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Racconti di ironia e satira

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L'evoluzione

L'auditorium era percorso da un brusio uniforme e fitto il quale, dal suo ronzare in alto guardava, seduta in basso, la ragione del suo esistere: una moltitudine di studenti agitati dalla notizia che, quel giorno, la lezione di scienze l'avrebbe esposta addirittura un professorone, insignito della prestigiosa onorificenza concessa dal miglior gota scientifico e letterario che l'umanità possa vantare, quello che pungeva il petto degli scienziati e dei letterati col premio Nobel.
Il silenzio entrò col professore e anche il rumore si sedette in attesa spasmodica, oggi avrebbe saputo aspettare pur di cogliere l'essenza della vita che era, per lui, ancora troppo poco rumorosa.
L'uomo si avvicinò al microfono, ci soffiò sopra per testarne il timbro e uno sputazzo si nascose veloce nella spugna nera e fetida.
— Buongiorno cari studenti enti enti... — disse, senza trasporto emotivo.
Lui li detestava uno per uno quei giovinastri, perché si sarebbero bevuti il suo sapere con la stessa sete irriflessiva che aveva avuto lui quando si era ubriacato, da giovane, delle stesse melense ipotesi alle quali aveva interiormente smesso di credere, dopo la tragica e inspiegabile morte della sua amata moglie.
Iniziò, flemmatico, a infilar parole su una collana di conoscenze che non avrebbe mai trovato chiusura:
— Il sapere dell'umanità ha fatto passi da gigante da quando la sinfonia espressa dalla sola nota dell'antico conoscere si è complicata nel magnifico concerto che innalziamo al cielo oggi— il microfono stridette a questo dire, fastidiosamente nevrastenico in un sovrapporsi di decibel che anticipava quello delle nuvole, e il cui suono stonava peggio di quella sola nota appena evocata.
Appena si calmò quel riverbero, continuò, innervosito dall'ostilità dell'impianto sonoro e da una strana oscurità che scivolava giù, attraversando le finestre, dall'alto dell'enorme salone.
— La cultura ha preso forma dalla concentrazione delle intelligenze, in lotta con

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   1 commenti     di: massimo vaj


Amministrazioni ruspanti

In una delle desolate periferie fiorentine, piazza Dalmazia, passa un canale che, senza dire niente, va verso l'Arno. Un tempo c'erano piccoli orti, curati da gente del posto, relitti della "cultura contadina"; poi la modernizzazione degli amministratori ex-contadini li ha fatti sparire, lasciando al loro posto il vuoto, il nulla. Due grigi muri di contenimento e un filo d'acqua d'estate, un po' di più in inverno, che scorre come su un'autostrada, trascinando lattine.
Poi ultimamente l'amministrazione si è un po' addormentata, ha trascurato la "manutenzione". L'assenza dell'amministrazione può fare miracoli. La natura ha cominciato piano piano a riprendersi; dalla tabula rasa del fondale hanno cominciato a crescere piante selvatiche, timidamente, disordinatamente; tanto non vale la pena darsi troppo da fare, visto che prima o poi tornerà l'amministrazione.
Invece è passato del tempo ed ho assistito ad un prodigio. In un punto vicino alla piazza è cresciuto un vero e proprio boschetto di canne; erba e piante rampicanti (chissà dov'erano) si sono fatte coraggio e tutti insieme hanno inventato una piccola oasi, uno scenario semplice ma suggestivo, anzi, visto il contesto intorno, commovente.
Sì perché non è finita qui: sono arrivate anche le anatre selvatiche, che si sono stabilite nel boschetto, passando la giornata nel piccolo laghetto che si è formato.
Ho visto la gente del posto incredula a guardare uno scenario così semplice, suggestivo e soprattutto venuto dal nulla. Sembrava di essere in una ridente cittadina olandese.
Qualcuno ha pensato di portare un paio di panchine e piano piano è diventata una consuetudine per molti sedersi lì ad ammirare i giochi delle anatre. Così anche la gente è entrata a far parte dello scenario e si è creato un minuscolo, spontaneo, armonico giardinetto, un giardinetto insolitamente animato, vivo, vero.
Tutta la piazza si è addolcita per questo suo angolo e tutto questo senza spendere una lira. Viene sponta

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   6 commenti     di: carlo biagioli


'A signura ru latu

Certi modi di dire, essendo traduzioni dal dialetto, sfuggono alle regole della lingua italiana e finiscono per acquisire un significato che può' essere interpretato nei modi più' vari!

