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Una favoletta

Nel lontano Far West, lontana da altri centri vi era una cittadina sperduta dove i suoi abitanti vivevano immersi nella felicità. Mai una volta che si verificasse un reato tanto che i cittadini non avevano mai avuto il bisogno di eleggere uno sceriffo o tanto meno una milizia armata. A che scopo se non succedeva mai nulla?
Un giorno, però, arrivò in città un gruppo di banditi che, smontati da cavallo, irruppero nell'unica banca e compirono indisturbati una bella rapina. Poi, ancora più indisturbati se ne uscirono e si dileguarono.
Enorme fu lo stupore dei cittadini, mai avrebbero immaginato un evento simile. Comunque si fecero coraggio e continuarono come se nulla fosse successo. Ma un mese dopo i banditi si ripresentarono e rapinarono di nuovo la banca e, sempre indisturbati, si allontanarono.
Per altri mesi ancora, la banca venne puntualmente rapinata e i banditi erano arrivati al punto che dopo ogni colpo, tanto erano sicuri delle loro intoccabilità, entravano nel saloon per brindare al successo prima di andarsene tranquillamente al trotto, cantando e fischiettando.
Fu così che un giorno i maggiorenti del paese, ovvero il sindaco, il dottore, il veterinario, il banchiere, alcuni grossi allevatori, insomma una dozzina di persone in tutto, si radunarono e si posero la fatidica domanda sul perché i banditi ogni mese rapinavano indisturbati la banca. La risposta fu semplice: perché non vi era nessuno in paese che facesse rispettare la legge.
La conclusione del comitato fu scontata e irremovibile. Elessero uno sceriffo, peraltro fatto venire apposta da un lontano centro e gli dettero carta bianca. Questi, infatti, si portò con sé una mezza dozzina di pistoleri, fatti passare come suoi aiutanti, o come si diceva allora vicesceriffi.
Alcune settimane dopo, puntualmente, i banditi tornarono baldanzosi in città, parcheggiarono tranquillamente i loro cavalli davanti la banca, entrarono scherzando e ridendo e trovarono il cassiere già con un borsone colmo di denaro poggiato sul bancone. Ammirati e giulivi se ne impossessarono e in tutta allegria si apprestarono a uscire dalla banca. Ma con loro grande sorpresa trovarono, dislocati a semicerchio, gli uomini dello sceriffo con le armi in pugno che intimarono loro di arrendersi.
Erano sì i banditi ma prima che criminali persone ragionevoli e, sebbene a malincuore, deposero le armi e si lasciarono arrestare. Da quel giorno in paese non vi furono più rapine e la comunità continuò a prosperare con lo stesso spirito con cui anni prima era nata.
Morale della favola: dove non c'è legge non c'è giustizia e dove non c'è controllo non c'è rispetto della legge.

 

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6 commenti:

  • Marcello Insinna il 13/06/2011 10:44
    Già, è proprio così:nessuno rispetta le leggi se sa che tanto non pagherà le conseguenze.
    é lo specchio della nostra società!
  • Bruno Briasco il 01/06/2011 17:47
    Una bella vavoletta con morale per chiusa. Bella!
  • Giovanni Barletta il 31/05/2011 09:16
    Parabola è la parola giusta. Mi sembra che si adatti perfettamente ad una situazione che stiamo vivendo sulla nostra pelle. Chi ha responsabilità verso una comunità (che, fra l'altro, gli consente di esistere) non può lasciare che siano i singoli ad organizzarsi per difendersi da intrusioni non gradite. Altrimenti la comunità si sfascia...
  • Salvatore Cipriano il 30/05/2011 22:37
    Quando il micio non c'è i topi ballano vero? Tu lo metti il topicida in casa?
  • ELISA DURANTE il 30/05/2011 08:44
    Una specie di "parabola", che mi è molto piaciuta!
  • Anonimo il 30/05/2011 07:10
    Non fa una grinza... bravo Michele. Favoletta molto istruttiva. Ciaociao

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