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Prima ora: lettere

Una scuola di Napoli, aula 6 ore 8:30.
Senza che nessuno avesse intuito la sua intenzione di cominciare una frase, Mastrangelo all'improvviso esclamò:
"E'si propt vulesse sfottere a'scazzetta dò prevet,..."
Come?!?!... intervenne pronto Colantuono;
Ma chiedo molto se ogni tanto riuscissimo a mettere una dietro l'altra due parole di senso compiuto, magari in italiano..???
Nonostante mi sforzi di giorno in giorno cercando di comprendere quale oscuro virus la assale e la costringe a vomitare schifezze lessicali, la avverto, ci ho quasi rinunciato del tutto... e non so se mi spiego... se permette, la licenza poetica me la prendo anch'io... sò cazzi...
E bastaaaaa... io non dico che si debba essere tutto di un pezzo in qualunque situazione...
Ci mancherebbe altro... siamo uomini tutti... e ringraziando nostro Signore reagiamo e rispondiamo a tono... e quando vogliamo... siamo vivi... siamo liberi... ma quando è troppo è troppo.
E la prima volta passi, e passi anche la seconda, ma dopo un'infinità di volte si può anche rinunciare alla comprensione forzata e sentire il bisogno di instaurare un dialogo più serio, più profondo, più umano, ma soprattutto più comprensibile!!!.
E cosa ci si sente dire? ..."se proprio volessi sfottere la scazzetta del prete.. bla bla bla..."
Ma che siamo, uomini di Neanderthal?...
Ma con quale coraggio torturiamo la nostra amata lingua... madre della "Divina Commedia", de "I Promessi Sposi", del "Così è se vi pare"... più rispetto... più civiltà letteraria...
Dobbiamo essere consapevoli che il bagaglio culturale che abbiamo ereditato dai nostri padri deve essere indossato con dignità soprattutto nell'uso quotidiano...
Solo così la nostra costanza ci premierà formando dentro di noi una coscienza sensibile ed educata al puro ascolto della nostra lingua...
Mastrangelo si riprese quasi subito da quel turbinìo di parole e senza farsi sfuggire l'occasione colse al volo l'attimo in cui Colantuono si interruppe.
Con la sua voce sgradevole e l'intonazione forzosamente impastata di cadenza napoletana, tuonò con potenza nel modo che conosceva già...
Colantuoooono!!!
Quanto è vero che mi chiamo Professor Mastrangelo...
quando hai finito di dire cazzate, vieni alla lavagna che oggi... cazzo... ti interrogo lo stesso!!!

 

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1 commenti:

  • Fernando Piazza il 20/05/2011 00:22
    Devi ammettere che certe espressioni, pronunciate nella "lingua madre" hanno una valenza maggiore e mal si prestano ad una traduzione letterale che traviserebbe e altererebbe irrimediabilmente il senso più profondo di quanto si vuole esprimere, oltre che togliere quella fruibilità che solo l'immediatezza riesce a rendere. Vuoi mettere la concisione di alcune frasi che con poche e dirette parole riescono ad esprimere ciò che tradotto si trasformerebbe in un mare di parole vuote e senza senso?
    È vero che la lingua italiana è ricca, varia, elegante e quant'altro ma ogni contesto ha bisogno del suo modo di esprimersi per essere il più possibile efficace.
    Il tuo racconto descrive proprio questo contrasto che tu sapientemente hai saputo comunicare e proprio per questo mi è molto piaciuto.
    Il mio commento rischia di essere più lungo del racconto, SORRY...