Vasco le aveva prese dagli americani con i quali commerciava più o meno legalmente, nel secondo dopoguerra, vicino all'ospedale militare. Tabacco, birra, carne in scatola, non era razzista.
Quando seppero che era comunista, gli yankee ebbero qualche timore a continuare il commercio, ma furono convinti dalle percentuali più alte che gli concesse.
Lo menarono perché si accorsero che li aveva imbrogliati. Da quel momento meditò vendetta.
Così un giorno, a un gruppo di americani che gli chiesero dove fosse Camp Darby, il vecchio comunista rispose:
"Prendete L'uno!"
Intendendo l'autobus numero uno che anche oggi porta verso sud, esattamente dalla parte opposta della città rispetto a Camp Darby!
USA go home!
Centodieci storico
FISO TI VOGLIO BENE... ABBASSO JUVE... DE DORS... FANTE MAFIOSO...
Lo sguardo di Piero scivolava sulle scritte incise sui tavolini di legno dello Shinoby, un pub sulla provinciale dove ancora a volte facevano suonare i gruppi dal vivo; aspettava l'Erika si erano messi d'accordo per quel mercoledì sera.
Arriva, entra.
Quello che chiunque fosse stato nel pub poteva sentire, erano i convenevoli di chi non si vede da un po', sinceri, ma pur sempre convenevoli, quello che pensava Piero era: "ma è veramente esistito il periodo in cui stavamo insieme?" il tutto reso ancora più malinconico dal profumo che accompagnava l'Erika in ogni movimento (un profumo sa rievocare anche gli spiriti) ... Quello che pensava l'Erika non è dato a sapersi in quanto ella era donna
- Scusa il ritardo Piero, appena fa due gocce si intasa tutto, allora, cosa mi racconti?...-
-Non ti preoccupare... mah, vediamo... di veramente interessante non c'è niente, non so, ti può interessare che ho iniziato a scrivere un racconto?-
- Davvero?!, dai dimmi di cosa parla-
- Non ha una trama ben precisa, parla della vita di tutti i giorni, forse della mia vita, o meglio, della mia vita come la vorrei, ma influenzata da quello che inevitabilmente succede... l'inizio me lo ricordo a memoria, comincia così...-
E un ghigno mal celato rivelava che Piero la stava sparando grossa...
- Che sorpresa ebbi quel giorno quando infilai la mano destra nel culo e la sinistra in un pacchetto di Fonzies ed annusandole sentire che avevano il medesimo odore...-
- Daaai! Piero! Che idiota!, E io che ci avevo anche creduto, ma non hai intenzione di crescere? Pensavo di ritrovarti un po' più maturo...-
- Cosa vuoi, il fatto è che sono contento di essere qui con te e mi lascio andare... poi comunque crescere non è una cosa che posso decidere... Il fatto di maturare dipende dalle esperienze che uno fa e dalla velocità o la lentezza nell'assimilarle, poi dipende dall'educazione che hai avuto, non
…e così lo legò al letto e lo imbavagliò…
lo amava,
da anni sognava lui nudo sotto il suo corpo bramoso di passione,
immaginando di sfiorare quelle guance rosee
e quelle carnose labbra purpuree.
Ora la sua ossessione era lì,
immobile, terrorizzata,
gli occhi sofferenti e sconcertati,
nuda,
bellissima mania che da sempre turbava i suoi pensieri;
e lui, amante violento,
non sembrava accorgersi del dolore provato dal suo tanto desiderato amore
e continuando a possederlo ammirava i suoi lineamenti caldi e perfetti.
Il povero ragazzo, con una pistola tremolante puntata alla testa
fu costretto così a fingere amore verso il suo aggressore,
a fingere piacere e desiderio,
a baciare con finta veemenza quell’uomo un tempo caro,
che chiamava padre e che ora ripudia alla vista,
quell’uomo morbosamente malato d’amore che non si vergogna del suo segreto;
che nasconde ancora in lui la sua perversa ossessione.
