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Cerebrale

- Saresti stata la prossima.
Quelle parole lei le aveva solo immaginate, appiccicata al cuscino durante una delle tante notti insonni degli ultimi anni. Ma quella torbida fantasia non ha creato lo scudo sufficiente per proteggerla adesso, su quel pianerottolo, davanti a lui che lo ha detto davvero. Tutto questo basterebbe per entrare in casa e chiudersi quella parte di vita alle spalle, una volta per sempre. Lui capirebbe e non tornerebbe mai più. Nessun bigliettino, nessun piantonamento. Via.
E il mondo continuerebbe a fare schifo.
E il mondo continuerebbe a precipitare nell'universo, senza mai schiantarsi.
- Perché non me l'hai mai detto?
La guarda, poi fissa la tromba dell'ascensore. Le occhiaie gli invecchiano il viso più di quanto lui vorrebbe ed è come se il suo viso non avesse mai conosciuto giornate di sole. Sullo zigomo sinistro un paio di piccole cicatrici in più. La sua maledetta voglia di vivere.
Non è cambiato.
Gira lentamente la testa, verso di lei, e infila le mani nelle tasche dei jeans. Per la prima volta è smarrito, il cacciatore si è fatto preda. La sconsolata constatazione, enunciata senza mai battere le palpebre.
- Mi credi se ti dico che proprio non lo so?

Quando il cellulare vibra lei è ancora intrappolata in autostrada, in mezzo a migliaia di idioti che hanno scelto il giorno sbagliato per darsi appuntamento tutti insieme proprio oggi che è il suo compleanno. Non ci sono feste sulla sua agenda e in quella città nessuno sa quando è nata. E nessuno lo saprà mai. Una doccia, la cena, la lavatrice, il pigiama, il film e il letto. Non chiede chissà cosa, solo che almeno oggi il traffico si sciolga il prima possibile. Spegne la radio che tanto non stava ascoltando, sbuffa e risponde, senza guardare il display. Sarà mamma. O al massimo quel cretino del gestore della videoteca che non ha ancora capito che ieri sera è stata solo colpa della vodka.
- Mamma?
- Aria. Sei tu?
- Sì - quella voce lei la conosce. Si prende un paio di secondi, respira. Guarda il display: numero privato.
- Aria?
- Ha sbagliato numero - e mette giù. Le macchine si muovono appena. Venti centimetri in meno verso casa.
Due? Tre anni? Forse qualcosa in più. Come ha fatto ad avere il suo numero? Riprende il cellulare, ma quella chiamata è esistita ed è davvero anonima, nessun abbaglio. Era davvero lui? Altrimenti? Uno scherzo? Da escludere. Nessuno sa niente di quello che successe, nessuno sa nemmeno che oggi è il suo compleanno. Quindi? Cosa vuole? Cosa sta succedendo?
Quando smette di pensare la sua mano sta picchiando forte il clacson, e intorno c'è il trambusto di migliaia di automobilisti che si son fatti contagiare ma che non possono vederla piangere.

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6 commenti:

  • Guido Ingenito il 21/06/2011 01:47
    sul delitto hai proprio ragione. questo racconto è una sorta di seguito di un mio prcedente lavoro (breakeven). una specie di estratto di un lavoro più grande mai scritto
    capisco l'incomprensione, contento comunque ti sia piaciuto

    grazie!
    buonanotte

    Guido
  • Verdiana Maggiorelli il 09/06/2011 15:51
    Quel delitto senza motivazione è un po' appiccicaticcio... e non capisco il titolo.
    Però la tua scrittura è scattante e coinvolgente, i personaggi ben tratteggiati, le atmosfere
    di grande impatto. In particolare mi è piaciuto il momento con il gestore e la bevuta notturna con il padre. Ebbravo Guido!
  • Guido Ingenito il 18/05/2011 15:59
    grazie mille Gianni, seguirò molto volentieri il tuo consiglio

    Guido
  • Giovanni Barletta il 18/04/2011 18:42
    I tui esercizi tradiscono sempre il talento che ammiro tanto. A parte una certa fatica a seguire gli eventi (ci dovresti lavorare di più, va bene questa scrittura circolare ma non deve disorientare il lettore) hai la solita facilità nell'entrare dentro le persone. Bravo!
  • Guido Ingenito il 18/04/2011 15:35
    carissimo Bob, ci hai preso ovunque. è tutto esattamente come lo hai inteso. in teoria questo racconto è il "sequel" di breakeven, altro mio delirio scritto durante una notte alcoolica di qualche mese fa. lui è un assassino, lei è la sua prossima vittima.
    a parte la naturale voglia di scrivere mi sono esercitato sui flashback, sulla storia dei personaggi, insomma, qualcosa per darne maggior densità.
    sul gestore: hai ragione. hai colto il mio punto di vista. pur essendo solo "di passaggio" necessita di attenzione. sono dell'idea sacrosanta che tutti i personaggi infilati in una trama vadano a cucire delle zone che per forza di cose erano strappate. Lui per me è davvero importante.
    hai ragione, si fa fatica a capire l'ordine cronologico, l'escomotage della divisione in paragrafi non sempre semplifica questa strategia, ma comunque ne sei venuto a capo.
    grazie, mi hai dato materiale su cui lavorare.
    sei sempre tra i numeri uno del sito

    buonissima giornata!

    Guido
  • Bob di Twin Peaks il 16/04/2011 13:55
    ti confesso che non l'ho capito, la scena iniziale è parte della scena finale? e il racconto comincia cronologicamente da Aria in autostrada? quello che non ho capito è se il ragazzo doveva per qualche ragione uccidere Aria; quello che ho apprezzato sono gli stati d'animo e le riflessioni dei personaggi, Aria, il babbo e anche il gestore (anche lui esiste e ha diritto al suo punto di vista) ciao Guido, buon week end

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