scheda sembra una persona degna di fiducia. -
- Beh... non le posso promettere che non ne farò cenno con anima viva... le posso solo dire che terrò la cosa fra una ristretta cerchia di amici.
- Fanculo le regole... ma sì... farò uno strappo... almeno mi tolgo il rospo. Vede, il fatto è che mi sono rotta del mio compito. Di essere una semplice esecutrice. Una sorta di ufficiale giudiziario. Che esegue un mandato e basta. Un incarico, il mio, dove l'aspetto giustizia è assai opinabile. Spesso trascurato o assente. Se non ribaltato. E, inoltre, le sembrerà strano, opero da secoli senza conoscere il mandante. Non c'è un tribunale dietro di me... magari! Solo l'ignoto! Un buco nero, insomma. È come ricevere ordini per posta. -
- Non sono sicuro di capire... sa... la testa mi gira ancora... e il polso è debole...-
- A lei gira la testa... a me le balle... mi scusi la scurrilità. -
- Si figuri... quando ci vuole...-
- Sono costretta ad eseguire gli ordini di dipartita da una forza occulta... spesso ingiusta o quantomeno incomprensibile. Definire la situazione kafkiana è dir poco! -
- Mi scusi l'ardire... non è certo una novellina, né una precaria... sta eseguendo il mandato da più vite. A quanto si dice anche con una certa soddisfazione... quasi con gusto... a giudicare dall'esterno. Dall'alacrità con cui muove la sua falce. L'avrei detta una professionista realizzata. Non si era mai fatta domande prima d'ora? È bizzarro che tutto d'un tratto...-
- Capita, mister... ci sono gocce che fanno traboccare i vasi. Mai sentito dire? Dopo secoli... d'un colpo... tutto tracima...-
- Mi scusi tanto... solo che mi sembra strano. Nel suo caso più che di goccia deve essersi trattato di tsunami. -
- Vede, dato che morire si deve, non mi disturba tanto essere io l'annunciatrice dell'evento. La traghettatrice del corpo. Mi turba e rode l'assenza di una logica nella selezione delle anime. Al limite, andrebbe bene anche procedere random... un bel n'do coijo coijo. O, che so... un Bingo - ho detto Bingo non Bunga - alla rovescia... invece, anche se non ho in mano dati certi... odio numeri, statistiche e sondaggi... ho spesso la sensazione che ad essere chiamate prima del tempo siano in prevalenza persone decenti. O bambini innocenti. Più gli individui sono indecenti, più sembrano sfuggirmi. Mi è perfino venuto il dubbio che riescano a corrompere qualcuno... molto più in alto di me. Nella segreta stanza dei bottoni di certo fanno preferenze... come minimo hanno delle simpatie. Ma di che mi lamento... in fin dei conti io non sono che una protesi. Una nullità. Bassa manovalanza. Dovrei starmene al mio posto:... usa obbedir tacendo e tacendo far morir...-

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6 commenti:

  • Anonimo il 10/07/2012 17:30
    Spesso ho gli stessi dubbi e gli stessi perché della morte... Misteri della vita, dico io! Bellissima ironia portata avanti con maestria fino alla fine.
  • Anonimo il 16/07/2011 19:49
    Si può dire che tu sappia scrivere ed anche piuttosto bene... certamente il tema della morte facilita ma credo tu abbia risorse e la disinvoltura e la colloqualità con qui i due soggetti si raffrontano ( un po' alla Benni ) sia originale e divertente.
    Sai stare sul pezzo e sai scrivere, bravo, complimenti!
  • Michele Rotunno il 15/02/2011 21:26
    Non è vero che siamo tutti uguali di fronte alla morte. lo siamo dopo, appena dopo, un istante dopo. Qualcuno esclamerà ironico: "bella consolazione", ma con tutto il tempo che avremo dopo è senz'altro già qualcosa.
    Ciao
  • Anonimo il 14/02/2011 13:16
    ironico, attuale ed originale!
    bel brano
  • Anonimo il 12/02/2011 17:24
    Ben scritto, originale, attuale. Porta a riflettere, anche per la leggerezza del tono ironico... a mio avviso un gran bel brano. ciaociao
  • Ugo Mastrogiovanni il 12/02/2011 12:46
    Letto con molta attenzione, mi è piaciuto anche il modo di porgere.

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