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Riflessioni

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Amore puro

Devo allontanarmi da lei. Nonostante ciò sia molto difficile, il già sapere che non è la donna giusta per me mi porta a rinunciare a questo mio egoismo inconscio. Sono dilaniato tra un desiderio profondo di conoscerla, di ascoltare i rumori del suo cuore, di essere un balsamo per le sue tante ferite, e una razionale presa di coscienza che fa luce agli sguardi opachi del mio intimo. Ho passato un bel po' di tempo con lei, condiviso alcune mie sofferenze. Alla fine ho scoperto che faceva la corte al mio migliore amico.
Il mio cuore è andato in frantumi e ora raccolgo tutti i cocci che il tempo ricomporrà, per poter un giorno poi riversare il mio amore sulla ragazza a cui donerò le ricchezze della mia anima. Ho capito quanto sia importante la castità dei pensieri. La castità non è una forma maniacale e repressiva di dire che il sesso è sporco, brutto ed altre cose associate ad esse. È un modo per discernere sull'amore che abbiamo verso una persona per poterci così porre la seguente domanda: " È lei la persona a cui voglio consegnare questo mio dono che è la purezza, l'innocenza appunto la castità?". Così è anche nel condividere le nostre sofferenze passate che sono le nostre ricchezze. Solo la persona giusta, che quella che poi sposeremo e che con Gesù diventeremo una carne sola, potrà ricevere questo dono grande che abbiamo.
Quando ci doniamo ad una persona prima del matrimonio, nell'amore che si ha verso quella persona, sembra non ci sia nulla di male nel donarsi. Ma poi, dopo l'atto sessuale egoistico, può succedere che per qualche motivo della vita si giunga alla rottura del rapporto e così i due si sentono denudati di una cosa che spettava soltanto al loro futuro partner e se ne va cosi per sempre un pezzo del loro cuore.
Sono stufo dei divorzi, stufo di vedere madri con tre figli ed un marito che chiede il divorzio. Stufo di vedere figli che vedono i divorzi e soffrono l'allontanamento dal padre e, in alcuni casi, dalla madre.
Ecco l'erro

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   1 commenti     di: Alessio


Notti d'Autore

Il degno figlio di suo padre, aveva imparato un sacco di cose.
Sapeva anche che, la notte, raramente qualche gabbiano appare all'orizzonte.
Preparava il caffè per la moglie, pedagogista impareggiabile.
Ultimamente, la poliglotta voleva anche il bacio mattutino.
Il secondo caffè lo preparava per la giovane ragazza inglese che tutto faceva,
meno le mansioni per le quali era stata accolta in famiglia.
Licenziarla o non licenziarla?
Continuo a servirla.

Una passeggiatina tra i vari siti letterari aiutava a passare il tempo e non di rado
si poteva leggere qualcosa di bello.
Da Trieste a Caltanissetta, passando per Firenze, si può inciampare su acute riflessioni, che dovrebbero essere sottratte alla volatilità.
In questo mondo virtuale, dove si concretizza una reciproca e feroce selezione di forzata socializzazione, era solito ritrovare pregi e difetti del mondo reale.
Saper leggere risultava essere non facile, visto che ogni scritto veicola e cela
una sensibilità umana sempre complessa.
Dove intingono la penna i nostri interlocutori?
In tanti calamai, l'uno diverso dagli altri.
Ci sono i calamai del cuore e della musica, della saggezza e dei colori, della rabbia
e dell'ironia, della sensibilità e dell'illusione, della fantasia e dell'amore, della cultura e della civiltà, dei ricordi e delle stagioni.
Più tanti altri ancora.

Di giorno, il vivere quotidiano con i problemi della follia contemporanea,
ma la notte?
Mentre intorno tutto tace, che bello ritrovare la pace.
Scherzando, scherzando, s'incontra anche la rima e ci si sente artisti.
Come riferisce un bravo scrittore, ogni tanto s'incontra quella imbronciata,
che ad ogni costo vuole essere baciata.

Col calar delle tenebre, i pochi lupi rimasti ululano alla luna e ai fantasmi della notte.
Col calar delle tenebre, tante persone equilibrate e di buon senso si trasformano.
Scrivono, leggono, rimano, chattano, commentano, polemizzano e sognano ad occhi aperti.
Scrittori, poeti, opi

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   11 commenti     di: oissela


A che servo se di me non son contento?

