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Riflessioni

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Il sentimento dell'attesa

Il sentimento dell’attesa è una emozione prolungata ed intensa che sta sempre più scomparendo.
L’attesa è strettamente legata al tempo oggettivo, cronologico. La velocità e la facilità dei mezzi di comunicazione, aerei, cellulari, video telefoni, e-mail. hanno fatto diminuire la percezione spazio-temporale e questo continuerà a verificarsi sempre più. Con le nuove tecnologie tutto è oggettivamente più comodo. Il mondo materiale si è arricchito anche economicamente con la velocità. È diventato molto più facile fare affari, incontrarsi, vedersi anche a distanza, parlare. Ma il nostro mondo emozionale si è ugualmente arricchito come quello materiale?
La comunicazione tra gli uomini ne ha acquistato anche in qualità?
La velocità e di conseguenza la mancanza d'attesa non ci stanno togliendo qualcosa in cambio, non stanno impoverendo l’animo umano?
Soffermiamoci a considerare una storia di amore, magari la storia di un amore lontano o semplicemente di un affetto lontano, un’ amicizia.
Prima si comunicava prevalentemente per lettera.
Non ci rendiamo conto quanto tutto ciò sviluppasse, dilatasse lo spazio affettivo dentro di noi, ci arricchisse.
Dedicavo molto più tempo, senza rendermene conto, ai sentimenti.
L'attesa era godibile quanto l’oggetto d’amore stesso, contribuendo a creare quel rituale dell'evento che faceva emozionare.

Uscivo, andavo alla ricerca di una cartoleria per acquistare foglietto e busta. Mi soffermavo nella scelta del colore e dei disegni più piacevoli che mi suggerivano il mio buon gusto, immedesimandomi nelle reazioni di chi avrebbe ricevuto la lettera. Tornata a casa cercavo un momento di calma da dedicare alla stesura del testo. Dopo aver radunato i pensieri scrivevo lentamente, pensando e ripensando, scegliendo le parole più adatte a rappresentare meglio i miei sentimenti. Questa ricerca era anche un modo per ricordare le emozioni, le sensazioni ed i momenti vissuti insieme

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   3 commenti     di: MD L.


L'Egoista

In un posto lontano, a nord del mondo, c'è un paese. "Nel paese ogni giorno ferve un'attività lavorativa molto intensa. Tutti sono sempre alle prese con impieghi di ogni genere (artigianato, agricoltura, commercio); in pochi riescono a svagarsi e a passare un po' di tempo libero in tranquillità.
Tuttavia, qualche volta, nelle giornate di sole, accade un fatto strano. Accade che la gente alzi gli occhi al cielo e veda delle persone sconosciute, vestite come a carnevale, su di un carro, volare nelle nuvole, e ridere, ridere di gusto, con una voce straordinariamente limpida, fresca, nuova, libera.
I lavoratori si fermano sempre ad osservare questo spettacolo, non nascondendo una certa invidia... e poi, quando i bizzarri individui sul carro sono ormai spariti tra le nuvole, tornano veloci al loro lavoro."

Dopo aver letto questa leggenda su una rivista del mistero, decisi di partire per indagare.
Arrivai là di pomeriggio; pioveva a dirotto. Mi rifugiai nella prima locanda che trovai. La gente era molto accogliente, e aveva mille premure nei miei confronti. Il turismo era assai sviluppato, perciò ogni tipo di visitatore era ben accolto.
Mi sedetti a un tavolo per la cena, e cominciai a fare domande ai camerieri riguardo alle persone bizzarre tra le nuvole.
"Lei li ha mai visti?"
"No.", disse il cameriere. Poi aggiunse: "... non di recente."
"Ma volano sul serio? Su di un carro...?"
"Può trovare tutte le informazioni che vuole nella libreria in fondo alla strada, signorina. Buon appetito"
Feci tesoro di quella frase, e mi ripromisi che sarei andata in cerca di informazioni in libreria, il giorno dopo.

L'indomani mi svegliai di buon'ora e corsi in libreria.
"Buongiorno! Vorrei un libro sulle bizzarre persone delle nuvole", dissi. Il negoziante mi guardò dal profondo dei suoi vecchi occhi vitrei e mi rivolse una domanda insolita: "... per farne che?"
Lì per lì rimasi un po' interdetta, poi risposi: "... Per leggerlo, no?"
"E una volta che l'avrà l

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   7 commenti     di: Apfel La Mela


La Sveglia suona, ma non funziona

Sei appena morto. Io rimango qui accanto al tuo cadavere freddo e privo di qualsiasi ricordo. Provo ad accarezzarti ma l'azione risulta essere solo un contatto tra un corpo freddo ed uno caldo.
Alzo lo sguardo e vedo molte persone attorno a te: parenti ed amici accorsi come me dopo aver appreso la triste notizia! Devo dire che hanno le facce più morte della tua, vero Faustino? Secondo me non è possibile stare una notte intera accanto ad un cadavere senza riuscire a pensare a qualcos'altro almeno per qualche minuto. Quella è tua zia Marcella vero? Ricordo che me ne parlasti solo due o tre volte, ma io l'ho riconosciuta subito per via dei suoi vestiti strampalati di cui mi hai raccontato.
Penso che se ora le chiedessi di ripescare un ricordo felice con te si troverebbe in imbarazzo, visto il poco tempo che avete passato assieme.
Sono proprio tutti impalliditi! Devo fare qualcosa per queste persone attorno a te: mi dispiace che soffrano così quando invece tu ora sei così sereno.
Mi spieghi cosa pensano gli esseri umani riguardo alla morte?
Capisco, quindi hanno solo paura di morire anche loro e di conseguenza tentano di mantenere viva la persona quanto possibile nei ricordi. Tuttavia non si spiega la loro tristezza.
Ma adesso provo a svegliarli tutti quanti:
-È MORTO! HO DETTO CHE È MORTO!-
Allibiti. Come si permette questo di urlare così durante la Veglia? Non è conveniente.
-Non puoi farci niente Valdo, capisco il tuo dolore ma ti prego di comprendere anche il nostro.-
Lo sapevo, questa qua non ha capito niente.
-NON AVETE CAPITO! Lui è ormai andato, e dovete andare anche voi! Il tempo non torna più per nessuno signori, cerchiamo di renderci conto che se avete dei rammarichi ormai è troppo tardi ed è inutile che stiate qua senza un motivo REALE!-
Le loro facce si trasformarono dunque in volti spaventati, arrabbiati, e punti interrogativi sgusciavano da ogni poro della pelle.
-Per favore adesso basta. E abbassa la voce! Siamo tutti qui p

