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Racconti brevi

Pagine: 1234... ultimatutte

Un angelo depresso

"Perché mi sento sempre inferiore?"... chiese un angelo al Padre Eterno.
"Perché guardi solo in alto"... rispose Lui... "ed è un bene"... aggiunse... "In basso non si deve guardare, ma solo aiutare"... e, come una palla di schioppo, partì alla ricerca di un altro angelo da consolare.

   0 commenti     di: massimo vaj


Codice segreto

Nessuno come lei sapeva leggermi dentro.
Il suo sguardo penetrava negli anfratti del mio cervello.
Mi avvicinavo sorridendo e fissandola.
Nessuna insicurezza traspariva dal mio incedere.
Non tolleravo il dono che Dio le aveva regalato.
La sua presenza tagliava l'aria come una lama di luce in agosto.
La mia era una sfida perenne.
Sentir pronunciare il mio nome da lei mi dava i brividi.
La mia torturatrice conosceva bene le regole del gioco e mi faceva cadere nella trappola col boccone più dolce.
Sentimenti contrastanti si dibattevano in me. Si inseguivano intersecandosi e mentre camminavo si separavano correndo su binari paralleli.
Alla sua prima richiesta, l'odio prendeva il sopravvento e la passione finiva nelle sabbie mobili.

Nella spiaggia assolata distesa come lucertola bionda lei mi appare come l'arcobaleno dopo il temporale.
Dieci anni non l'hanno cambiata.
Incerto mi allontano ma una mano invisibile mi spinge verso di lei.
Il mio passo ricorda il passato.
Sorpresa, sorride :
- Certo che mi ricordo di te - ed esclama il mio cognome. Aggiunge anche il nome... che dimostra non aver rimosso.
Le emozioni mi investono come il fiume in piena e scendono a valle riportando in superficie il sentimento represso.
È lei a rivelarmi il codice segreto del nostro rapporto.
Il suo sguardo è eloquente : il sole d'agosto brilla solo per me.

Non c'è più la cattedra a dividerci.



Lame nel cuore

Passi. Cammino nella notte, solo il rumore dei miei passi ad accompagnare i pensieri. Fa freddo, sento il vuoto dentro. Sembra impossibile, fino a ieri c'eri tu e il fuoco sulla pelle ad ogni tua carezza e i tuoi baci... una lava bollente che risvegliava i miei sensi.
Tac tac, tac tac, cammino. Vado avanti, non sò dove. Continuo a camminare perchè non riesco a star ferma. Dormire non potrei, sento ancora le tue parole, taglienti come lame, più fredde e affilate di un pugnale. Eppure le hai dette come niente, dal tono avresti potuto tranquillamente dire una frase qualunque, come: " Scendo a comprare le sigarette" o "Vado al bar sull'angolo"
Le tue valigie davanti alla porta, il soprabito sul braccio e il tuo sorriso appena malinconico. Due parole, solo due, per chiudere una storia che è tutta la mia vita, buttate li, come l'osso a un cane che ti adora, che respira solo quando gli getti uno sguardo: " È finita"
Avrei voluto fingere indifferenza, salutarti con un sorriso, alzare una spalla e voltarmi dicendoti : "Chiudi la porta e lascia le chiavi in portineria!"
Invece ho sentito le mie labbra aprirsi e con un filo di voce dirti: "Non te ne andare... ti prego..."
Lacrime, come perle di dolore sono scese dai miei occhi e sono corsa da te, ti ho abbracciato, ti ho stretto forte, nella stupida illusione che il fuoco che sentivo ancora crescere in me ti incendiasse, come un tempo, ricordi? Dicevi che bastava un mio sguardo per risvegliare i tuoi sensi, come un vulcano addormentato che tornava a fare fiamme e lava nelle tue vene.
Ti prego, non andare via, stringimi ancora, dimenticherò ogni malinteso, tutte le cose passate che uccidono la nostra felicità svaniranno con te accanto. Mi aggrappo al tuo corpo che rimane freddo. Non una carezza, nè parole per me che piango e soffoco nella tua gelida indifferenza.
Continuo a ripetere come un mantra: "Non te ne andare... non te ne andare.." Eppure le parole mi affollano la mente, parole pazze che tu sai, parole che t

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   11 commenti     di: gina


Pioverà

- Pioverà.-
- No che non pioverà.-
- Ho sentito tuonare, lontano.-
- È sereno.-
- Ma io ho sentito tuonare, dalla parte della valle.-
- È sereno, non pioverà. Pensate a zappare.-
- E pure...-
Un rombo, grave, lontanissimo, prolungato dagli echi fra i monti.
- Avete sentito? L'avevo detto io, che aveva tuonato!... Stanotte piove.-
- Vi ho detto di pensare a zappare, che è tardi. Non pioverà.-
L'altro si fermò, si appoggiò al manico della zappa, atteggiando il viso a offesa incredulità, battè un piede a terra:
- Mah... l'avrete pur sentito anche voi, il tuono! Ed è già il terzo!-
- Vi dico che non pioverà, lavorate! Non è un tuono.-
- Lavoro, lavoro. Non è un tuono... e cos'è allora, sentiamo?-
- Un... motore.-

Il motore ci mise più di un'ora a divenire costante, sempre più prossimo al paese, cessando di apparire e scomparire secondo l'andamento della strada scavata fra i monti.

