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Monologo sul millennio - terzo quarto

Come dice? Che non le pare? Che il potere è ancora tutto nelle mani dei maschi? Che le istituzioni, i partiti, la politica insomma, è loro?
E, secondo lei, può mai succedere che Lui, dopo aver stravolto tutto, dopo aver cambiato le regole dello spettacolo, dopo aver spazzato via la morale, possa aver lasciato intatta la politica? No, cara signora, no, amici che siete accorsi numerosissimi, no davvero!
Ma non lo vedete da soli? Non vi accorgete che anch'essa è cambiata, che è diversa, che è altra cosa rispetto a quella che ricordate? E lo dico proprio a voi che siete qui stasera, perché vivete proprio nel Paese che, forse, è il più avanti al mondo in questa trasformazione. Su, fate uno sforzo, ve ne prego, date aria alle vostre esauste meningi! Fate volare l'immaginazione nelle sterminate praterie del futuro!
Politica: che grande parola. Che grande, meraviglioso concetto! Ne parliamo e subito pensiamo alla "polis" greca. E non sbagliamo. Essa è nata là, nella notte dei tempi, per dare ordine ai rapporti fra i cittadini, per costruire loro un futuro. Credetemi: senza la politica saremmo ancora nelle caverne, a combattere a mani nude contro le bestie feroci.
La politica è stata il meccanismo che ha reso possibile il progresso. Non senza errori, certo. Magari con lotte terribili, feroci. Ma sempre con la capacità di indicare la strada per il futuro. Sempre lì, davanti a noi, fattrice degli eventi, levatrice dei cambiamenti, pronta a disegnare la Storia.
Oggi però, l'abbiamo quotidianamente sotto gli occhi, la politica non riesce più a svolgere questa sua funzione. Le Istituzioni non riescono a tenere il passo con la società, a cadenzarne le regole, a definire i comportamenti. Sono costantemente sopravanzate dalla realtà. Lo Stato, che è l'essenza stessa della politica, non ha la forza, non ha i soldi per realizzare quello che sarebbe necessario per noi, che siamo i suoi cittadini. Quello di cui abbiamo bisogno, che pretendiamo da lui. E così perde proprio la sua funzione "politica"! Esso è costantemente in affanno, è disperato, sta morendo e non se ne accorge!
Voi siete - noi siamo - spettatori, attoniti, di questa tragedia. Ma non vedete? Le persone che ci dovrebbero guidare, anche i migliori tra loro, anche le menti più illuminate, i riformatori più radicali, quelli che per un attimo hanno alzato il vento della speranza, come quel tizio abbronzato aldilà dall'Atlantico, non vedete che anche loro si devono arrendere? Sono indietro, perennemente in ritardo sui ritmi del mondo, e anche quando per un secondo, uno solo, riescono a recuperare il passo, si trovano comunque impotenti, con le mani legate, senza gli strumenti necessari per fare quello che hanno in testa. Ci spremono inutilmente con una caterva di tasse, ma senza alcun risultato. Sono tanti Sisifo costretti a rotolare con le nude mani massi giganteschi su per il fianco della montagna, per poi vederli - ineluttabilmente - ridiscendere a valle.
Che tragedia!

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9 commenti:

