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Racconti di ironia e satira

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incidente stradale

    Incidente stradale


Michele mentre camminava sulla sua auto, una autobianchi  A 112 quattro porte, dicono di colore blù( dicono, perché Michele distingue i colori, allo stesso modo in cui distinguerebbe, fra loro, due formiche gemelle, se mai si fermasse ad osservarle).
Soprappensiero, con la mente impegnata a far quadrare i cinti del magro stipendio, già completamente consumato, anche se mancavano alcuni giorni a quello successivo, guidava per una strada non ampia, quando all’improvviso il dramma: gli si para davanti alla macchina, e lui non riesce ad evitarla, investendola in pieno.
Michele scosso dall’accaduto, ferma l’auto e scende a verificare il risultato dell’investimento. Purtroppo niente da fare! È stesa lì, senza dare segni di vita. Michele si guarda disperatamente attorno, cercando conforto in uno sguardo compassionevole, che gli facesse pesare meno, la colpa di quanto accaduto, ma non trova nessuno, la strada è deserta, e lui è solo.
Dopo un attimo di riflessione, si muove! Ha deciso! Sarà lui stesso a prendere quel corpo senza vita, ed a portarlo là, dove potrà degnamente essere onorata. Mentre si avvicina al corpo inanimato, un grido! Michele si volta intimorito, e vede un uomo con gli occhi fuori dalle orbite, che urla: che avete fatto! Me l’avete ammazzata! Il nostro amico, tenta di spiegare che lui non ha colpa, che gli si è parata davanti all’improvviso e non ha potuto evitarla, ma invano! L’uomo disperato lo accusa: Lei camminava sulla destra, aveva la precedenza, è stato un atto criminale! E così dicendo, va  amorevolmente a prendere quel corpicino, mentre con gli occhi pieni di pianto, ne tesse gli elogi: Faceva l’uovo tutte le mattine, era la mia migliore gallina! Michele mestamente china il capo, rientra in macchina, mette in moto e si allontana, lasciando lì sulla strada, il risultato della sua disattenzione. Ha un nodo alla gola, mentre pensa: Peccato! Oggi potevo mangiare pollo, ed invece sarà br

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   4 commenti     di: pino carosis


LE NOTEVOLI AVVENTURE DI TROMBETTINA E DI TALE SIGISMUNDO, DETTO RODOLFO.

Finalmente c’era arrivata. Era l’idea. La strapensata del millennio. Tutte l’avrebbero ringraziata per averci pensato. Ne era certa. Così trionfava Trombettina mentre si preparava da circa due giorni per uscire quel sabato sera. Nel frattempo Sigismundo, detto Rodolfo, congelava in magliettina a maniche corte e bermuda ( che fa fico una cifra!!! ) il 3 dicembre aspettando la sua regal consorte. Il sabato era così passato e la settimana seguente, quando Trombetttina si degnò di affacciarsi per avvisare Rodolfigno, come lei chiamava il suo boy, di essere quasi pronta, lo trovò semiibernato, così decise di scongelarlo nel microonde. Il quasi pronta di Trombettina era pari circa al nono grado della scala De Paolis che misurava il ritardo con cui una ragazza riusciva a prepararsi rispetto al valor medio della vita di un triceratopo. Più o meno mancavano circa tre ere geologiche.
Passate le ere, grazie ad un distorsore temporale ( come credete che le vostre ragazze siano pronte in meno di due anni?! ) ( menti innocenti ), ed arrostito per bene il pollo Rodolfo, si era pronti per la regal passeggiata che comprendeva visita alle proprietà immobiliari del centro città, aperitivo dal costo medio ad personam di non meno di 150 euro, cena nel nuovissimo ( infatti doveva ancora aprire ) ristorantino neozelandese paleogiapponese cityurbanizzato dalla cucina semi futuristica ma medioevalmente raffinata. Tutto era pronto. I pistoni laccati d’oro dell’auto vincitrice di tre Ducati Race fendevano la barriera del suono ma nulla si mosse. Erano appena cominciati i saldi. Un divo non si mescola ai comuni mortali, figurarsi Trombettina e Rodolfigno, che al solo pensiero dei saldi furono colti da vomito fulminante. Dopo aver trascorso due mesi al riparo dai saldi, dalle svendite a buon mercato, dalle offerte, dai voli low cost e dai conigli pasquali, Trombettina e Rodolfo si apprestavano a tenere conciliabolo con una ristretta cerchia di amicissimi troppo specia