Osiride masticò fra denti e toscano una cruda bestemmia zoomorfa, raccolse le carte sparse usando quelle che aveva in mano come una racla, batté rumorosamente il mazzo di taglio sul tavolo, e si alzò facendo forza sui pugni puntati sul legno. Si arrestò sulla porta, e batté gli occhi alla luce del sole. Nello slargo sassoso che chiamavano piazza c'erano alcuni ragazzini luridi che ruzzavano nella polvere, mentre altri, più grandi, le schiene ricurve, le braccia allargate davanti al corpo coi pugni chiusi verso terra si rincorrevano lungo il perimetro, e con un ininterrotto, fragoroso pernacchio imitavano il rumore del motore con tale foga da farsi venire gli angoli della bocca bianchi di saliva.
Nello stretto portico, all'ombra, Osiride ritrovò quelli che fino a poco prima si erano scambiati le carte con lui, e che, uno alla volta, erano stati attratti fuori da quell' irresistibile richiamo, che dopo essersi fatto attendere così a lungo, finalmente diventò un fragore definitivo, ritmato. Persino la Violante venne richiamata alla finestra dai vet

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   0 commenti     di: sandro goldoni


Gli effetti dell'oscillazione

credo di aver fatto un buon lavoro.. il mio sistema oscillante solidale con la tastiera appesa al soffitto è quasi perfetto. solo che non avevo calcolato gli effetti dell'oscillazione.. che significa moto alternativo periodico, dondolìo.. culla.
.. e così, ho dormito da re, ma non ho scritto un c...
l'effetto pendolo di Foucault è sorprendente. io, poi, da piccola non avevo avuto la culla..



Il Santo

Il suo corpo era forte come la vita che gli scorreva dentro, la sua anima era un mare in burrasca, il suo cuore era una sorgente d'amore; la gente lo chiamava "il santo". Sprigionava amore e speranza, lungo il suo cammino seminava solo del bene.
Gesualdo era un uomo solo; Dio seguiva la sua ombra indicandogli il sentiero da percorrere.
Era un uomo di fede, non era ipocrita. Non badava alle ricchezze terrene: "Mai attaccare il proprio cuore al denaro, esso é peggio del demonio!".
Per il denaro, la gente venderebbe la propria anima rinunciando ai sogni; Gesualdo, lui no.
Egli aveva tanti sogni che danzavano nel vento, che volavano nel cielo infinito fino a raggiungere le stelle, deposito dei sogni d'ognuno di noi. Sogni che un giorno o l'altro sarebbero divenuti realtà.
"La fede", diceva, "è una forza immensa che solo pochi uomini veri conoscono!".
Pensava sempre alle parole di suo padre, quando da bimbo gli ripeteva sempre: "Figliolo, tieni viva la memoria! Non dimenticare mai i morti innocenti: loro non vogliono vendetta ma solo giustizia eterna!".
"Credi in te stesso, nelle tue idee, non avere paura di andare a destra quando gli altri vanno a sinistra. Ricordati sempre che il mondo ha bisogno d'uomini veri; Gesù n'è testimone. Ce ne fossero molti come Lui, il mondo sarebbe migliore! Ecco, io e tua madre ti abbiamo chiamato Gesualdo nella speranza che tu possa somigliare un poco a Lui. Sii giusto, vero, saggio e buono come lo è stato Lui. Buona fortuna, figliolo!".
Queste parole continuavano a vibrare costantemente nella sua mente, accarezzandogli i pensieri.
Gesualdo aveva capito che doveva sempre dare ascolto al suo cuore. Esso non l'avrebbe mai tradito; anzi, gli avrebbe mostrato la strada giusta da seguire.
S'incamminò nel sole del mattino, la strada da percorrere era lunga e tortuosa.


Gesualdo vide la luce, alla metà del secolo scorso, in un paesino sperduto del sud con poco meno di duemila anime, per arrivare al quale occorrevano il mul

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Ventiquattro giorni a natale

Ventiquattro insignificanti giorni e sarebbe arrivato il natale puntuale anche quell'anno, rifletteva passeggiando Emanuele, non lo aspettava con gioia, anzi era totalmente terrorizzato dall'avvento di tale ricorrenza.
Anche a Morbegno, la cittadina nella bassa Valtellina in cui Emanuele viveva da sempre, avevano iniziato ad appendere le luci, in largo anticipo, notava il giovane, ma per lui si era sempre in largo anticipo per quello che riguardava quel genere di cose lì: regali mai azzeccati, auguri insinceri, estenuanti cene con noiosi parenti- serpenti. E così quella che avrebbe dovuto essere una festività religiosa si era trasformata in un tutt'altro, ma quest'ultima cosa non disturbava Emanuele più di tanto, anzi per lui che si poteva definire tutto eccetto che un credente era forse l'unico fatto consolatorio dell'intera faccenda. Anche a Milano avevano iniziato già da tempo a addobbare, abbellire, facendo le cose davvero in grande. Emanuele amava Milano, a differenza della "sua" Morbegno. Della metropoli Lombarda gli piaceva il suo essere una fiera capitale nordica, quasi gotica, mondana fino al midollo, una città piena di vita e occasioni, così grande quasi da perdercisi dentro.

Emanuele aveva preso un treno per Milano, solo la sera prima, anche se sua nonna, una simpatica sessantaseienne con una naturale predisposizione all'ansia, aveva cercato di dissuaderlo dal farlo, ricordandogli che per quel giorno era stato indetto uno sciopero dei treni. La nonna di Emanuele abitava nell'appartamento al piano superiore rispetto a quello dove stava il ragazzo con la sua famiglia e praticamente era stata lei a crescerlo, ed era per quello che Emanuele amava la nonna più di qualsiasi altra persona al mondo. La nonna di Emanuele, inoltre, era sempre molto apprensiva verso la sua gente, ma in particolar modo, verso quel suo nipote così, a suo modo di vedere, diverso e fragile e forse aveva intuito, nel suo intimo, il perché delle di lui visite not

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   3 commenti     di: frivolous b.



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Questa sezione contiene una serie di racconti brevi, di lunghezza limitata all'incirca ad una videata