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Racconti di ironia e satira

Pagine: 1234... ultimatutte

Le tasse

- Caro Pasqualino, dove vai così di corsa!
- Vado, Genna', vado... ma mi devono sentire!
- Chi? Dove?
- All'Ufficio delle tasse!
- Ah! E allora ti vuoi rovinare la giornata.
- Mi voglio rovinare la giornata?... Io me la sono già rovinata! Guarda qua: seimila euro di tasse! Dodici milioni! Ma io devo fare una protesta che deve arrivare...
- ... sotto la porta e poi ti cacciano! Pasquale, ma chi tè lo fa fare. Fai come me... quando venne il momento pagai e... chi si è visto, si è visto!
- Come ragioni bene tu. Secondo te mi arrivano cento milioni di tasse e io pago e zitto?
- Ma quelli hanno già stabilito tu quanto guadagni...
- Gennarì, quelli hanno stabilito a modo loro... Ora io vado sopra gli Uffici e faccio succedere il quarantotto! Fammi andare, va!
- Fai presto, io ti aspetto qua!
- Grazie non ti disturbare.
- Figurati, è nel momento del bisogno che si vedono gli amici! Può darsi che dopo hai bisogno di un medico, di un'ambulanza... e ti trovi solo in mezzo alla strada!..
- Come la fai tragica! Io vado... spacco qualche cosa e torno subito!
- No, tu non torni perché vai direttamente in galera!
- Ma che galera! Io, dalle urla, devo far cadere il palazzo dell'Intendenza di Finanza!
- Nientemeno. E allora vai, io ti aspetto di fronte, capisci... se cade il palazzo... io tengo famiglia...
- Allora vado!
- Ma vedete che tipo! Crede che andando lassù i finanzieri si mettono paura di lui e gli abbassano le tasse. Non si è ancora convinto che noi, poveri cittadini, nei confronti dello Stato siamo delle misere pulci da schiacciare con il peso delle tasse. I politici? E quelli dopo che hanno preso i voti... hanno altro da pensare, poverini!
- Eccomi qua!
- Allora, che hai fatto? Ti hanno abbassato le tasse?
- No!
- Come è possibile! Il palazzo non è crollato!
- Andiamo via per piacere.
- Ma si può sapere cosa è successo?
- Ma che doveva succedere!... Vedi... in fondo... loro non hanno tutti i torti. Povera gente,

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Tedoforo di una notte di piena estate

Londra, 27 luglio 2012.
Per strada la festa è un crescendo. Caroselli di bandiere colorate inondano la città. All'interno dello stadio, la cerimonia d'apertura entra nel vivo. Volteggia orgoglio britannico da ogni testa presente. Solo un uomo se ne sta in disparte, l'espressione corrucciata del suo viso non lascia trapelare alcuna buona intenzione.

Stratford-upon-Avon, 10 Novembre 1974.
Il giovane Nick ha un sogno: essere tedoforo delle prossime olimpiadi inglesi. Per raggiungere questo obiettivo, il ragazzo cerca di impegnarsi nello sport.
L'atletica si beffa di lui, la boxe lo deride, i giochi di squadra lo umiliano. Il risultato è univoco e inequivocabile: Il giovane Nick non è portato per lo sport, anzi è un vero e proprio asino.

Londra, 20 luglio 2012.
Nick, ormai uomo di mezza età, ha appena acquistato una maschera da asino. La sua vendetta nei confronti dell'universo olimpico avrà presto un compimento. Una smorfia amara sfiora gli angoli della sua bocca segnata dal tempo. Suda, sa che tutto ciò avrà delle ripercussioni. Tira un lungo sospiro ed esce dal negozio.

Londra, 9 giugno 1982.
Un ragazzo ha appena subito l'ennesima sconfitta.
- Coraggio Nick, sapevi anche tu di non poter competere!
Gli occhi si riempiono di lacrime, trattenute a fatica dai mille arricciamenti del naso. Nick sta per scoppiare, una volta di più ha capito di non essere tarato per fare lo sportivo.
- Ti conviene fare come tuo padre, hai un'ottima azienda pronta ad accoglierti.

Stratford-upon-Avon, 20 Marzo 1997.
Nick è un uomo di discreto successo ormai, ha una fabbrica tessile e una famiglia alle spalle. È appena nato il suo secondogenito, il piccolo Puck. Stringe forte la manina del pargolo, ormai ha accantonato il suo sogno, è riuscito a superare quell'ossessione imperante.