Addio fratello, è giunta la mia ora! Non preoccuparti lo sapevo da tempo. Sono un animale ma non sono stupido: io comprendo, comprendo molto più di loro... e soffro, soffro senza avere meritato tutta questa sofferenza.
Sai fratello a me piace vivere, mi piace assaporare le giornate, accarezzare i pascoli, brucare l'erba, riscaldarmi al sole... o meglio... mi piacerebbe! considerato che l'unico posto che ho visto da quando sono nato è questa stalla buia.
Mangio tantissimo, sono così grasso che non riesco nemmeno a muovermi, anche se, pur volendo non ci sarebbe nemmeno spazio per farlo. Perciò sto tutto il giorno immobile... meglio così!
Dicono che il mio organismo ormai è abituato e che se mi portassero al pascolo potrei morire...
Morire al pascolo... ma quale gioia sarebbe per me morire sotto il sole, loro forse non lo sanno!
Fratello, sono rassegnato! mi chiamano prodotto, a loro non interessa se questo prodotto respira e vive e pensa. Si io penso e mentre penso rivedo la mia sorte e piango, anche se le mie lacrime non si vedono, io piango! Piango per me e per tutti quelli come me che hanno avuto in sorte lo stesso triste destino. Ne ho visti tanti salutarmi con gli occhi tristi, tanti che sembravano dei vecchi e invece erano giovani, come me, perché noi non diventiamo vecchi, non ce ne danno il tempo; loro hanno urgente bisogno della nostra carne per nutrire i loro flaccidi corpi obesi. Sono sempre in astinenza da cibo, mi dispiace per loro: sono proprio gravemente ammalati.
Fra poco verranno a prendermi, mi portano al macello. Credo che sarà una morte terribile, ma forse meno terribile della vita vissuta finora. Dopo la mia anima sarà libera di pascolare a volontà, dopo la mia anima potrà finalmente capire cosa vuol dire la parola Vita e forse capire anche perché sono stato destinato a tanta sofferenza, forse...
Ora però non piangere. Purtroppo presto toccherà anche a te!
Addio fratello!
Mio nonno Rocco, buonanima, aveva come ngiurije (soprannome) qualcosa di militaresco che, lui raccontava, gli fu utile quando da Albenga, dopo l'otto settembre, con l'esercito allo sbando, decise di tornare a Ceglie Messapico con il mezzo più sicuro al mondo e l'unico in quel momento disponibile: a piedi! Non stò qui ad elencare le peripezie del viaggio del nonno che ad ogni racconto, specie se questo veniva replicato dopo un buona bevuta, aumentavano di numero e qualità... per farla breve quando arrivò a Martina Franca, quasi a casa, come in ogni sceneggiatura che si rispetti, la suspense...: fu fermato dai regi carabinieri che intimarono l'alt e gli chiesero i documenti che naturalmente non aveva, era nei guai! In quel mentre passava di li un amico del nonno che, riconosciutolo, gli si rivolse: "vuè capità! Come sciam∂?" (ehi capitano come stai?). Il carabiniere sentito che si trattava di un superiore, addirittura un capitano, lo lasciò andare, senza controllare null'altro e salutando impettito: "comandi Sig. Capitano!", beh avrete capito tutti che il soprannome di famiglia era "capitan∂"!
Nota: l'origine del soprannome risale al mio bisnonno Leonardo detto Antonio che usava comandare la sua squadra di vacche podoliche con impeto militaresco, da cui il soprannome "Capitan∂" ... si ma di mucche!
Era un uomo forte, dal fisico asciutto. Aveva lavorato per qualche tempo in una fattoria nel New Mexico come mandriano.
Con un po' di dollari in tasca, Pat era diretto verso Tucson in Arizona.
Ma dopo una decina di giorni di cammino, il suo cavallo, un Appaloosa di sei anni,
inciampando su una roccia, si era azzoppato.
Ci teneva molto a quell'animale: era il compagno fedele delle sue avventure e lui lo aveva ricambiato con la cura cha meritava.
