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Racconti sulla pace

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Una giornata di relax

Il lago di Castello, uno specchio d’acqua dolce, azzurro intenso, come il cielo che vi si riflette.
Odo le voci allegre dei bambini che giocano nell’acqua schizzandosi.
Chiudo gli occhi e dopo qualche minuto la mia mente si rilassa, allontanando ogni preoccupazione.
Non c’è più nessuno, ci sono solo io e il lago, mio dolce amico.
Il rumore dell’acqua sul bagnasciuga è musica per le mie orecchie.
Distesa sul lettino lascio che il sole, con i suoi raggi, accarezzi la mia pelle donandole un colore dorato.
Una lieve brezza di vento rende ancora più piacevole l’abbraccio del sole per il mio corpo. Ogni tanto apro gli occhi e guardo dinanzi a me. Vedo la splendida cupola del palazzo papale che sovrasta la collinetta di fronte al lago.
Che spettacolo stupendo!!
Mi piace tantissimo il contrasto del verde degli alberi, che spingono i loro rami verso l’alto, con l’azzurro del cielo e dell’acqua.
Mi sento invasa da una sensazione di serenità che mi fa sentire bene con me stessa e in pace col mondo intero.
È questa la felicità? Credo di sì.
È saper cogliere attimi di gioia e lasciarli penetrare nella profondità della propria anima, assaporandoli lentamente.
Sono pillole di serenità che mi rimarranno per sempre dentro e si scioglieranno nella mia anima nei momenti bui regalandomi la giusta positività per affrontarli.
Adoro il lago di Castelgandolfo che ho visto specchio del sole che sorge, del sole che tramonta, della luna e delle stelle e complice delle coppie di innamorati.
L’ho visto a tutte le ore e sempre l’ho amato per la pace, la serenità, la dolcezza e il languore che risveglia dentro di me.

20/08/2007



Il lumino 2

La funzione era finita. I fedeli, uscendo col loro preziosissimo fuoco, formavano una scia di lucciole mollemente traballanti ma di inspiegabile resistenza.
Si alzò con il suo cero spento in mano e aiutandosi col bastone si avviò all'uscita; il pullman non avrebbe tardato molto ad arrivare.
<<Professore, non accende il cero?>>
<< A dire il vero sono qui per motivo del tempo, ma tu chi sei?>>
<<Sono stato un suo alunno, non mi riconosce?>>
<<Ah sì? E come ti chiami?>>
<<Rossi professore.>>
<<uhmm... mi ricordo di un Rossi al Corridoni: era una vera peste, svogliato e piantagrane e pure somaro anche se dotato di una memoria fuori del comune... Si chiamava... si chiamava...>> fu solo per non dargli importanza e anche per controllare meglio l'accelerazione improvvisa del suo cuore che finse quell'aria da vecchio smemorato; in realtà ricordava benissimo il suo nome e tutto il resto.
<< Enrico, si chiamava Enrico, già professore sono io >>. Rispose l'altro con prontezza accennando un impacciato inchino.
<< Ah! Giovanotto, non posso dire che mi venga un accidente perché già mi è venuto, come tu stesso avrai ben notato, ma se tu sei quel Rossi mi viene da pensare che l'Onnipotente ha operato in te una sorta di miracolo. Che ci fai qui, non sarai mica diventato buono?>>
<< Faccio accoglienza in parrocchia e altre piccole cose un po' dove capita. Mi dia il cero, glielo accendo io... Sono cambiato sa professore, come rinato.>>
<< Allora ripeto a te quanto ho detto prima a una vecchia signora che mi ha dato del "figliolo" : è inutile che io accenda questo moccolo per portarlo a casa, si spegnerà inevitabilmente, per forza di cose.>>
<< Vecchia signora la Maria? Ah professore la sua vista è davvero un disastro e poi lei dà del
" figliolo " a tutti, nessuno escluso.>>


Senza accorgersene aveva incominciato ad ascoltare qualcosa di nuovo tra le panche di una chiesa ormai semivuota, qualcosa che gli suonava come un lontano s

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   8 commenti     di: loretta zoppi


I Sustrano La saga 1 Cionni la voce

"Ma ti ricordi Cionni, Cionni Scalzino?
"Minchia, quello dalla voce stridula che voleva fare il cantante lirico nonstante fosse sconsigliato da tutta la famiglia!"
"Si, lui, proprio lui. Frustrato da questo diniego ha incendiato teatri, chiese con cori, scuole di musica, come ritorsione, un cane sciolto
"Cane, si con tutto il rispetto per il cane che quando abbaia è più intonato
"Fu escluso dal primo provino all'età di sei anni a "Nemici", il noto talent scout organizzato da qualla famiglia calabrese...


