Cos'è la morte, se non uno stato di passaggio tra la vita e la rinascita. È il vuoto, il momento in cui ti senti di esprimere qualcosa ma le tue palpebre, ormai coperte e ribaltate, le tue mani, ormai aperte e putrefatte, le tue labbra, ormai devastate e recluse non danno alcun cenno di risposta.
NO; voglio morire sepolto e lasciare questo mondo sporco dove la popolazione, sottomessa alle regole del gioco, non trova l'ormai estinto coraggio per evadere da un mondo prigioniero. Un mondo che porta solo illusioni per stupidi burattini convinti che la loro vita abbia uno scopo definito chissà dove e chissà da quale mente diabolica e piena di vendetta reciproca. Rido pensando a tutto questo; pensando a quante volte rimango assorto, tra mille pensieri, e mi fermo a divagare cercando una spiegazione, sempre che esista...
-"Vorrei solo sapere il perchè?"
"Ma è così importante per te?"
-"Si, è l'unica cosa che mi interessa in questo momento per davvero, darebbe un significato a tutto"
"E dopo che io te lo avrò detto tu cosa pensi di farne? Vuoi svelare a tutti il trucco? Vuoi rovinarmi?"
-"Ma che discorsi sono? Lei ci ha donato la vita, deve in un qualche modo salvarci... non ci può lasciare in balia delle onde"
"Basta con questo lei!! Comunque Pensaci un attimo, se tutti sapessero il perchè io non avrei più modo di esistere, sarei inutile e perciò morto!! Tu per parlare
così quanto tieni alla tua vita?"
-"Io tengo molto alla mia vita, ma se questo sacrificio, il mio sacrificio, può dare a tutti un perchè, io sarei disposto a farlo, perchè in quel momento anche io
capirei il motivo della mia esistenza. Come fai ad essere così egoista?"
"Non sono egoista, voglio solo vedere come va a finire, sacrificarsi come pensi tu mi è impossibile perchè sono troppo curioso"
-"Vedere come va a finire??, sono troppo curioso??, ma che argomentazioni sono?"
"Io ho creato gli attori, non il copione!! Ho lasciato a voi il libero arbitrio, la possibilità di autodeterminarvi"
-" E cosa ne è stato? una serie infinita di sopraffazioni, stermini, guerre e tutto per una tua scommessa? È questo che vuoi dire?"
"Molto enfatizzato, ma si, siete una scommessa,"
-"Tu sei Dio!!! Sei il bene per eccellenza"
"Io non sono il bene per eccellenza, questo lo avete detto voi, avete inventato tante menzogne su di me..."
-"Infatti iniziavo già a dubitare, ma ora tu pensi che la gente mi crederà quando gli racconterò tutto ciò?"
"Ehmmm forse ti è sfuggito qualcosa, secondo te io perdo il mio tempo a parlare con una persona viva? Certo che a volte le provate tutte... ora accomodati e
goditi lo spettacolo insieme a me"
In un posto lontano, a nord del mondo, c'è un paese. "Nel paese ogni giorno ferve un'attività lavorativa molto intensa. Tutti sono sempre alle prese con impieghi di ogni genere (artigianato, agricoltura, commercio); in pochi riescono a svagarsi e a passare un po' di tempo libero in tranquillità.
Tuttavia, qualche volta, nelle giornate di sole, accade un fatto strano. Accade che la gente alzi gli occhi al cielo e veda delle persone sconosciute, vestite come a carnevale, su di un carro, volare nelle nuvole, e ridere, ridere di gusto, con una voce straordinariamente limpida, fresca, nuova, libera.
I lavoratori si fermano sempre ad osservare questo spettacolo, non nascondendo una certa invidia... e poi, quando i bizzarri individui sul carro sono ormai spariti tra le nuvole, tornano veloci al loro lavoro."
Dopo aver letto questa leggenda su una rivista del mistero, decisi di partire per indagare.
Arrivai là di pomeriggio; pioveva a dirotto. Mi rifugiai nella prima locanda che trovai. La gente era molto accogliente, e aveva mille premure nei miei confronti. Il turismo era assai sviluppato, perciò ogni tipo di visitatore era ben accolto.
Mi sedetti a un tavolo per la cena, e cominciai a fare domande ai camerieri riguardo alle persone bizzarre tra le nuvole.
"Lei li ha mai visti?"
"No.", disse il cameriere. Poi aggiunse: "... non di recente."
"Ma volano sul serio? Su di un carro...?"
"Può trovare tutte le informazioni che vuole nella libreria in fondo alla strada, signorina. Buon appetito"
Feci tesoro di quella frase, e mi ripromisi che sarei andata in cerca di informazioni in libreria, il giorno dopo.
L'indomani mi svegliai di buon'ora e corsi in libreria.
"Buongiorno! Vorrei un libro sulle bizzarre persone delle nuvole", dissi. Il negoziante mi guardò dal profondo dei suoi vecchi occhi vitrei e mi rivolse una domanda insolita: "... per farne che?"
Lì per lì rimasi un po' interdetta, poi risposi: "... Per leggerlo, no?"
"E una volta che l'avrà l
La nave è un qualcosa di ineffabilmente diversa, un prodotto ispirato dall'ingegno umano.
