Diagnosi coniugale di Isidhermes
(A cura di Ipazia, ex moglie)
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"Vedete, Isidhermes è fatto così. Ha un vissuto accidentato. È impossibile stargli vicino per più di tre ore. Finché si tratta di conversare fra radical oxfordiani, è pure intrigante. Ma non chiedetegli: 'Li pulisci tu, oggi, i sanitari in bagno?'. Diventa un grande latitante. Isidhermes è un'idrovora bioenergetica inarrestabile. Farebbe venire l'esaurimento anche a Madre Teresa. Sposarsi con lui è stato come andare, inconsapevole, verso l'eutanasia attiva. Dunque, non chiedetegli di convivere. Non concepisce qualcosa al di fuori del suo Ego. Il verbo 'condividere' è totalmente assente dal suo lessico. Stargli accanto è come cercare di impallare un mattatore sul palcoscenico. È come chiedere a un neopremionobel di scendere dal pero, togliersi l'abito da cerimonia usato a Stoccolma e mettersi a lavare lavello e fornelli, pretendendo che tenga la concentrazione su di essi per più di tre minuti. Dunque, occhio! Io vi ho avvertite."
(Ipazia)
-Vedi Celsius, l'universo è semplice da capire...
Prese una cartuccia e la infilò nel caricatore, il fucile era pronto.
- Come dici?
- Dico l'universo... sai, il sole, la terra... è come diceva Fourier
- Chi?!
Imbracciò il fucile e puntò verso il bosco, accovacciandosi a terra.
- Vedi quella tigre laggiù? Bhè io la vedo così, lei si muove, no?
- Veramente stà dormendo...
- Si ma è viva! Ma mi segui? Un colpo di fucile e diverrà carne fredda...
- Non gli vorrai mica sparare mentre stà dormendo, vero?!
Abbassò il fucile e guardò in alto verso il sole. Si asciugò il sudore con la mano sollevandosi il cappello. Guardò negli occhi il suo amico Celsius e gli sorrise benevolo.
-Hai ragione, lasciamola sognare... così soffre di più...
Situazioni informatiche incontrate in dieci anni di litweb, colte dalla prospettiva di un eterno quanto inattuale aforisma di Ennio Flaiano.
Ovviamente le persone che si celano dietro quegli avatar e quelle circostanze virtuali sono esseri umani che meritano tutto il mio rispetto, visto e considerato che non sono tanto diverso da loro, essendo un italiano cronico, irriducibile, insomma un caso disperato e disincantato.
È mia radicata convinzione che siamo tutti meglio di come appariamo su Internet, questo è il brandello d'utopia che mi è rimasto, lacero, stropicciato e bisunto, in tasca.
I pensieri di Flaiano sono editi tra virgolette.
LA SITUAZIONE DEL WEB ITALIOTA, IN GENERALE
"Ho avuto la fortuna di nascere con in bocca il latte materno della lingua più completa e dolce del mondo, arricchita e allietata da migliaia di affluenti vernacolari, ma nel paese abitato dai sudditi più ignoranti e distruttivamente anarchici dell'Universo".
I NUOVISSIMISSIMI (ABBONDARE CON LA ESSE A PIACERE) TALENTI
"Il peggio che può capitare a un genio è di essere compreso."
"L'insuccesso mi ha dato alla testa."
ESSERE ITALIANI
"Essere pessimisti circa le cose del mondo e la vita in generale è un
pleonasmo, ossia anticipare quello che accadrà."
I PLURINICKNAMES AGGRESSIVI E NICHILISTI
"È un cretino illuminato da lampi di imbecillità."
L'IPERFEMMINISTA
"Spesso la donna italiana è cuoca in salotto, puttana in cucina e Signora a letto."
UN POPOLO DI RUFFIANI E LECCACULO
" A furia di leccare qualcosa sulla lingua rimane sempre."
AMORE SENZA RETORICA
"I grandi amori si annunciano in un modo preciso; appena la vedi dici: "Chi è questa stronza?"