Stratford-upon-Avon, 6 Luglio 2005.
- Papà, papà. Faranno le olimpiadi a Londra tra 7 anni!
La voce di Puck rintrona letteralmente Nick. Lo stato di trance che lo avviluppa g

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Io e le donne

Ah, le donne, le donne! Come sarebbe il mondo, senza donne? Noioso, terribilmente noioso. Le donne sono la gioia e il dolore di ogni uomo. Nel mio caso, soprattutto il dolore! E vi spiego perché.
Un sabato sera, vado a ballare in discoteca. Mentre sto ballando, noto tra la folla una ragazza che mi colpisce in maniera particolare, provocandomi... un grosso livido all'occhio destro!
Un altro sabato sera, sempre in discoteca, adocchio casualmente, di fronte al bancone del bar, una ragazza così affascinante, così ammaliante, che le sirene di Ulisse, al confronto, sembrano quelle dell'ambulanza! Incantato dalla sua bellezza, la guardo per un po' (nello stesso modo in cui l'avrebbe guardata un uomo che non deve chiedere mai!), poi accendo una sigaretta, comincio a fumarla ed infine mi avvicino a lei con passo deciso e disinvolto (in quel momento, mi sentivo Humphrey Bogart!).
- Hei, pupa, - le dico, sforzandomi di assumere una faccia da duro - lo sai che mi fai letteralmente impazzire!?
Sapete cosa mi ha risposto?
- Non preoccuparti, bello, ora ti do l'indirizzo di un bravo psichiatra!
Non immaginate come ci sono rimasto! Come quella cosa che hanno soltanto gli uomini!
Una domenica sera, vado a sorseggiare una birra in un pub, accompagnato dal mio migliore amico. All'interno del locale, egli rincontra, per pura coincidenza, una sua vecchia fiamma ossidrica, una donna così focosa che gli lasciò ustioni di secondo e terzo grado sui due terzi del corpo! Il mio amico la saluta, me la presenta, quindi si mette a parlare con lei del più e del meno, del per e del diviso. Quanto a me, devo dire che, d'allora, ho iniziato a frequentarla, poi l'ho corteggiata e, dulcis in fundo, mi sono fidanzato con lei. Siamo stati una coppia felice, senza problemi, fino al giorno in cui ho scoperto che m'erano spuntate sulla testa delle protuberanze ossee talmente grandi che un miope mi avrebbe scambiato facilmente per un cervo! Ebbene sì! La mia fidanzata mi stava tradendo!

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A muso duro

Due modi distinti di conoscenza si fronteggiano, a muso duro il primo... contro la rassegnazione paziente del secondo: Il primo, perché largamente diffuso, considera la realtà come fosse una conseguenza della legge del CASO che, a dirla tutta, è la negazione di ogni legge consequenziale, mentre l'altro, essendosi accorto che ogni effetto ha una sua causa, crede che debba esserci una causa per ogni cosa, compresa la causa delle cause di tutto ciò che è.
Chi crede sia del CASO la responsabilità del costo dell'affitto di casa spera che non sia da pagare tutti i mesi, mentre chi conosce la ragione d'essere di ogni evento sa che se salti un mese poi ti chiedono gli interessi.
Chi crede al caso coltiva un sacco d'interessi perché conta che, sui grandi numeri, qualcosa in cui trovare soddisfazione prima o dopo accadrà. Chi sa che sono le cause a spadroneggiare di interessi ne ha di meno, perché meno sono e meno delusioni seguiranno.
Anche la disposizione d'animo delle due radicalmente diverse opinioni subisce delle ripercussioni allineate alle differenti credulità: chi si prostra davanti al caso non bazzica le parrocchie, ed è l'unica cosa che non fa per caso, mentre chi si immagina tutto sia ordinato dalle cause in chiesa ci va, a occhieggiare come sono vestiti quelli che credono in Dio.
I credenti in Dio credono sia in Dio che al caso: in Dio quando gli chiedono favori, e al caso quando Dio non glieli fa.

   8 commenti     di: massimo vaj


L'isola dei dannati

Paolo e Francesca in nomination! L'annuncio di Beatrice P. conduttrice del reality "L'isola dei dannati" bastò a far rumoreggiare il pubblico assiepato negli studi televisivi, costruiti per l'occasione in una sperduta isola delle Antille e ivi trasportato con una lunga serie di voli charter dall'Italia.
Il gioco stava entrando nel vivo: nelle prime due settimane avevano dovuto abbandonare lo show, il Conte Ugolino e Bonifacio VIII, eliminati dalle votazioni del pubblico televisivo.
Un applauso scrosciante salutò i concorrenti eliminati. L'organizzazione dello show aveva fatto le cose per bene: era stata presa ogni precauzione per proteggere il pubblico. C'era un ricco buffet a disposizione degli ospiti e in modo particolare del Conte Ugolino, ogni spettatore aveva a disposizione un casco da motociclista per proteggersi il capo.
Si attendeva a minuti l'annuncio dell'altro concorrente in nomination: l'aria era elettrica, i bookmaker davano come favorito l'indovino Tiresia, inviso alla maggior parte dei concorrenti restanti a causa di certe predizioni catastrofiche.
La pausa pubblicitaria servì a tranquillizzare tutti: alla ripresa delle trasmissioni, la regia abbassò le luci in sala e inquadrò Beatrice P. In un corto abito rosso, che lasciava scoperte le lunghe gambe e ne fasciava il corpo sexy, aprì lentamente la busta con l'indicazione del secondo concorrente in corsa per l'eliminazione.
Ulisse in nomination! Il boato del pubblico in studio seguì l'annuncio di Beatrice P. Virgilio, il regista della trasmissione, chiese ai cameraman, di zummare sui concorrenti nominati. Paolo e Francesca furono sorpresi, tablet alla mano, mentre visitavano un sito web per scambisti; Ulisse, invece, era impegnato a infilarsi dei tappi nelle orecchie, per proteggerle dalla musica rap che gli altoparlanti diffondevano nello studio a tutto volume.
Beatrice diede la parola all'inviato speciale: dall'isola dei dannati, Dante A. inziò il racconto degli avven