Osservo la povertà dei sorrisi e vivo nei pianti improvvisi. Mi ricopro di lacrime non solo mie e compiaciuto denigro il mio sentire.
Navigo negli universi infiniti cupi ma vivi e reciclo sempre un ennesimo dolore. Mi fermo pochi istanti e la mia vita scorre via senza aspettare che mi rialzi.
Son stanco. Son corroso dall'apatia che mi circonda e che lungo la mia via mi controlla e tante volte blocca il mio sentire.
Ma chi sono mai io? Son forse troppo diverso?
Ai posteri ardua sentenza. La mia sentenza è già viva in me.
Il nulla avvolto da dubbi e speranze che cade e non si rialza. Il niente mascherato da speranza inutile e ripetitiva.
L'auto stima? Non conosco questo termine. Mi è estraneo come il mio ridere ed inneggiare alla felicità. Tutto mi è estraneo. Alcuni giorni la mia ombra che si nasconde dai miei occhi, l'amore ed il rispetto che sfuggono ripetitivamente dai miei semplici e ripetitivi sguardi mi deridono e vincono.
Sfogo adolescenziale?
Sì, forse è così. I quaranta son vicini ed il racolto non è dei migliori. Non mi piace e condivido. Condivido il mio... un po' pazzo pensiero. Non son fesso e nemmeno un genio. Mi leggo dentro e sorrido.
Son proprio perso!



Finalmente io

Mi guardo intorno e vedo che tante cose sono cambiate:
questa casa sembra come svuotata,
manca qualcosa…qualcosa che la rendeva incasinata…. ma sempre viva, colorata, rumorosa…
ora molte cose sono state ordinate, ha un aspetto decisamente più presentabile agli ospiti…ma è anche molto più silenziosa, cupa, solitaria….
Entro in camera: molte cose sono rimaste invariate; il divano letto, la raccolta di libri della Walt Disney, i giochi ammucchiati sulla cassettiera colorata e sotto la scrivania…le foto appese alle pareti e la lampada a forma di orsacchiotto….
Ma c’è qualcosa di diverso…si respira un’aria diversa.
È tornata ad essere la “mia” stanza; sono tornata a guardare la tele prima di addormentarmi, ho ripreso a studiare sul mio letto, a parlare al telefono con gli amici indisturbata…. ad andare a letto senza vincoli di orari….
Ma c’è qualcosa che non riesco a non pensare: alla gioia di dormire vicino alla mia nipotina, osservarla mentre dorme in pose buffe…riempirla delicatamente di bacini mentre dorme …soffocare le risate con mia sorella per non svegliarla…addormentarsi accanto a lei e risvegliarsi avendola sempre lì vicina…darle un bacino all’inizio della giornata o sentire i suoi in bocca al lupo prima di un esame…. quelle poche mattine in cui posso dormire, essere svegliata dalle dolci discussioni per farle terminare la colazione o dalle discussioni tra mia madre e mia sorella su categorici ritardi all’ingresso a scuola e all’arrivo in ufficio. Mia madre che preparava la colazione per tutti…. mia sorella che scattava per prima a fare la doccia e poi girava un’ora per casa in accappatoio prima di prepararsi…. i tentativi spesso inutili di svegliare mia nipote che frequentemente terminavano con l’unica arma potente sui bambini: un bel cartone animato, possibilmente le Winx che non si sa per quale motivo trasmettono a giorni alterni;
mia sorella ancora in desabiliè, vestiva la bimba che in pochi

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   2 commenti     di: Roberta Batti


