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Il mio amico Gofredo

Dopo il grave incidente d'auto Gofredo aveva il cranio deformato e nella concavità sul fianco della testa ci viveva un ragno di medie dimensioni; avevano raggiunto un rapporto simbiotico, Gofredo gli offriva un alloggio sicuro e il ragno gli ricopriva il capo di ragnatele, tanto che lui non si sentiva più calvo.
I ragazzini del quartiere lo chiamavano Spiderman, lui era veramente convinto che la gente non si accorgesse che non fossero veri capelli, ormai la sua psiche era andata a farsi benedire.
Quando entrava negli esercizi pubblici la gente era inquietata.
Un giorno, in macelleria, il ragno aveva fatto capolino da sopra l'orecchio, una signora si era sentita male e quando Gofredo aveva cercato di sorreggerla una voce lo allontanò:
<< ma se ne vada!, non vede che fa schifo a tutti! >>
E un altro tuonò:
<< Schifo d'uomo! >>

Fu proprio quel giorno all'uscita dal macello che lo incontrai... Io venivo da un periodaccio, il lavoro mi aveva lacerato le palle, di amore nessuna traccia, non scopavo da una vita, addirittura quando trovai il coraggio di telefonare a una prostituta questa riagganciò incazzata perché parlavo piano e non si capiva cosa dicevo.
Allorché, quando l'improperio "Schifo d'uomo" uscì dal negozio seguendo a ruota Gofredo, io che passavo di lì mi sentii chiamato in causa e con espressione interrogativa e l'indice che mi indicava mimai rivolto verso l'interno della bottega:
<< dice a me? >>
Gofredo sorrise (era da così tanto tempo che non lo faceva più che gli fecero male le guance)
e mi chiese a mano aperta di dargli un cinque... Uno skiok affermativo seguì la richiesta.

Cominciammo a frequentarci e ad uscire assieme il sabato sera crogiolandoci nel nostro mal comune mezzo gaudio di emarginati, ma con la speranza di trovare finalmente qualcuno che ci volesse bene.
Passarono molti mesi, e durante quel periodo io ebbi qualche occasione con qualche ragazza, ma che gestii male, questo però bastava per vedere rattristare Gofredo ogni qualvolta si presentasse la possibilità che rimanesse senza il suo compagno d'insuccessi.

Una bella sera però accadde il miracolo...
Gofredo incontrò Dalmazia, anche lei era in una condizione disastrata, il suo cerume era dolcissimo, sarebbe potuto essere usato tranquillamente come zucchero dagli umani, ma per ovvi motivi questo non accadeva, le formiche però, forti della loro inconsapevolezza, ne andavano matte e la povera Dalmazia era costretta a frequenti interventi di pulizia dagli insetti dall'otorinolaringoiatra; l'incontro con Gofredo fu una vera liberazione, nelle notti in cui dormivano nello stesso letto, il ragno provvedeva a sterminare le formiche ogni qualvolta si ripresentavano ridando a Dalmazia la voglia di vivere e infatti da quel giorno vissero tutti felici e contenti.

Tranne me.

 

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6 commenti:

  • Domenico J. Esposito il 19/03/2011 22:01
    Oh diamine! Sapessi quante volte avevo pensato di concludere un racconto con quella frase che hai usato tu! o. O
  • Anonimo il 19/03/2011 13:59
  • Bob di Twin Peaks il 06/03/2011 14:37
    ehi! ciao Guido! in effetti mi accorgo dell'ambiguità e delle volte, siccome mi viene da metterla anche nei commenti, mi trattengo per non essere frainteso, ma se non ci metto un po' di "presa in giro" mi sento banale...
    Grazie mille dello stra complimento, mi pavoneggio da solo qui davanti allo schermo...
    poi cambio sito... una mano sul mouse e una...
  • Guido Ingenito il 06/03/2011 14:07
    che piacere rileggerti! si, sei forse l'unico del sito proprietario di tal genere. una passione molto difficile che forse non tutti riescono a capire, proprio per l'ambiguità intrinseca che esprime. adoro il tuo stile.
    questo è un racconto particolarmente riuscito. una situazione straordinaria messa giù come fosse normale amministrazione.

    Guido
  • Bob di Twin Peaks il 06/03/2011 13:42
    Ciao Giacomo! in effetti il demenziale mi attira come una calamita, non so resistere al tragicomico, grazie del cinque, ti sorrido come Gofredo
  • Anonimo il 06/03/2011 07:24
    Bob, un racconto semiserio e demenzialmente istruttivo che unisce originalità ad una buona scrittura. Mi sento di darti un cinque... io un vaffanculo al macellaio lo dicevo... anche se aveva il coltello in mano... ahahahah... ciaociao

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