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L'isola delle sirene

Il viaggio in aliscafo da Napoli non è stato lungo. Arriviamo in vista dell'arcipelago delle Eolie in circa quattro ore. Non avevamo considerato, però, che Vulcano, essendo l'ultima tappa, avrebbe richiesto altre due ore, a causa dei tempi d'attracco e d'ormeggio alle isole di Stromboli, Panarea, Salina e Lipari.
Giungiamo che è quasi il tramonto, accolti da un'aria particolarmente calda e da una natura che fiammeggia agli ultimi raggi del sole. Non può che essere così, visto che stiamo con i piedi sopra un vulcano!
Vicino al porticciolo c'è uno specchio d'acqua che ribolle per le fumarole che dal vulcano scendono fin sotto la superficie del mare. Pochi metri dietro, sulla terra, c'è una grossa pozza d'acqua fangosa, calda anch'essa, dove numerose persone, nonostante l'ora vespertina, vi si crogiolano ancora dentro, ricoprendosi tutto il corpo di fango, come i dannati del girone dantesco dei golosi, senza i diavoli, però.
Giungiamo in albergo e dopo le formalità di rito, raggiungiamo la nostra stanza, confortevole e fresca grazie all'aria condizionata. Il tempo di cambiarci e, data l'ora, andiamo al ristorante che, con nostra gradita sorpresa, affaccia sulla spiaggia: di fronte il mare e, sulla destra, la vicina isola di Lipari.
Facciamo subito onore alla buona cucina siciliana, che il ristorante dell'albergo ci propone in gran varietà, per una formula di pensione e di qualità eccellente.
Dopo cena andiamo a fare due passi nell'abitato di Vulcano.
Percorriamo piccole vie, delimitate da basse e linde case bianche, attraversiamo una piazzetta circolare che è il cuore di Vulcano e imbocchiamo la via dello "struscio", dove ci sono bar, ristoranti e negozi d'abbigliamento, d'artigianato e d'accessori per il mare, fino ad arrivare ad un altro lato del porticciolo.
Vulcano paese è già finito. Nel giro di mezz'ora, l'hai, in sostanza, visitato tutto!

Prendiamo un caffè e ripercorriamo a ritroso il cammino per tornare in albergo.
Prima di andare in camera, ci rechiamo sulla spiaggia dell'albergo, a calpestare a piedi nudi l'ancor tiepida sabbia scura e ad ammirare il cielo stellato, che ci offre, complice la totale oscurità, un brulichio immenso di stelle, uno spettacolo negato, ormai, a noi distratti ed indaffarati abitanti delle città.
Rivolgiamo uno sguardo alle luci di Lipari ed al contorno dell'isola che si staglia appena, dal blu scuro del cielo.
Facciamo degli ampi respiri dell'aria balsamica proveniente dal mare, che, in questa calda sera estiva, è tanto calmo, da non avvertire nemmeno lo sciabordio delle onde e poi... a letto.

Da domani avremmo gustato in pieno questa vacanza, il cui anticipo promette molto bene.
Il sonno, lontano dagli affanni consueti e dalle ambasce della quotidianità fredda e metodica del lavoro, ci accoglie subito fra le sue braccia.

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1 recensioni:

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  • Anonimo il 30/06/2014 04:35
    apprezzato... complimenti.

1 commenti:

  • Sergio Maffucci il 30/06/2014 07:00
    Grazie Ferdinando.
    É molto tempo che non frequento, quindi ho "apprezzato" anch'io il tuo commento.
    Se può farti piacere, questo racconto è stato riconosciuto meritevole anche in alcuni concorsi letterari.
    Ti ringrazio di nuovo e aggiungo il link del mio blog:
    www. sergiomaffucci. com, qui c'è quasi tutto ciò che ho scritto: libri, racconti e... perfino poesie!

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