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Lupo di mare

Saranno stati quegli occhi blu intenso, sarà stato l'insegnamento paterno o il semplice odore dell'acqua salmastra a far nascere in lui la passione del mare.
Non aveva mai messo piede su di un'imbarcazione e non aveva mai imparato a nuotare, ma la semplice vicinanza all'acqua lo faceva star bene.
Quante passeggiate a riva calpestando la sabbia morbida nella sua vita.
Quante volte aveva ascoltato il suono melodioso dello sciabordìo alternarsi al battito incerto del suo cuore.
Chi lo incontrava per la prima volta non poteva far a meno di notare la sua invidiabile abbronzatura accentuata dal bianco della sua barba incolta. Un vecchio lupo di mare pensavano senza immaginare che quell'uomo non conoscesse nemmeno un nome di un albero di un veliero o neanche una delle parole complicate che tramutano l'operato del marinaio in una corsa a pelo d'acqua a vele spiegate.
Di queste cose non ne aveva mai sentito il bisogno, l'unica esigenza era di stare a contatto con il mare e ne aveva rispetto e timore come il più impavido pescatore aveva imparato durante i lunghi giorni di navigazione e di duro lavoro a bordo del suo peschereccio.
Aveva imparato a perdersi completamente nell'immensità del blu ed a correre col pensiero fino alla linea dell'orizzonte per poi tornare indietro fino alla battigia, ed ancora e ancora.
Un bambino curioso, vedendo quello strano omino in contemplazione, non potè fare a meno di avvicinarsi, pian piano, e sedendosi quasi accanto a lui approfittava dei giochi di sabbia per diminuire la distanza fino quasi a poterlo toccare. Restarono immobili, in silenzio per più di un'ora, il tempo necessario per accorgersi che il vecchio era morto, con un sorriso impresso per sempre sul suo viso e nei ricordi del bimbo.
Non dimenticherò mai quegli occhi blu intenso del vecchio lupo di mare ed ancora oggi, avendo imparato a ripercorrere col pensiero fino alla linea dell'orizzonte per poi tornare indietro fino a riva mi scopro in contemplazione ad ascoltare lo sciabordìo prendere il posto del battito incerto del mio cuore che si offre alla vita.

 

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9 commenti:

  • Bianca Moretti il 06/08/2011 21:06
    Il mare col suo moto perpetuo, i suoi colori e i suoi profumi ricorda il ripetersi ciclico della vita, fatta di esperienze, di passaggi, di cambiamenti e di sensazioni irripetibili e senza limiti... Inevitabile il richiamo a Il Vecchio e Il Mare di Hemingway, racconto indimenticabile come gli occhi di Santiago, il protagonista, che avevano lo stesso colore del mare e come il mare erano ridenti e indomiti. Molto bello
  • Dark Side il 04/06/2011 20:26
    bellissime descrizioni, ed efficace l'analogia tra gli occhi blu del vecchio e il mare lì a pochi passi: quasi come se il mare fosse presente fin nei recessi della sua anima...
  • Giorgio De Simone il 02/06/2011 20:33
    Fernando, non ti perdere le mimmarelle del ex ristorante il Gabbiano sulla rive droite.
    La zuppa di pesce del compianto Don Franco Di Iorio era consumata sulla spiaggia dei Maronti. Il coniglio all'ischitana e la pasta con il sugo di coniglio se non lo hai già fatto devi assaggiarli alla Capannina in località Buonopane Barano.
  • Fernando Piazza il 02/06/2011 20:17
    Giorgio, io considero Ischia la mia seconda casa... Ci vado da alcuni gli anni, ospite all'Albergo del Maggiore di Davide a Casamicciola. Io e mia moglie siamo innamorati di quei siti incantevoli e ogni anno visitiamo a fondo un pezzettino di isola: siamo saliti fin sull'Epomeo e camminato sulla bocca del Rotaro. Le spiagge sono meta dei nostri "vagabondaggi" a giorni alterni: dai Maronti alla spiaggia degli inglesi, Citara, Baia San Montano, Sorgeto fino a Bagnitiello in quel di Castiglione. Persino il potere "miracoloso" delle acque di Nitrodi non è più un segreto per noi nonchè le tonificanti cure dei fanghi Bellizzi o delle terme Elisabetta e l'incanto delle terme di Negombo, meta ambita di fine soggiorno... Non conosco la zuppa di Don Franco ma il coniglio all'ischitana e la pizza di Davide meritano lo stesso plauso. Va beh, la lista è lunga... mi manca già... purtroppo posso andarci solo a settembre.
  • Giorgio De Simone il 31/05/2011 00:01
    Massimo e Marcello grazie per i vostri commenti. Nei miei personaggi c'è sempre un po' del mio essere o del mio vorrei essere. Scrivere questo breve racconto mi ha fatto rivivere le gite domenicali in quel di Ischia con mio padre, i miei giochi di sabbia e la tradizionale zuppa di pesce che Don Franco ci preparava su nostra richiesta. tutto questo avveniva in periodi decisamente inusuali... marzo, aprile dove in spiaggia si trovavano soltanto tedeschi estasiati dall'isola e da punta S'Angelo... una meraviglia. Per chi non c'è mai andato lo consiglio (evitare luglio ed agosto). ciao a tutti
  • Marcello Insinna il 30/05/2011 22:21
    che bella metafora: la vita e la morte in un circolo infinito, come le onde del mare.
    Complimenti, emozionante
  • Massimo Bianco il 29/05/2011 19:19
    Bello e intenso, bravo. Una domanda: il bambino curioso eri tu e questa storia ha dell'autobiografico o è personaggio di fantasia come il vecchio barbuto e quindi la storia stessa?
  • Giorgio De Simone il 28/05/2011 14:14
    Fernando, che piacere leggere i tuoi commenti. Sempre ricchi di citazioni ed approfondimenti. il passaggio di "consegne" tra vecchio e nuovo attraverso un qualcosa che si impara a vedere solo con un insegnamento patriarcale era l'intento del mio racconto. Mi piace la nota culturale che hai aggiunto attraverso la tua lettura.
    sono contento che ti abbia suscitato emozioni. grazie di cuore
  • Fernando Piazza il 28/05/2011 14:02
    Mi hai indotto una bella riflessione col tuo breve ma intenso racconto rimandandomi ad Eraclito col suo "Panta rei... tutto scorre". Non a caso hai scelto il mare, vero protagonista: simbolo dell'inconscio ma anche del fluire tumultuoso della vita. Ma implicitamente sottende anche il tema dell'eterno ritorno...
    Un passaggio di consegne tra il vecchio e il nuovo, un messaggio che non si perde nell'oblio del tempo ma passa di mano in mano come una corrente continua e inarrestabile, ad eterna memoria.
    Le tue intenzioni erano probabilmente altre ma io l'ho "letta" in questo modo. Ben scritto, come sempre. Bravo