Quando mi è capitato di sentire la frase, " la signora d' accanto " non ho potuto fare a meno di pensare a quanto renda impersonale il soggetto in questione.
Infatti riferendosi ad uno stato in luogo, definisce il posto dove la signora vive, dando più' rilievo allo spazio, piuttosto che alla persona in oggetto che potrebbe essere anche sconosciuta. A parte l' evidente errore grammaticale, c' è da dire che l' effetto è quello di una entità' : cioè sappiamo che sullo stesso nostro pianerottolo esiste la vita, ma potremmo anche non sapere di che forma si tratti!
La " signora d' accanto " potrebbe essere alta, bassa , bruna, anziana o grassa o anche avere due teste! ( ma forse se fossimo a conoscenza di questo particolare, in un eccesso di precisione, diremmo "le signore d' accanto " ) Non sappiamo niente di lei, neanche il nome di battesimo, ma riusciamo ad identificarla benissimo, non si può' sbagliare!
A volte poi, è proprio la persona in questione che, avendo preso coscienza del suo ruolo , rassegnata, lo accetta e si ritrova a dire bussando alla porta della vicina : " Scusi, non avrebbe un po' di sale? Sono la signora d' accanto ". A quel punto non c ' è più' niente da fare!
È come una bolla papale, una carta d' identità' condominiale.
La " signora d' accanto " potrebbe avere un problema, subire un furto o essere malata ; ma sarà' sempre lei , e così ricordata.
E alla fine quando sarà' la sua ora si potrebbe sentir dire : - Sai chi è morta la settimana scorsa? La "signora d' accanto " -
-Ma come, non se n' era andata?-
Una volta, al cimitero, ricordo di avere letto un cartello dove c' era scritto : " Ci scusiamo per l' errore, ma la lapide sulla tomba è quella della "signora d' accanto!

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La Sirenetta

Nei cartoni animati facciamo sempre il tifo per gli sconfitti anche perché sappiamo che lo saranno sempre.
Chi non ha fatto il tifo per willy il coyote contro l'odiato struzzo Beep Beep che riesce sempre a farla franca, cambiando a volte le leggi della fisica, o Silvestro che non riesce mai a mangiarsi il canarino?
Sembra quasi che gli dei non vogliano, e che facciano sempre vincere chi deve: Achille doveva vincere ed Ettore soccombere.
I nemici poi peggiori sono quelli dentro di noi. Ne sa qualcosa il draghetto Grisou, che vuole fare il pompiere e, quando tutto sembra essere sotto controllo, la sua natura di drago ha il sopravvento e finisce per l'incenerire sempre tutto.

Non si può fuggire alla propria natura ed al proprio destino!
Anche nei cartoni è così ed Ariel sospirerà: "Come vorrei poter uscir fuori dall'acqua... Che pagherei per stare un po' sdraiata al sole".

In quel caso ci vogliono poteri sovrannaturali del re Tritone per sfuggire al suo destino di sirenetta a vita.

Ma a noi chi ci salva?



Monologo teatrale: Il Panda deve Morire.

“Ecologia nun vor dì sarvamo er panda!”
Ci disse il nostro professore il primo giorno di università alla facoltà di ecologia, per l’appunto..
Ed infatti è così. Ma non perché ecologia non significhi salvare il panda, semplicemente perché il panda deve morire.
È una certezza.
È un dato di fatto.
È una grande verità.
Anzi, mi domando come mai non si sia ancora estinto!
No, non faccia quella faccia scandalizzata..
Si, lei..
“Ma come, un ecologo che vuole uccidere il panda??”
Proprio così. Ma è proprio perché sono un ecologo lo dichiaro. Avendo studiato le catene trofiche, la selezione naturale, l’evoluzione e tutte le altre belle cose concernenti questa materia, mi stupisco come questo animale così.. così..
Non lo so neanche definire..
Come questo animale sia ancora in vita.