Non c'era niente da fare:doveva abbatterlo! E nonostante la decisione fosse difficile, estrasse la sua Colt Walker: era un vecchio modello, pesante, grossa.
L'impugnatura in legno un po' consumata presentava alcune scalfitture.
Anche il revolver era al suo fianco da molto tempo: ogni tanto per non perdere la mira sparava a un barattolo o ad una bottiglia di whisky abbandonata sulla pista,
ma stavolta era diverso! Si avvicino' al cavallo e dopo averlo accarezzato, mise la canna dell'arma sulla sua fronte.
Il colpo risuono' tra le rocce di arenaria e l'animale cadde istantaneamente.
Adesso e' la sua sopravvivenza in gioco!
Prende solo l'indispensabile:l'ultima borraccia piena, quel po' di manzo essiccato che gli resta, una coperta, munizioni e la carabina Winchester.
È cosciente di non avere molte possibilità' di cavarsela: il primo posto abitato e' troppo lontano, l'acqua troppo poca e il caldo torrido renderebbe quasi impossibile la marcia.
Così' decise di arrampicarsi su un'altura dalla quale poteva vedere la zona circostante.
la sera stava per calare, quando, con la temperatura più' sopportabile,
riuscì a cacciare un coniglio, ad accendere un fuoco e a sfamarsi.
La coperta lo proteggeva dall'escursione termica della notte e il fuoco aveva anche il compito di tenere lontani eventuali animali predatori.
Ad una certa distanza in effetti alcuni dingo attirati dall'odore si erano fatti vivi.
La notte comunque trascorse tranquilla.
Alle prime luci, i contorni delle rocce cominciano a tornare ni
Una sera la mia compagna volle andare a trovare una sua amica. Avevano lavorato insieme in una maglieria, poi avevano cambiato lavoro e non si vedevano da anni.
Una sera d'estate partimmo verso Vingo. Il paese era piccolo, immerso nella campagna, ma ciononostante non fu facile trovare l'abitazione che cercavamo; e forse non riuscirei più a trovarla nemmeno ora.
Ricordo che c'era una deviazione e poi un altro bivio in una stradina tortuosa. La mia compagna non ricordava bene il posto e io mi orizzontavo guardando l'argine di un fiume alla mia sinistra.
Finalmente arrivammo. Una casetta di campagna, con giardinetto e orto. Nel giardino crescevano cespugli di rose e grandi margherite, belle ma un po' tristi.
Entrammo dal cancelletto aperto. Una signora con i capelli grigi ci fece entrare in una saletta fresca, in penombra e poi in cucina.
Avete mai visto due amiche che si ritrovano dopo tanto tempo? Abbracci, baci e un effluvio di complimenti. Io sedetti in un angolo a guardare.
E così conobbi Maria Grazia. Una ragazza semplice, non molto bella ma con uno sguardo intenso. Aveva i capelli neri, lunghi e la pelle bianca come solo le brune possono averla. I suoi occhi... c'era l'infinito nei suoi occhi, e penso che per un attimo impallidii quando lei mi guardò. Indossava un vestitino semplice, color verde scuro con dei ricami rossi sul petto.
Ma non potevo osservarla tanto come mi sarebbe piaciuto. La signora, sua mamma, era vedova e mi intratteneva con discorsi sul raccolto, sulle bizzarrie del tempo e altre cose che ascoltavo a malapena.
Poi Maria Grazia ci offrì un dolce casalingo che preparava lei, e devo affermare che era buonissimo.
La serata passò e quando uscimmo fuori una luna grande rischiarava il giardino creando vallate di ombre. La notte chiara portava con sè tutto il corteo dei profumi estivi. I grilli stridevano, la ghiaia scricchiolava sotto i nostri passi e la voce di Maria Grazia aveva un tono dolce, sommesso che inteneriva e mi stupiv
Questa sezione contiene una serie di racconti brevi, di lunghezza limitata all'incirca ad una videata