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Riflessioni

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Impalpabile

Le cose sarebbero migliorate solo se, in silenzio, avesse acceso la mente. Ma l'alienazione erotica le trafiggeva ancora, dannosa e corrosiva, i nervi e la pelle. Probabilmente un solo gesto di ribellione e periodi bianchi sarebbero tornati sulle sue palpebre soffici. Ma era chiaro. Lei. Non voleva. E oh mio dio, continuava a ballare sotto le lenzuola vecchie. Ad ascoltare clavicembali stonanti, carezzarle i lobi piccoli e rosei. Non poteva dedicarsi interamente al silenzio, ne sarebbe stata circondata come una coltre di nebbia. Passeggiava sul materasso, testava ogni singola cingolante molla. Ognuna di quelle erano legate ai suoni che le premevano sul collo. Non più poesie, amore. Non più. Avrebbe voluto dirglielo. Non più poesie, amore. Non più. Quando ad arrancare sulle tende c'erano solo fantasie utopiche, la solitudine sonnecchiava come gatto ruffiano. Non provava null'altro che ebrezza, nel sentirsi costantemente abbandonata al suo divenire polvere. Tutte le ore, scandite solo dal grattare del legno contro legno, come se quelle travi facessero l'amore anche per lei.



Maratona

È dannatamente perfetta. Intendo la postazione, la posizione e tutto il resto. Riesco a scrivere in comodità e a isolarmi. Cristo, è proprio perfetta. Sembra come se fossi tornato a scrivere con una vecchia macchina, un’olivetti di venti e passa anni fa. Una bellissima sensazione. Ora, a parte il fatto che non so di cosa scrivere, però… Niente, lasciamo stare.
Ho un po’ di nausea. Sarà la cervicale. Effettivamente devo capire se questa posizione, con la sedia e tutto il resto, mi provochi dolori ai muscoli della cervicale. Sono muscoli, vero? Bah, credo di sì, non faccio il dottore.
Bussano alla porta.
“Chi è? ”
“Siamo noi. Apri. ”
Guardo dall’occhio magico e vedo loro due. Che palle! Apro. Sono amici ma anche due pazzi.
“Sei ancora così? Sono le undici di mattina. Vuoi darti una lavata e vestirti? ”
Mi guardo. La mia vestaglia, le palle al vento nascoste da un finto pantaloncino, ciabatte ai piedi mezze rotte.
“Sono perfetto. Anzi, voi datevi un’occhiata, rischiate di sfigurare con me al vostro fianco. ”
“Certo, certo” fa uno dei due.
Si accomodano in cucina, quel che resta di una cucina.
“Preparaci un caffè, per piacere. ”
“Sissignore. ”
Mentre preparo il caffè li sento parlare. Porco cazzo, ero così felice fino a due minuti fa. Perché devono rompermi le palle a quest’ora del mattino? Non vedono che è così presto?
“Dai con questo caffè! Dobbiamo andare. ”
“Andare? Dove? ” domando mentre apro una birra.
“Come? Non ricordi? È per oggi. ” Tiro un rutto. Di che cazzo stanno parlando? Mi massaggio il collo. Forse quella postazione non è poi così comoda come vuol farmi credere. Maledetta scrivania. È bassa, troppo bassa e mi tocca abbassare il collo per leggere quello che scrivo.
“Ehi? Ci sei? ” domanda l’altro.
“Ah? Sì, certo. Mi cambio le mutande e andiamo”.
“E il caffè? ”
“È lì, ” indico la macchinetta, “quando sale versatevelo in una tazzina. Ammesso ch

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   0 commenti     di: Sergei Lubosky