Umani

Si nasce e si muore; in mezzo ci siamo noi, misteriosamente chiamati "umani", non si sa da chi, ma è forte il sospetto che siamo stati noi stessi a definirci in questo modo che trabocca di tenera auto-comprensione, nel senso del dover essere capiti, anche da noi stessi, quando non si fa il bene del prossimo.
Il dubitare non si ferma qui, perché coinvolge molte altre questioni che ci riguardano, sia nella visuale generale data dall'essere una specie ipocrita, che nel particolare dell'essere individui piuttosto stronzi. Da questo realistico quadretto dobbiamo salvare i rari individui che umani non sono più, a causa del loro aver rinunciato a esserlo. Sono, queste ultime, delle personalità santificate non dagli umani, ma dalle scelte fatte, orientate al sacrificio di sé.
Gli umani non hanno mai mostrato di apprezzare il termine "sacrificio", un po' a causa della sua radice latina - sacer - che esprime il senso del "Sacro" trascendentale che oltrepassa ogni limite, e un altro poco per la desinenza che ha questa parola, e che è sempre latina, la quale indica la necessità del darsi da fare - facere - per rendere sacro ciò che ancora non lo è: l'uomo. L'essere umano, obbedendo a una legge che vuole siano tutte le cose uniche scomponibili in due aspetti, tra loro opposti e complementari, è considerabile nella centralità che caratterizza la sua universalità potenziale, così come nella sua superficialità, che è espressione esteriore, diversificata e molteplice, del centro unico uguale per tutti i diversi.
L'indefinibile centralità dell'essere è chiamata "sé" da tutte le tradizioni del pianeta, mentre la superficialità è definita "io" in quanto costituisce l'insieme di tutte le caratteristiche, individuali e uniche, che ognuno porta con sé, quasi sempre facendo in modo che riescano a sopprimere il proprio sé immortale.
Questa convivenza tra il sé e l'io, il primo essendo aspetto immobile e giudicante del secondo, piuttosto mobile e battagliero dà, c

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   0 commenti     di: massimo vaj


ricordo indelebile

Vi voglio rendere partecipi di qualcosa che non ha spiegazioni terrene, che non è comprensibile per la mente …e che non è neanche percepibile attraverso i sensi che noi conosciamo.
È qualcosa che esiste oltre il limite della conoscenza umana. Solo la fede vi potrà mostrare il cammino per raggiungere quella via oltre la cognizione umana.

Avevo quasi trentatre anni quando accadde qualcosa che cambiò ancor più la mia esistenza.
Non posso e non voglio dimenticare mai.
Stavo preparando la cena e tra pentole e stoviglie mi accingevo a stendere una tovaglia sul tavolo.

Improvvisamente mi ritrovai come proiettata davanti ad uno schermo gigante. Io ero sola in una vasta sala, seduta in una comoda poltrona di color rosso vivo e guardavo lo schermo. Chissà cosa stessi aspettando, forse la proiezione di qualche film.

Poi si spensero le luci e incomincia a vedere dei fotogrammi.
Grande meraviglia provai quando vidi che in quei pochi fotogrammi era impressa la mia vita.
Per prima vidi me stessa ancor neonata, poi bambina , poi con l’abito della prima comunione,
poi donna, poi sposa … e aspettavo… e aspettavo…altri fotogrammi che non arrivavano mai…

Mi chiedevo cosa stesse succedendo, perché ero li, viva e vegeta e non riuscivo a darmi nessuna spiegazione. Non avevo nessun ricordo, la mia mente era libera da qualsiasi vincolo, ero meravigliosamente tranquilla, in uno stato di pace e di assoluta beatitudine.

E mentre aspettavo che altri fotogrammi venissero proiettati, una luce cominciò a discendere dall’alto, una luce miracolosa che mi veniva incontro. Nessun dolore provavo alla sua vista,
ma era abbagliante così tanto abbagliante che cieca sarei ora se provassi a guardarne una simile, e sono certa che non ne esista alcuna.

Quando la luce sfiorò i miei piedi e poi mi avvolse tutta, insieme a lei mi incamminai verso l’alto,
dentro spirali che man mano si ingrandivano. UN MERAVIGLIOSO TUNNEL DI LUCE
Beata er

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Il campo da golf

ho cambiato già tre volte il pensiero di oggi. quando l'ho pensato mi sembrava bello, poi.. quando l'ho visto scritto, no.
quando uno pensa, da solo, in silenzio, gli sembra di aver pensato cose belle, intelligenti, sorprendenti.. di cui tutti dovrebbero stupirsi..
ma è solo perchè non le ha viste.. non ha visto il suo pensiero. con gli occhi, voglio dire.
.. tu, ci hai provato a vedere le tue asinate? penseresti che non sono tue, giureresti, che non sono le tue.. non è possibile che siano uscite dalla tua testa.. ma da un campo da golf.
.. è perchè non sapevi di avere una testa come un campo da golf. piena di buche.




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