Qual è il suo ruolo nell’ecosistema cinese?


..
Farci i peluche della Trudy.
Ecco qual’è.

“Eh ma che vuol dire, allora anche le zanzare non servono a niente!”
Mi dirà lei..
E invece no..
Le zanzare sono l’alimentazione principale di molti uccelli insettivori, di alcune larve acquatiche, fanno spendere capitali per combatterle, trasmettono malattie quali la malaria..

Saranno pessimi elementi di cui faremmo volentieri a meno, ma almeno, anche se nel male, qualcosa fanno!!

Il panda no.

Il panda mangia bambù!

15 ore al giorno mangia bambù!

Non puoi dormire e mangiare tutto il giorno!
Fatti predare! Almeno qualcuno che serve a qualcosa mangia!
No.. Perché il panda non ha predatori! Sta bene lì a mangiare i suoi quintali di bambù giornalieri.
Riproduciti!
Almeno il wwf salverebbe specie che hanno un ruolo invece che spendere miliardi su di te, o panda.
No..
Il signorino non si riproduce in cattività.
Vuole l’intimità!, il signorino.
Deve trovare la partner giusta per lui, il panda.
Ma io dico: Sei in pericolo di estinzione?
E ALLORA SCOPA!
Anche Marzullo riuscirebbe a riprodursi se fossimo

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Maledetti immigrati!

Voglio narrarvi di un fatto che m'accadde pochi giorni fa in una mattina di pioggia. Ero contento perché non c'era il sole che mi avrebbe abbronzato e reso un po' come quelle luride scimmie africane (quando vado sulla spiaggia, infatti, mi copro sempre: non voglio assomigliare a loro neanche minimamente).
Non avevo portato l'ombrello, perché non sapevo che avrebbe piovuto e a malincuore fui costretto a comprarne uno da quei musi gialli che vendono roba scadente e con la quale ci contagiano le loro malattie (sono loro che portano le malattie qui in Italia e in tutta l'Europa!).
Quel ladro cinese mi cercò tre euro. Pazienza. Dovetti fare questo piccolo sacrificio: sempre meglio che bagnarmi!
Acquistai l'ombrello e lo afferrai solo dopo essermi infilato i guanti, per non farmi contagiare. Proseguii per la strada verso il mio ufficio, ma una folata di vento fece rompere subito il mio ombrello appena comprato! Così mi bagnai lo stesso. Arrivato in ufficio tutto inzuppato d'acqua, cominciai a starnutire e a sentirmi male.
Quando tornai a casa, mi venne la febbre. Lo sapevo! Quel muso giallo mi aveva infettato, vendendomi il suo ombrello o semplicemente stando a contatto con lui, anche a poca distanza. Quando lo raccontai al dottore, mi diede del razzista e del pazzo. Disse che il motivo per cui avevo preso la febbre era che mi ero bagnato. Ma io avevo già capito tutto: il dottore era un maledetto comunista!
Bah, dare la colpa alla pioggia per difendere gli immigrati: tipico dei comunisti... ecciù!



Politici star system(commedia ridotta)

Benvenuti signore e signori!!
sit down burattini e buffoni!
Or che tutti han preso parte al gran galà dell'Apparenza,
è con sommo piacer che vi presento,
ed io generosa a Voi cedo l'anteprima:una grande.. Signori.. Divina?
-non credo, Commedia! la Vostra!
Applaudite sfarzosi e onorevoli Zirconi! a chi? a Dante?
Macchè suvvia non siate poi così modesti, gli Artisti siete voi.. ordunque brillate fasulle comete!
Far parte anch'io del cast?
-Signor regista, che gentilezza, spiacente,
ma io non amo luccicar di luce falsa:a Voi prestigio e fama!
Chi sta parlando ora? Udite Udite! ebbene.. nessuno miei cari
e francamente sto bene quì dietro le quinte,
non sono Star e non ho studiato al DAMS.. però per me Signori il vostro autografo..
Non vale nulla!!

   4 commenti     di: tanya belletti



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