Lessico familiare. Ma non troppo

Una mattina mi sono svegliato e, o bella, la radio irradiava queste parole:
"la velocità raggiunta dal cambiamento è la dimostrazione che Moore aveva ragione. La sua legge era giusta. Anzi ha perfino superato le aspettative, forse un po' conservative, dell'autore. Sorprendendo tutti. Perfino la signora Maria. E Giuseppe. Le nanotecnologie hanno impartito alle innovazioni un ritmo più che esponenziale, tanto che si sta creando un gap sempre più deep tra innovazione e capacità di assorbimento da parte di noi soggetti, destinati a trasformarci, se non ci adegueremo in fretta, sempre più in complementi oggetto. Il rivoluzionario avvento della Cloud, unito a data sempre più big, ha impresso alla nostra società globalizzata, al 90% interconnessa, ma non informaticamente mitridatizzata, la più grande accelerazione dei flussi della storia: siamo ormai da dieci anni passati dall'Olocene all'Antropocene. Ci troviamo in piena Smart Era. Pronti ad avventurarci oltre la nuova frontiera e dominare il cyberspazio. Dove, impegni e tempo permettendo, incontreremo Dio. E, in caso contrario, ci accontenteremo di conversare con Watson, il supercevellone o, più precisamente, il superlativo, fantasmagorico, cognitive system dell'IBM. Eh, sì, cari radioascoltatori, tenetevi saldi, allacciate le cinture, il futuro si presenta ricco di inaspettate opportunità, ma per riuscire a tornare a casa per l'ora di cena come dice Allen, occorre creare un'ecosistema davvero resiliente. A tal fine servono algoritmi sempre più intelligenti. Un training costante, un upgrading continuo, e un adeguamento permanente dei piani di studio scolastici e della politica. Nuove smartapp, startup never give-up. Assistenti intelligenti e piattaforme che preparino al lavoro le nuove generazioni, in modo che queste riescano a sviluppare una stabilità psicologica dinamica che consenta loro di tenere il passo - meglio se il galoppo - e affrontare adeguatamente le nuove sfide che ci attendono."
D

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Crumiri

Qualche giorno prima, era venuto da me Marco. Non era normale, sembrava trafelato, agitato, eccitato: sembrava gli avessero iniettato dell’argento vivo in corpo. Aveva un’aria soddisfatta; non ricordavo di alcun nuovo record alla playstation, né di nuove componenti per il suo scassatissimo pc. Eppure aveva un’aria di decisa superiorità stampata in volto: se ne stava lì in piedi, con le sue mani nodose da vecchio nelle tasche a guardarmi con aria sorniona, con quella sua felpa a quadri blu e righe bianche che aveva da poco comprato al mercato(una bella felpa devo ammettere, più volte mi era venuta l’idea di prenderne una simile).
Dopo due minuti in cui continuò a fissarmi, finalmente gli feci la domanda per cui agognava:< Che vuoi?>. Mi travolse come un fiume in piena travolge una capanna di fango. Termini che si sovrapponevano ed al tempo stesso un’ incredibile pregnanza della parola; in sostanza non si capiva nulla. Alla fine del suo contorto discorso mi guardò più animato di prima, ma davanti alla mia non voluta indifferenza cominciò ad aggrottare le sopracciglia e un’aura di malinconia gli adombrò il volto. Con voce esitante mi chiese perché non gli dicessi niente, neanche un “cretino” di disprezzo, al che gli spiegai che del suo discorso avevo capito poco o niente, e che sinceramente non riuscivo a comprendere perché avesse parlato tanto male; per sdrammatizzare gli consigliai anche un corso di logopedia. Calmatosi, apparentemente, mi spiegò per filo e per segno il motivo della sua venuta: tirò fuori il cellulare e mi mostrò un messaggio di una certa Viki, che mi fece leggere accompagnando il suono della mia voce con delle esclamazioni gutturali e dei “troppo figo eh?”. Il testo del messaggio diceva:
“Qst è un mex riservato agli studenti, x nn prendercelo ancora contro i denti, il 23 allo sciopero anche tu, non siamo mai in 1 in +. se la catena spezzerai, 10 anni di sfiga avrai. ps: tesoro ti lovvo tanto!!”
Wow. Sciope

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   4 commenti     di: Nicola Soave


La pioggia

D'improvviso arriva la pioggia. Sottile, lenta, copiosa, scende dai cieli lontani a purificare i muri e le strade e a dissetare la terra arsa dalla calura estiva. E prima di cadere profuma l'aria. Una musica pigra si sveglia indolente e fa vibrare il paesaggio sonnacchioso: inizia la danza. Miliardi di gocce scendono precise dal cielo e baciano la terra e tante altre compagne le rincorrono veloci, seguendo lo stesso identico ritmo.
Appoggio il viso al vetro della finestra solcato da innumerevoli rigagnoli, che zigzagando ininterrottamente si dirigono verso mete invisibili e sconosciute. Il contatto freddo per un attimo fa scivolare i pensieri: la pioggia diventa sempre più fitta. Ascolto lo scorrere intenso e irrefrenabile di quei fili d'acqua perpendicolari alla terra che, cadendo, si infiltrano in ogni dove. La pioggia scorre nelle grondaie, disegna cerchi nelle pozzanghere, picchietta e rimbalza al suolo, disseta le piante e i fiori sui balconi, bagna il mondo. Odore di antico e di umido attraversa l'anima, un odore che solo la pioggia porta con sé, perché essa conosce il rito eterno e mai immutato. Un rito primordiale che si ripete in ogni goccia e racconta il suo segreto agli alberi che sibilano e rivelano segreti mai svelati. La pioggia scende a ridare vita. E cadendo tamburella sulle mani, inzuppa i capelli, lucida il viso ma poi per farsi perdonare lascia sulle labbra un bacio lieve e fresco.
La pioggia piange lacrime di diamanti che guardano l'infinito lontano. A volte è una tristezza di sogni perduti e infonde la sottile inquietudine di non essere più in tempo. La pioggia è una malinconia novembrina che avvolge e si intessa nel cuore.