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Autori contemporanei

Rick Crok, pseudonimo di Carlo Carletti, che da più di trenta anni pubblica un paio di libri ogni anno è divenuto ormai fenomeno mondiale. Ogni libro da lui pubblicato è minimo cinquecento pagine. Oltre la quantità è naturalmente la qualità narrativa che incolla il lettore al libro. Fin dalla prima pagina che per uno stratagemma commerciale ha davvero della colla che ti si appiccica un dito e col cavolo ti riesce di staccarlo. Da esaltare inoltre la qualità delle strategie di marketing che, subliminalmente, hanno portato al suicidio anche casalinghe che non hanno mai letto un libro, ma saputa l'uscita del ribro del Carletti si sono suicidate perchè nopn l'hanno comprato. Mha. Si ricordi inoltre l'uscita attesissima della terza pubblicazione che concludeva la trilogia dedicata alla critica della filosofia contemporanea. Infatti dopo il primo libro "Bhe", cinque milioni di copie, "Bho", sette milioni, ebbene in America fu allestita l'uscita notturna del libro per le due e venticinqe di notte al Giant Stadium di New York (dove ci tengono il superboolle) , e circa tre kilometri di coda di lettori fedelissimi, attesero davanti la cancellata in no modo di entrare e aquistare, nell'immenso stadio allestito a libreria per primi la pubblicazione. Il caso fece che i libri, visto il casino, sgattaiolarono dall'uscita secondaria per non dare nell'occhio e si creò una rissa gigantesca che i maligni dicono creata ad ok per dar più risalto pubblicitario al volume. Rick Crok nasce a Belluno, in un ora che non c' era nessuno presso l'ospedale in loco, l'ostetrica e i medici convocati per il parto, si rendono conto subito delle dimenbosioni e dello spessore del bimbo. Parto cesario, spiattellato già con venti chili di peso e una penna in mano. Le operae di Rick Crok variano dal giallo, al noir, al pois rosa o rosso shocking, a libri di antropologia, fannullagginee, hobby sul fai da te un'arma (lontano da luoghi abitati). Da ricordare inoltre oltre la serie legata all'inv

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   0 commenti     di: Raffaele Arena


L'ultimo eremita - parte seconda

Devo ammettere che appena messo piede sul sicuro poggio tirai un bel sospiro di soddisfazione, non è da tutti i giorni infatti che un sessantenne pensionato dopo una intera vita vissuta tra i banchi di un liceo con le poche escursioni alla ricerca di funghi si possa improvvisare un Indiana Jones o un pellerosse mohicano. Compiaciuto rivolsi lo sguardo alle mie spalle e la vista dello strapiombo appena oltrepassato mi riempì di orgoglio. Sinceramente in quel momento non pensai affatto che in giornata avrei dovuto rifare la stessa strada per il ritorno. Mi concentrai invece sul luogo in cui mi trovavo.
Il terrazzamento era lungo una cinquantina di metri e largo mediamente due, con punte di tre nella parte centrale, quella davanti l'accesso alla grotta. Proprio in quella zona vi era l'origine del fumo, dovuto alla bruciatura di un mucchietto di foglie e sterpaglie in parte secche e in gran parte ancora verdi e umide. Al centro dello spazio, quasi a mezza distanza dalla grotta era stato improvvisato un braciere fatto di pietre disposte a semicerchio e in quell'incavo erano state deposte le foglie. Non molto lontano dall'improvvisato focolaio vi era un grosso mucchio di sterpi e foglie che, poco alla volta, sicuramente venivano usate per alimentare il fuoco. Ovvio che in quelle condizioni il fumo che ne scaturiva fosse grigio, quasi bianco, e per la quasi mancanza di vento si innalzava alto nel cielo come una colonna bianca.
Aguzzando lo sguardo riuscii a notare oltre il fumo una indistinta sagoma umana accovacciata per terra e con le spalle poggiate ad un grosso arbusto, di quelli che spuntano miracolosamente anche dalle rocce. Prima di avvicinarmi lanciai un rapido aguardo ai dintorni, alla mia destra il magnifico panorama che spaziava sulla sottostante valle e le basse colline, qualche centinaio di metri più sotto, oltre una mezza dozzina di altri terrazzamenti si riusciva a intravedere un vecchio ovile in muratura e da esso un cavo nero che superando la distanza

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   6 commenti     di: Michele Rotunno


Scuola Serale

Fanny era una 19enne di boccoli e sogni. Bionda di capelli, ed occhi azzurri, Nonostante la timidezza, centrava numerosi cuori maschili. Cresciuta in una famiglia numerosa; 5 figli ( lei era la primogenita). Il padre lavorava come imprenditore edile, e riusciva a soddisfare i bisogni della numerosa prole. Fanny, non avendo molta voglia di lavorare nella ditta paterna, coltivava la passione del ballo. Era determinata a partecipare al programma televisivo "Saranno Famosi"; si allenava costantemente. Incurante della zavorra costituita dal sedere abbondante.
Seduta vicino a lei si accomodò Beatrice. Una ruvida donna, originaria di Trento, di pressappoco 30 anni. Al compimento della maggiore età, Beatrice era stata buttata fuori casa dai genitori. Si era barcamenata, per un quinquennio, con lavori saltuari. Finchè decise di trasferirsi in Lombardia, a Como. Trovando, poi, occupazione come magazziniere in una fabbrica di caramelle. La ruggente capigliatura corvina ed il rimmel marcato promettevano battaglia. Lei era pronta a sfruttare al 100% i mezzi a disposizione. Al suo domicilio di Cadorago l'avrebbe supportata, e sopportata, Peppe Popi. L'idraulico con cui lei conviveva.
Pose lo zaino, e si mise in disparte. Basilare non dare troppa confidenza ai nemici. Mirco Pezzenti annusava l'aria, prendendo nervosamente appunti. 26enne, fisico asciutto, volto emaciato. Sembrava rigido come uno stoccafisso. Pochi capelli incorniciavano la testa; vestiva dei jeans sdruciti, e scarpe Nike di seconda mano. Da giorni contava i minuti che lo separavano da quell'evento. Incurante delle proteste della madre Luisa, che vaticinava una sua sconfitta. No; era la chiave di volta. Fra tre anni, con il titolo in mano, sarebbe diventato uno yuppie rampante. Al diavolo l'infimo lavoro di operaio; briciole per il genio che lui si sentiva. Un bulldozer, disposto a passare sopra al mondo.
Qual era il filo conduttore che univa le tre anime? Il recupero anni scolastici alla scuola "Cont

