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La Leggenda della Settima Figlia

Carpino, provincia di Foggia.

Questa è una storia vera, che riporto così come mi è stata raccontata.

Viveva in un grande appartamento al secondo piano un vecchio molto ricco, ex ufficiale dell'esercito durante la Grande Guerra.
Era il 1955, e ormai si avvicinava ai 90 anni. Semi-invalido, passava le giornate a letto. Due persone di servizio andavano da lui ogni mattina alle 8, per prestare servizio fino alle 19, ora in cui andava a dormire nel grande letto di legno scuro.

Il palazzo era completamente disabitato, a parte il suo appartamento. Gli altri locali completamente vuoti davano allo stabile un aspetto fatiscente. Anche l'appartamento del vecchio ufficiale era fatiscente. I muri antichi trasudavano umidità secolare e ormai scrostati avevano assunto un colore grigiastro. I pesanti mobili, segno di antica ricchezza, ormai corrosi dal tempo. Nonostante questo, si diceva in paese che gli antichi armadi conservassero soldi, gioielli, ricchezze inaudite di paesi lontani.
Nell'intrico di vicoli bui che si arrampicavano sulla collina le persone pensavano a questo, quando passavano sotto casa sua, guardando la finestra sempre aperta al secondo piano.

Ed è così che in quei tempi bui sette sorelle, la più piccola 16 anni, la più grande 25, decisero di derubarlo.
Una notte di agosto camminarono in silenzio lungo i vicoli, salendo scalinate, attraversando angoli bui e arrivando finalmente sotto la porta del palazzo.
Sapevano che la servitù era già stata congedata.

Non si sa in che modo entrarono nell'appartamento, forse arrampicandosi e sfruttando una finestra aperta per la calura estiva, o se semplicemente forzarono la porta.
Fatto sta che entrarono nella camera dell'ex ufficiale, svegliarono il vecchio, lo buttarono giù dal letto e, prendendolo a calci, lo costrinsero a strisciare verso l'armadio dove teneva i suoi averi. Aprirono ante, svuotarono cassetti, presero con ingordigia tutto ciò che trovarono. Stavano uscendo, quando la più piccola si ricordò di quel vecchio porta foto visto sul comodino del vecchio. Era molto probabilmente di poco valore, infinitesimo rispetto al resto. Tornarono indietro.

E fecero il più grosso errore della loro vita.
Entrando nella camera da letto, alla luce di una lampada a olio, si avvicinarono al comodino. Quello che ignoravano è che in un cassetto, nel vecchio tavolo di fronte alla finestra, il vecchio teneva la sua vecchia pistola.
Mentre loro svuotavano i mobili della casa lui, strisciando, metro dopo metro, poco a poco, aveva raggiunto il tavolo. E aveva aperto il cassetto.

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1 commenti:

  • sara zucchetti il 26/05/2011 21:49
    Bella leggenda, anche se un po' tragica e scritta bene

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