"Mi ricordo... marunna, li fece fuori con un falso petardo di quelli piccoli, per la fine dell'anno, finiti tutti sbruciacchiati. Ma insomma, ancora libero è ? È un vero pericolo per l'organizazione e per il mondo dela musica in generale. Ne ha parlato male di lui anche la Tautini, vinictrice di non so quanti premi internazionali. Se lo trovò nudo dopo un concerto, che si credeva tra l'altro un sex simbol, e lei lo freddò con l'estintore proprio lì, nonostante le sue innocenti intenzioni di chiedergli un parere sulla sua voce.
"Innocenti?! Che carattere Cionni, un mito, nonostante tutto


"Insomma, e quella volta che andammo a fare quel lavoretto eliminando Billi Terrazzino...
"Si... che appena lo vide, pur di non sentire un suo acuto si buttò dal Terrazzino del suo garage, prendendo la mira per spaccarsi la testa, pur di non subire la tortura canora
"Che classe, l'unico che ha compiuto i suoi lavoretti senza mai usare un arma, a parte quella propria della sua voce
"E noi che con lui per le esecuzioni, giravamo sempre con le cuffie quelle anti-rumore dai martelli pneuamtici...


"Che son rimasto sordo dall'orecchio destro, mi tolsi la cuffia distrattamente, e non aveva finito l'esecuzione... dove lanciava acuti lui i bicchieri di cristallo invece di frantumarsi, scappavano prima con un qualsiasi pretesto. Mi ricordo un bicchiere una volta dire "Ragazzi andiamo in cucina a farci di nuovo lavare, qui si mette male.
"Ma insomma, come è fi

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   0 commenti     di: Raffaele Arena


La speranza

Un giorno una fanciulla che serenamente camminava per la sua strada improvvisamente, udì delle grida provenire da dietro un muro, curiosa si avvicinò, e vide delle persone che si erano appostate come giocassero una partita, ma non c'èra un pallone.
Correvano, gridavano inveivano con violenza tra loro,
la fanciulla osservando pensava... che strana partita!
D'improvviso vide delle fanciulle indisparte, molto tristi
ed alcune piangevano. Lei timidamente si avvicinò e chiese:
"Perché siete così tristi volevate giocare anche voi?"
Le risposero: "Oh no! Non possiamo giocare con loro, siamo pochi,
la nostra squadra è inferiore!"
La fanciulla ancora chiese: "Non ho capito perché quei giocatori sono così cattivi, come si chiama questa partita?"
Le risposero ancora: "Questa partita è chiamata...
il gioco del male, osserva il nome che c'è scritto su ogni maglietta, ogni giocatore ha un suo ruolo, leggi e capirai."
La fanciulla che non aveva notato ciò iniziò ha leggere.
Il primo nome era Odio, il secondo Avarizia, ed ancora...
Superbia, Indifferenza, Perfidia, Lussuria, c'erano ancora tanti nomi ma quello scritto più in grande era Eccidia!
La fanciulla chiese con sgomento... ma in questo perfido gioco
non ci sono spettatori!
Le risposero: "Oh si e sono immensi! È un gioco che piace,
è diffuso in tutta la Terra e si espande sempre di più.
per questo siamo tristi, c'è troppo dolore!"
La fanciulla teneramente sorrise e disse: "Su non siate tristi, prendiamoci per mano e venite con me, insieme cercheremo le persone che non vogliono questo pessimo gioco, vedrete che si uniranno a noi così saremo in tanti, poi aggiunse.
Com'è il vostro nome?
La prima fanciulla rispose, io mi chiamo Pace,
la seconda rispose, io mi chiamo Perdono, io mi chiamo Fede,
io mi chiamo Carità, io mi chiamo Pietà, ed'io, mi chiamo Amore.
E tu come ti chiami?
Io mi chiamo, Speranza.



Il lumino 1

L'idea del lumino che ardeva incustodito nella stanza di sotto accanto all'ingresso, lo svegliava nel cuore della notte.
Una assurda paura unita alla strana sensazione di minore solitudine lo spingevano ad andare a controllare quella piccola fiammella.
"Non è bene- pensava - sottovalutare un fuoco. Anche se pur lontana ed improbabile, la possibilità
di un incendio è sempre in agguato: una sola scintilla può causare danni impensabili." Chissà, forse mentre egli stava ancora pacifico nel letto, un ritorno di fiamma era già in atto; magari le tende sintetiche da quattro soldi accanto al cero stavano già ardendo e tra breve le fiamme avrebbero intaccato anche il crocefisso che si era portato da Medjugorje.
Che idea portarsi un crocefisso!
Tutti compravano Madonne di ogni fattura e colore, lui no!
Lui aveva voluto comprare un crocefisso e pure grande tanto da riempire quasi una parete: perché se una croce doveva portare, voleva portarla a casa quasi sulle spalle e voleva parlarci con quel Gesù, a tu per tu, da uomo a uomo. Voleva chiedergli il perché di quel tumore al cervello che lo stava rendendo quasi cieco e perché sua moglie lo aveva abbandonato proprio nella malattia e non aveva atteso che fosse stata la morte a separarli, come insegna il sacramento.
Voleva sapere perché il giudice era stato così poco illuminato da assegnare alla sua ex l'appartamento in città comodo su un piano, con tutti i servizi a portata di mano e di cui ancora stava pagando il mutuo, mentre a lui, quasi invalido e malato, aveva assegnato la casa colonica ereditata dai genitori lontana dal paese, isolata, scomoda e pure un po' cadente. E anche dei figli voleva chiedergli, del perché se ne vanno senza curarsi di chi li ha cresciuti, come se l'amore fosse solo discendente e mai il contrario.
Quante cose voleva dire a quel Gesù ma in realtà non ci parlò mai, anzi se poteva evitava di entrarci in quella stanza dove aveva riposto tutte le sue scart