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La storia del peccato originale, come non l'avete mai letta.

Oggi devo vedermi con Eva. Eva fa la giardiniera nell’Eden.
Il Capo gli ha fatto un contratto di lavoro a tempo indeterminato.
La giardiniera dell’Eden fa spesso l’amore con Adamo e a me tocca guardare.
Tante volte ho sognato di fare l’amore con Eva, ma lei nemmeno mi guarda …
Lei ho lo sguardo solo per lui.
- “Mi ami, amore? Ma quanto mi ami? Oggi per te ho colto le pere dall’albero”.
Uffa che noia! Ma qui non succede mai niente!
Allora mi sono detto: “Chissà con Eva come andrebbe?”
Così eccomi qua! Pulito, profumato, lucidato, praticamente desiderabile.
Ho fatto persino la prova dell’alito. Fantastico! Odora di mela acerba.
- Buongiorno, serpente. Volevi vedermi?
- Si, Eva. Volevo proporti una nuova dieta.
- Sarebbe a dire?
- L’albero che ti offre le foglie per coprire la tua intimità, produce dei frutti buonissimi. Se tu ne mangerai sarai ancora più bella. Vedi quelle rotondità sui fianchi e sui glutei? Sparirebbero! Guarda i tuoi seni cadenti. Se tu prenderai di quel frutto, improvvisamente i tuoi seni diverrebbero sodi e bellissimi! Che ne dici?
- Oh! sì! Quanto mi piacerebbe! Pensa serpente che ultimamente Adamo per continuare a fare l’amore tre volte al giorno ricorre al viagra. E allora mi era venuto qualche dubbio sulla tenuta del mio fascino. Sai … il tempo passa per tutte!
- E già! A chi lo dici! Però il viagra, proprio no! Guai a fidarsi dei ritrovati tecnologici. Molto meglio sono i rimedi naturali, come ad esempio il peperoncino.
- Caro serpente, mi dai un po’ del tuo peperoncino? Se me ne dai un po’, io ti darò una bella cosa …
- Ma cosa fai? Eva no! Non farlo in nome della nostra amicizia. Aiuto! Aiutooooo!

   20 commenti     di: Fabio Mancini


Il tempo di un annuncio

Benvenuti nell'Ipermercato del Grande Fratello
Si comunica che siete tutti osservati!

Attenzione prego, è stato smarrito un carrello, chi l'avesse trovato è pregato di ricondurlo al box informazioni

Si è persa una mamma, il piccolo l'aspetta al box informazioni

Attenzione prego il signor 10 (uno zero) è pregato di contattare l'interno 610 (sei uno zero!)

L'auto in sosta davanti all'ingresso attende il proprietario

Si informa che per la festa del cliente saremo tutti "aperti"

Attenzione si informa la gentile clientela che i pagamenti con bancomat e carte di credito sono momentaneamente fuori servizio e le cassiere sono momentaneamente in pausa

Offerta della giornata: al banco macelleria oggi abbiamo del fegato!

Attenzione prego, grazie, scusi, non lo so...

La signora Desireè è desiderata al punto d'ascolto

Il Signor Terzo è attesa alla prima cassa

Si ricorda alla gentile clientela che chi ha dimenticato la tessera può dimenticarsi gli sconti

Attenzione prego chi ha raccolto i punti è pregato di scaricarli alla cassa

Per la festa di Pasqua facciamo le uova in proprio

A Natale: si prega la gentile clientela di maneggiare le palle con cura onde evitare rotture

Un addetto alle pulizie è atteso nella corsia pulizia casa

Comunicazione alla clientela si informa che al box informazioni facciamo anche le fatture

Al punto di ascolto prestiamo orecchio

Post - vendita noi aggiustiamo, voi rompete

Al reparto ortofrutta i nostri piselli sono tutti nostrani

Giornata del 3 x 2... 6 invitato!

Gli sconti volano... 50% di sconto su tutti gli assorbenti con le ali

Casse self: si prega di non agitarsi prima dell'uso

Banchi serviti: anche oggi diamo i numeri

Grandi sconti nel reparto intimo, andate via in mutande!

Si prega di non abbandonare i polli e i conigli in giro

Cotto e mangiato: grandi offerte, piccoli assaggi

Allarmi impazziti, i clienti sono tutti allarmati!

Messaggio morse:

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   6 commenti     di: laura marchetti



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