  • Giovanni Barletta il 18/04/2011 09:25
    @Nunzio: innanzitutto grazie infinite per il commento. È stimolante! Nel merito ti devo dire che sono più che d'accordo sul nostro uomo, quello che dici di lui è quello che penso anch'io.
    Il fatto è che questo lavoro non parla di lui (tutti noi - io per primo - ne siamo ossessionati e immediatamente riconduciamo ogni cosa alla sua persona!). Il tentativo è di parlare della società di oggi in senso lato, non solo per la situazione italiana. Ti chiedo: credi che un ipotetico lettore tedesco o americano farebbe fatica a riconoscere la sua reltà in quello che dico? Per quanto riguarda l'Italia ho un timore, che l'avventura di B. non sia un incidente sul cammino della Storia ma il prologo di quello che verrà su scala mondiale. Ora che quelli che chiamo i Capitali hanno un potere che è al di sopra di quello degli Stati penso che vorranno piegare la legge ai loro interessi.
    Già che ci siamo diciamo anche questa: realmente la democrazia è un abito vecchio! Essa era fatta di garanzie e di contrappesi tarati per un mondo che non esiste più. Per questo oggi è così inefficiente.
    Ma poi dovremmo parlare di cosa fare, allora...
  • Giovanni Barletta il 18/04/2011 09:12
    @Giacomo: riguardo al tuo commento sul pezzo precedente ti devo dire che che parla non è lui e nemmeno Letta. Non si scomodano di persona. È solo uno dei cortigiani e nemmeno uno dei più in vista. Per il dopo, abbi pazienza e vedrai...
  • Giovanni Barletta il 18/04/2011 09:08
    @Medina: molto acuta! Grazie (e leggi cosa scrivo a Nunzio)
  • Giovanni Barletta il 18/04/2011 09:07
    @Michele: bella la metafora dell'albero. Del resto un nido sul ramo può essere visto come qualcosa di prezioso da proteggere ad ogni costo oppure come un fastidioso intruso da eliminare.
    Se non possiamo bere assieme un bicchierino, facciamolo virtualmente. Fra i regali del Millennio in fondo c'è anche la possibilità che abbiamo avuto di conoscerci e di parlarci...
  • Anonimo il 18/04/2011 07:19
    Mi dispiace Gianni, ma questa volta non mi trovi d'accordo. Mi spiego. Se tratteggi B. come un demiurgo che opera per fini a noi sconosciuti, gli fai un favore, gli dai spessore, lo doti di un'anima di cui invece è sprovvisto. Anche quel suo richiamo al capitale, alla democrazia inutile, non sono credibili alla luce del pensiero del povero caimano. Lui non appartiene al capitalismo, o meglio, non ai protagonisti. Fosse vissuto nell'ottocento, probabilmente sraebbe stato un "fattore", uno di quei abili amministratori agricoli che avrebbe spogliato i suoi padroni dei loro beni, per diventare esso stesso un padrone. In effetti la parabola umana di B. assomiglia sempre più a quella di Mazzarò: non vedete la sua ossessione per il possesso, per tutto ciò che può essere prezzato, per "la roba" insomma? Quinid non credo di poter conferire a B. più di una notevole furbizia, una formidabile assenza dis scrupoli ed uno sterminato complesso di inferiorità. Donargli anche una piccola visione politica, una strategia al di fuori del "tutto e subito" ambita dai miserabili, una seppur minuscola visione d'insieme no, non mi trova d'accordo. Per quanto mi riguarda il vero pericolo per la democrazia non è B. quanto pittosto il B. ismo. Volete che non ci sia, in qualche parte d'Italia un imbecille pronto a raccoglierne la fiaccola e a trascinare folle di maniaci alla conquista del potere al grido di "gnocca et circenses"?
    A parte questo, Gianni, sul resto siamo d'accordo. Scusami per questa invasione.
    Ciao.
  • Anonimo il 17/04/2011 14:26
    Io quello lì che parla se va avnti così lo strozzo... con le mie mani. Posso???... ciaociao Giovanni, sempre più intyeressante. forza, spremiti il cervello e continua... ma dopo che ci ha tolto la democrazia cosa vuole quel signore travestito da santo: la nostra anima? No, io non gliela do... speriamo che non gliela diano nemmeno le signore e forse qualcosa si sistema... ahahah... ciaociao
  • Anonimo il 17/04/2011 07:42
    Giovanni... caspita, all'inizio non capivo e poi ho visto nel tuo profilo che ci sono altri due pezzi, il primo e il secondo quarto di millennio( forse ero all'Elba quando hai pubblicato)... allora torno a bomba e sono curioso di leggere bene la tua visione dei vari quarti... a dopo, il giudizio... ciaociao
  • Anonimo il 16/04/2011 22:32
    Sei riuscito a spiegare una regola che a molti sfugge: il capitale ha una propria energia e certe volte, pur di sopravvivere, si mangia anche il capitalista che l'aveva creato.
  • Michele Rotunno il 16/04/2011 21:47
    Caro Gianni l'uomo è come un tronco d'albero, un maestoso albrero che si chiama ambizione; i suoi rami principali sono il potere e la ricchezza e, poi, fama e gloria. E la democrazia? è un piccolo nido che qualche uccellino è riuscito a crstruire tra le fronde, nulla di più.
    Peccato sia la distanza a separarci perchè in simile occasioni un compagno con cui annegare certi tristi pensieri farebbe davvero comodo.
    Ciao.. e buona vacanza!

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