Terminate le sue abluzioni, poggiò l'accappatoio in bagno al suo solito posto, avendo l'accortezza di non farlo toccare a terra. Si diresse nuovamente allo specchio, sorrise e spense la luce, indi si vestì in camera e fiero dell'abbronzatura che gli si vedeva in volto sfoggiò un paio di occhiali da sole; andò sull'uscio di casa, accese una sigaretta, si sedette su uno scalino e guardò fisso il vuoto, alla ricerca di una risposta. La sua mente ancora passava come un disco, quella frase detta da sua madre poco prima e lui si rese sempre più conto di essere un egoista, di avere difficoltà serie a comunicare con la gente, al punto che non riusciva ad avere più contatti se non con gli amici di sempre. Chissà cosa ci vedevano in lui le persone estranee che lo adoravano al punto che qualsiasi cosa fuoriuscisse dalla sua bocca o dalla sua penna sembrasse avere la parvenza di una rara perla di saggezza condita con del buon ottimismo. E lui che invece non riusciva nemmeno a provare sofferenza verso una disgrazia che lo riguardava in prima persona. Cosa aveva di sbagliato? Perchè tanta indifferenza? Non è forse anche lui un membro della famiglia? Semplicemente la cosa non aveva catturato la sua attenzione. Ma allora, pensò, ritornandogli in mente altri pensieri passati, nemmeno dinanzi alla morte aveva mostrato compassione; non una lacrima, non un tormento: continuava a vivere la giornata come se nulla fosse mai accaduto...
La sigaretta era terminata, aspirò l'ultimo tiro e la gettò lì davanti; si alzò, spense la cicca con la scarpa, tirò la porta e uscii nuovamente in cerca dei suoi amici, con l'appunto di tornare ben presto su tali argomentazioni. Forse non appena gli fosse stato comunicato qualche aggiornamento sul caso che non aveva per nulla scalfito il suo animo...
Fine seconda parte