Ha un'anima che forse gli viene donata dagli uomini che la costruiscono e da quelli che la conducono per mare.
Come una persona essa è concepita: nasce vive e lavora con buona o cattiva sorte per pochi o molti anni.
Nessuna nave sarà mai uguale ad un'altra anche se gemella.
E come un essere umano ogni nave, a prescindere dalla sua importanza e grandezza, verrà ricordata per quanto ha espresso nella sua esistenza e per le vicessitudini a cui gli eventi l'hanno assogettata rendendola sempre protagonista.
Sally amore mio sussurami in quest'ora di prigionia
sono rinchiuso nella solitudine della mia testa..
tu mi parli attraverso le dita quando rapide volteggiano sul ponte di una chitarra
oppure impugnano il profilo sottile della prima penna che mi capita a tiro
Lo sai che sono un bravo ascoltatore ma un pessimo rielaboratore,
sempre più ti amo nel migliorarmi, se ciò accade.
La mia voce rimbalza su queste pareti di piombo,
non ci sono orecchie a prestarmi udito.. non do loro colpa,
ognuno si fa carico della propria croce eppure..
mi sento compresso in questa strana intelligenza o stupidtà o follia o persino mostruosa sensibilità ma verso di te, non verso gli esseri umani, no, per quanto possa amarli, in buona parte di loro non posso nutrire fiducia;
si costringono per la loro intera esistenza in numeri che vanno da 1 a 10 e mettendo il caso che capitino nel 5, 5 (fra la merda e la salvezza) ecco che perdono la testa, se non l'avevano già fatto.
Mi dicono che non ho i piedi per terra, che sono poco serio, se questo significasse tuffarmi in questa folle classifica, ne varrebbe la pena? E comunque che posso farci,
ho il vizio di amare troppo le mie deformazioni mentali della realtà sebbene io riesca a vederla cristallina con questi occhi devastati dall'insonnia e dal pensare troppo (o male)
Ho capito solo adesso che la mia vita ha davvero un senso! Il senso e che c'è sempre un momento, un giorno, un attimo per meravigliarsi, per gioire di felicità! Il senso della nostra vita è scritto dentro ognuno di noi! Sai cos'è amore? sai cos'è dolore? sai cos'è piangere? Allora sai vivere! Si... sai vivere come vuoi! Perchè ognuno di noi è una persona diversa, che pensa in modo diverso, che ama in modo diverso, che soffre in modo diverso. Mi dicono spesso che io non so vivere, che rimurgino sopra le cose troppe volte e che poi ci sto male, ma loro cosa ne sanno cosa fa davvero male? Loro non sanno niente di me, della mia esistenza, della mia sofferenza, perchè loro non si sanno emozionare davanti ad una canzone, loro non sanno amare con tutti se stessi, loro non sanno piangere davanti a un dolore, loro non sanno niente di me, e non lo sapranno mai! Lasciatemi vivere nel mio mondo, diverso da vostro, io voglio solo essere capita e se non ci riuscite, allora lasciate perdere! La mia vita? malinconicamente felice!
Quale forma prenderà l'animale che è in me la prossima volta?
Avvelenata da incontri sbagliati, chiudo gli occhi e non sento il volo degli stormi di avvoltoi dietro le palpebre.
Mi scuote il fuoco che non percepisco più, mi annienta l'acqua che gronda da questa testa frantumata da odori e musiche lontane. Sono una fontana o un fiume o sono il vento che mi spinge via da qui?
Sono parole, sono canzonacce tristi che mi frenano e mi sgretolano ed io mi ritrovo in posti mai conosciuti se non nella mia testa
Le mille maschere che indosso pesano quintali di carne altrui, rivesto personalità rubate a chi dopo sessant'anni non sa ancora affrontarle.
Sono il cappellaio matto con in mano la tua tazza di the', il prestigiatore che libera una colomba nell'aria, sono il senzatetto che abbraccia cartoni per sentire una carezza, dopo tanto troppo tempo. Sono lo straniero sperduto di mille ballate e quello su cui nessuno ha ancora scritto niente, perché non visto, o forse non creduto. Sono te? Sono lui, lei, il vecchio in fila per pagare le bollette e la donna che ostinata lava ancora all'argine del fiume.
Tu la senti questa musica? Mi urla nelle orecchie e non riesco a spegnerla, le dico di fermarsi ma nessuno qui mi ascolta. Capita anche a te, o solo a chi perde la partita?
Chiedo a Dio gambe potenti che mi sorreggano nell'ultima grande corsa, ma non mi vede mentre mi sbraccio verso di lui per ottenere soccorso. Voglio girasoli che sorridano alla luce e viole timide da nascondere, ma le voglio così, per sfizio. Perché nessuno possa dire che non mi piaccia generare ed allevare Vita. Voglio del veleno per uccidere questa bestia che strepita e scoppia perché vuole uscire, o forse no.
Charles, ti ho rubato l'uccello azzurro che tenevi nella testa, ma ti manda i più cari saluti. Sono pazza, sono ancora qui?
Sono veri questi Soli? Me li hai mostrati di sfuggita, troppo preziosi per essere toccati dalle mie mani goffe.
Sono il saltimbanco dell'angoscia, il me
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