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   4 commenti     di: loretta zoppi


Il vino è cosa buona

Un uomo che dalla vita aveva avuto molto, non riusciva ad essere felice. Si rivolse ad un santo eremita a cui erano state attribuite guarigioni spirituali, il quale gli disse:
- Per tre giorni il tuo insegnante sarà il vino. Va e torna domani.
L'uomo entrò in un'osteria, e dopo il primo bicchiere di vino sentì il freddo svanire, al secondo i pensieri diventare leggeri, al terzo una strana euforia coinvolgerlo in un ballo, al quarto si avventurò con una donna sconosciuta.
L'indomani ritornò dal santo eremita, il quale gli chiese:
- Cosa ti ha insegnato il vino?
L'uomo rispose:
- Il vino sa rendere alla vita quello smalto che talvolta perdiamo. Il vino è cosa buona.
Il santo eremita lo congedò dicendo:
- Va e torna domani.
L'uomo incominciò a bere, un bicchiere di vino dietro l'altro con grande avidità, perdendo completamente il controllo delle proprie azioni.
L'indomani ritornò dal santo eremita il quale gli fece la stessa domanda:
- Cosa ti ha insegnato il vino?
L'uomo visibilmente sconvolto disse:
- L'eccesso rende anche qualcosa di benevolo come il vino, dannoso. Il vino è cosa buona.
Il vecchio lo congedò dicendo:
- Va e torna domani.
L'uomo stavolta comprò delle bottiglie di vino, ma non sentì il desiderio di bere. L'indomani raggiunse il santo eremita, il quale gli chiese come ogni volta:
- Cosa ti ha insegnato il vino?
E l'uomo:
- Il vino mi ha insegnato la moderazione, e che ogni cosa va presa con la stessa filosofia, tutti gli eccessi conducono alla distruzione.
Il vecchio sorrise, dicendo:
- Ora puoi andare, come vedi non sono io a dare le risposte alle domande della vita, ma è la vita stessa a rispondere.



Eccolo

Non odo nulla, sono qui solo in questa grotta. Ho freddo, molto freddo.
Fatico a respirare e il mio corpo è dolorante. Non rammento chi sono e cosa mi è successo. Mi alzo lentamente e le fasce che mi coprono cadono a terra.
Ho sangue su tutto il corpo. Chi mai può avermi torturato così crudelmente?
Sono forse un assassino? Mi hanno crocefisso, sicuramente. Ho ferite
dolorosissime alle mani ed ai piedi. Percepisco amore intorno a me. Fuori dalla grotta parlano animatamente.
Mi avvicino ed ascolto
- ti dico che è lui il messia. Quando ha reclinato la testa ed è spirato, il cielo era
sereno, improvvisamente le cataratte del cielo si sono aperte e tuoni e fulmini hanno fatto fuggire tutti. Solo due discepoli ed una donna sono rimasti. Io li ho aiutati a deporre la croce e l'abbiamo lavato e fasciato secondo le loro usanze. Toccare quell'uomo mi ha cambiato. Non posso spiegartelo, ma ne sono certo, quello li' dentro non è di questo mondo. Non è uno di noi. Lui è ciò che afferma di essere: il figlio di Dio.

Io il messia, l'uomo dei cieli, colui che tutti i profeti hanno annunciato.
Mi allontano lentamente per non fargli capire che sono vivo. Mi siedo sulla lastra
di marmo dove mi hanno deposto e penso. Sono di carne ed ossa, sono ferito,
ho dolore e soffro terribilmente, come posso essere il messia ed aver permesso
che mi facessero tutto questo? Ma sento l'amore che pervade il mio cuore, non
odio chi mi ha fatto questo, lo capisco e lo perdono. Amo il mio popolo.
Improvvisa questa frase si compone nella mia mente: il mio popolo, io sono
forse un re? Impossibile, un re non verrebbe sepolto in una grotta come questa,
ma perché la consapevolezza di amare queste persone che hanno tentato di
uccidermi è così forte in me. Sento le forze che lentamente ritornano e la mia
mente inizia a percepire una forza misteriosa.
Mi avvicino nuovamente all'ingresso della grotta
-che sciocco sei. Ti sei fatto abbindolare da quella setta di

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   1 commenti     di: cesare righi



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