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   3 commenti     di: Luca Baritussio


Amanti improvvisati

Essere un grande amatore è un'impresa difficilissima. Per tanti motivi, non ultimo, apparentemente banale, il fatto stesso di essere un uomo. Capire una donna non è affatto facile, ma è condizione necessaria affinchè le si possa dare piacere. Molti uomini, convinti di essere irresistibili, si propongono promettendo, più o meno esplicitamente, mari e monti. Alla resa dei conti, questi uomini hanno dei risultati davvero penosi. La donna non è lì a fare da parco dei divertimenti all'uomo, ma ha il pieno diritto di godere dei piaceri del sesso come soggetto attivo, non raccattando briciole, vivendo di riflesso il piacere del partner.
Un vero amatore, per prima cosa, deve ascoltare. Capire l'essenza della femminilità ed imparare a recepire i messaggi del corpo femminile. Adattarsi ai ritmi femminili come l'acqua si adatta alla bottiglia.
Bisogna perdere un po' di mascolinità, per essere un vero amatore. Questo non significa femminilizzarsi, ma significa acquistare raffinatezza, la tipica raffinatezza di pensiero propria delle donne. Solo in questo modo è possibile portare una donna a provare un piacere mai nemmeno immaginato. Un vero amatore non travolge, ma avvolge in un tenero e sensuale abbraccio la sua donna. Le carezze di un vero amatore sono lievi, come brezza, non sono mai troppo pesanti. Un vero amatore non è uno spaccamontagne, ma un uomo mite, sereno capace di accendere l'uragano nei sensi della sua donna, pur mantenendosi composto e raffinato. Essere un vero amatore è questione di pratica e abnegazione, ma soprattutto di talento e di carisma naturale.

   4 commenti     di: Fiscanto.


Il movimento

.. il movimento è troppo veloce per potersi studiare. questo fu il problema di Galileo. il quale dovette usare i piani inclinati, per poter rallentare il tutto e scoprire la matematica del movimento nel mondo reale.
.. forse non c'entra niente. ma volevo che qalcuno lo sapesse. nel caso non glielo avessero già detto.



L'originalita'

a volte l'originalita' e la stravaganza di una persona viene confusa con la follia, ma in realta' trattasi di liberta' assoluta di essere se stessi. importante e' non arrecare danno o provocare dolore a nessuno.

   4 commenti     di: laila


Aneddoto Jak

* Jak cerca *
Ciao vecchio Jak, ti vedo molto pensieroso c'è qualcosa che ti turba?
Jak risponde:
"Sto ricordando... "
Deve essere qualcosa di importante il tuo bastone è piantato a terra come se fosse la spada di un guerriero.
Jak risponde:
" è messo li in direzione del sole, l'ombra è come se fosse lancetta d'orologio. Si muove facendomi ricordare che lo scorrere dei giorni non esiste davvero ma è solo l'alibi che noi diamo cercando giustificazioni, lo chiamiamo passato per credere e sperare che il dopo possa essere quello che volevamo prima e non abbiamo avuto... ma non è così.
Un giorno mentre ero di passaggio in una terra sconosciuta, mi fermai in una fontana, una di quelle belle fontane con i pesciolini raffigurati che schizzano acqua dalla bocca e pensai:
Io di certo se dovessi costruire una fontana non raffigurerei mai un pesce che sputa acqua, i pesci nell'acqua ci vivono e ci nuotano, di certo non gli farebbe piacere restare al sole al freddo ed alle intemperie delle stagioni facendo godere i passanti di ciò che per loro è necessità di vita. Sarebbe come privarsi della vita che gli è stata concessa...
se mi privassero del mio bastone non morirei, ma forse qualcuno a cui piace il mio modo di farlo roteare in aria rimarrebbe male, però potrei sempre trovare un altro bastone, ed anche se non sarebbe la stessa cosa, non perderei di certo la mia abilità e destrezza nel lancio o nella presa... "
Quindi Jak tu credi che l'utilità di una persona sia legata a ciò che compie?
Jak risponde:
"L'utilità del nostro vivere non è legata al sostituibile o al ricambiabile, ma a quello che ci permette di respirare senza dover privare noi stessi di vita, quello che ci permette di ridere e di far ridere senza dover giustificare il tutto col prima.
Quello che fa tenere in piedi il mio bastone adesso è la terra che mi ha permesso di conficcare la punta, se fossi stato sull'asfalto non sarebbe stato possibile. Nel momento in cui perdiamo l'app

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   4 commenti     di: Teresa Tripodi



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