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   0 commenti     di: Abraxas


LA CASALINGA ISTERICA

Madonna mia, sono stanca!
Ebbene sì, lo sono. E basta con sta storia che le casalinghe non fanno niente! Noi dovremmo avere lo stipendio!
Io mi sveglio la mattina, preparo la colazione ai bambini, li accompagno a scuola, torno a casa, che è tutta da pulire!
Il giorno prima abbiamo fritto, ci sono 8 kg di grasso sul piano cottura. Ma io ho la soluzione! Una pubblicità parlava di uno sgrassatore che con uno spruzzo e una passata di spugna va via al volo... che? Che? Io ho provato pure con lo stecchetto di mio marito, che è muratore, e manco se tolto!! C’ho dovuto verniciare sopra al grasso, l’ho fatto verde, come la speranza che chi ha inventato questo sgrassatore se ne vada a... pubblicità ingannevole, sì!
Come quella vecchietta che fa i festini a casa! Chiama la figlia dice che sta tornando, e di colpo manda via tutti, mette un po' di pronto a terra e tutto è pulito! E i piatti? I bicchieri, le posate!?? Hai capito, tu metti un poco di pronto a terra e automaticamente scompare tutto all’improvviso! Ma chi? I figli della vecchietta sono in coma che hanno aperto una credenza gli sono caduti 25 kg di piatti addosso e oltre al trauma craunico hanno preso pure il tetano, c’erano ancora i pezzetti di torta della festa ormai ammuffiti.
Ma tornando alla mia giornata tipo, metti che quel giorno c’ho pure le mie cose?... E che problema c’è? Io uso lines petalo blu e posso andare a giocare a pallavolo, volare sui cavalli e pure sui divanetti! Non ho capito io, il problema mica sono i dolori? No, basta che noi donne stiamo comode, poi che abbiamo mal di stomaco, mal di schiena, nausea ecc ecc... ma sì! Dettagli, la comodità è quello che conta! Io ho le flebo quando ho le mie cose, ma chi se ne frega, tanto sto comoda!
Continuo a pulire intanto, con la mia flebo attaccata al braccio, ma comoda, e intanto mastico le mie chewing gum alla fragola, la pubblicità dice che è come se ti lavassi i denti, se non hai lo spazzolino c’è daygum protex... ier

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Technology

Lo confesso apertamente: sono un disastro tecnologico. Per dirla più esplicitamente sono, come si dice dalle mie parti, come l'asino che essendo nato senza coda non riesce più a metterla. Il massimo della mia tecnologia è fermo alla Olivetti Praxis 45, quella che aveva un visorino su cui scorrevano le ultime cinque o dieci parole battute (dipendeva dalla lunghezza delle stesse).
Credevo di essere un dio, con quella macchina scrivevo di tutto, dalle lettere commerciali alle relazioni tecniche e, nel tempo libero, bozze di pura utopia politica. Com'era bello scrivere senza compiere alcun errore! Bastava rileggere l'intero rigo prima di andare a capo e il gioco era fatto. Ma come era faticoso! Ad ogni rilettura perdevo il filo del discorso così per un'intera pagina dattiloscritta ci volevano tre ore consumate nella estenuante ricerca e successivo mantenimento della necessaria concentrazione.
La tecnologia, però, avanzava inesorabilmente così a metà degli anni ottanta ecco il grande passo: l'acquisto del primo computer: un Amstrad 1640 a colori con disco rigido dalla terrificante potenza di 20MB, dotato di sistema Gem, antesignano del Windows. Acquistato per esigenza di lavoro e rimasto imballato nel suo scatolone per ben due anni, fino a quando con estremo coraggio mi sono deciso a metterlo in bella mostra nello studio, ma di adoperarlo nemmeno per sogno. Ma gli eventi incalzano e, allora, quando i diretti concorrenti si dotano dei plebei Commodore 64, ma usandoli, io, per non essere da meno, mi decido a compiere il fatale passo ovvero mi faccio l'archivio clienti e in che nodo? Semplice: scrivendo in ordine alfabetico tutte le pratiche in corso (un centinaio). Ma visto che sono anche un maledetto metodico pignolo mi convingo di dover essere io a immettere in ordine alfabetico i nominativi con tutti i dati tecnici salienti. Passo così interi pomeriggi nell'ansia di non compiere errori, ovvero di non saltare qualche nominativo finché il quinto giorno mi capit

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   8 commenti     di: Michele Rotunno



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