   9 commenti     di: Angel Bruna


Aforismi di giornata

-Il cervello secerne il pensiero (mente), il pensiero distilla l'amore (anima)

-La mente inscena follie, l'anima scrive poesie

-L'amore, neurotrasmettitore spirituale: conoscere a fondo se stessi per prendersi cura degli altri

-Se denudi l'anima (solare striptease) non deludi la vita

-La coscienza è il cordone spirituale della nostra identità e certa paternità

-La luce solare è energia materiale (l'elio nobilita l'idrogeno), l'amore è energia
spirituale (la coscienza nobilita l'uomo)

-Meglio l'essenza (Parmenide) per la speranza (divina misericordia) che l'esistenza (Eraclito) per la sostanza (carta moneta)

-Nel tempo a venire vincerà l'altruismo dell'anima (corteccia illuminata) sull'egoismo della mente (materia grigia)

-Chi tace dissente e non parla per non urlare

-Alla lunga vincerà l'intelletto per amare (Maiello, amo e sempre sarò) sulla ragione per valutare (Cartesio, cogito ergo sum)

-Il rosso dell'amore con il bianco candore dà giallo splendore

-Il vissuto vale più del saputo

-Meglio illudere la materia che deludere lo spirito

-La macula oculare è il peccato originale che limita la visione spirituale

-La scienza è la luce dell'intelletto, la sapienza la luce della fede, l'amore la luce della verità

-Un tempo i grandi uomini si facevano i soldi, adesso i grandi soldi fanno gli uomini

-L'inferno dantesco è sin troppo bello per temerlo e si fa di tutto per vederlo

-Dio è troppo perfetto per poter pensare ad altro che a se stesso (Aristotele), Dio è troppo buono e pensa solo agli altri (Maiello)

-Rispettando gli altri si ha il rispetto di tutti

-La vita non va presa con filosofia ma va intesa con la filosofia

-Esisto per amare veramente: educazione morale alla voce dell'anima

-Il sesso è bello quando si fa, nessuno ti vede e ognuno lo fa come meglio crede

-Meglio la scala per salire e la luce per capire che la trivella per perforare e il petrolio per sprofondare

-Certezza di

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MALINCONICA RILFESSIONE

Di me rimarranno solo poesie,
non riesco a costruirmi una professione
forse devo abbandonare le mie doti artistiche campate per aria e cercare un lavoro "comune". Allora lo so che mi dileguero' tra la folla fredda metropolitana, silenzioso il mio dolore di non riuscire morira' soffocato nel mio cuore, qualcuno forse si accorgera' solo dei miei occhi tristi...
ma quanti volti tristi scorrono ogni giorno sotto il nostro sguardo?
l'importante, vedo, non e' essere felici l'importante e' sopravvivere finche' saro' in questo gelido mondo.
La mia fortuna e' amare ed essere amata ma purtroppo non basta per vivere qui.
Evadere dalla citta' o evadere dal mondo?
sono prigioniera di un mondo che non mi piace e che non saro' io a cambiare, passeranno secoli e nel mondo ci sara' sempre qualcuno che muore; di poverta o di guerra,
per non andare troppo lontano: qualcuno che muore di solitudine, qualcuno depresso, qualcuno semplicemente di vecchiaia o di malattia a volte tutto finisce senza che sia mai iniziato e a noi non appartiene neppure la nostra vita ma tutto a un senso se lo viviamo con il sorriso nel cuore,
allora non importa se stai bene o stai male, se sei povero o ricco, giovane o anziano se sei felice non ti senti prigioniero, sei libero!
Chiedo perdono a tutte le persone che posso aver turbato nella mia malinconica riflessione e a chi si chiede dove nasce la mia malinconia,
malinconia per che cosa?
non parlo di nostalgia ma di quel sottile strato di tristezza che riveste un cuore pieno di sogni che non si realizzano mai
ospito nel cuore un amore cosmico ma il mondo soffre e tanta indifferenza lo riveste chi sono io per giudicare o per avvalermi dei suoi dolori?
io mi dileguo tra la folla metropolitana e sono solo quel volto triste che incroci ogni giorno.




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