DEGENERAZIONE ANTROPOLOGICA (PASOLINI DOCET)
"L'evo moderno è finito. Comincia il medioevo degli specialisti.
Oggi anche il cretino è specializzato."
GIGOLO' E RIMORCHIATORI MASCHERATI E SPERICOLATI
"In amore bisogna non avere scrupoli, non rispettare nessuno.
Se occorre, essere c
La nebbia fitta e umida, carica di particelle di pioggia, avvolse in poco tempo l'automobile costringendo l'autista a rallentare l'andatura. Ancora qualche centinaio di metri e la striscia bianca che divide le corsie sparì completamente e l'uomo alla guida fu costretto a procedere costeggiando il ciglio stradale dov'erano ancora ben distinguibili le erbacce cresciute sul limitare dell'asfalto.
"Cristo! Ci mancava solo la nebbia1 arriveremo che sarà giorno, maledizione!" imprecò l'uomo al volante mentre azionava i tergicristalli.
"Pazienza Roberto, non arrabbiarti tanto, ormai restano solo una decina di chilometri. Ritarderemo di qualche minuto, che fretta c'è?" disse la donna al suo fianco.
"Dai papà accelera!" esclamò Mario, il più piccolo dei due bambini seduti sul divano posteriore.
"Non può correre, è pericoloso. Stupido!" ribatté Gino, il fratello maggiore, dandogli una gomitata.
"Ahi, mi hai fatto male, cretino! Ora ti faccio vedere!" rispose questi passando a vie di fatto tirando i capelli al fratello maggiore.
"Lasciami bestia! Mamma Gino mi fa male!" piagnucolò intanto che scalciava. In pochi secondi sul divano si scatenò una bagarre di spintoni e pizzicotti accompagnati da grida e lamenti.
"Basta! Finitela o mi tolgo la cinghia!" esplose Roberto girandosi di scatto verso i due discoli e alzando minaccioso il pugno mentre la vecchia Ford Fiesta dell'89 sbandava leggermente.
"Ragazzi smettetela! Non date fastidio a vostro padre mentre guida. E tu, Roberto, per favore, non distrarti" osservò la donna passando dal rimprovero ai ragazzi al monito al marito.
"È da quando siamo partiti, stamattina, che non hanno fatto che litigare. Ma aspettate che arriviamo a casa e poi vedrete..!" ribadì Roberto come ultima minaccia. "Maledetta nebbia, non si vede un cazzo!" imprecò ancora dopo una pausa.
"Roberto, non dire parolacce davanti ai ragazzi!"
"Già, come se non le conoscessero"
"Questo non è un buon motivo perché tu debba dirle"
"Beh!
In nome di Sua Maestà Vittorio Emanuele III per grazia di Dio e per volontà della Nazione Re d'Italia il Pretore del mandamento di Montepiano nell'udienza del 20 aprile 1932 ha pronunciato la seguente sentenza nella causa di azione privata
C o n t r o
1) CASTELLI ANTONIO fu Giovanni di anni 40
2) CASTELLI SEBASTIANO fu Giovanni di anni 42
3) MORETTI GIUSEPPE fu Francesco di anni 68
4) RIENZI MATILDE fu Antonio di anni 65
Tutti di Montepiano
i m p u t a t i
Il 1° uccisione di un gallo senza necessità - lesioni senza conseguenze (schiaffo) - ingiurie verbali - in pregiudizio di RIENZI Matilde.
Il 1° anche di lesioni personali volontarie prodotte con colpo di sasso e guarite nel decimo giorno in danno di MORETTI Giuseppe.
Il 2° di complicità nel reato di lesioni commesso dal primo
Il 3° di lesioni senza conseguenze (pugni) in danno del secondo
La 4^ di complicità nel reato di lesioni commesso dal terzo.
In Montepiano il 15 gennaio 1932
In esito all'odierno dibattimento - sentite le conclusioni di parti civili - inteso il P. M. nella sua requisitoria - Osserva in Fatto e Diritto -
Addì 4 marzo 1932 CASTELLI Sebastiano, esponendo che mentre si trovava nella sua casa, avendo udito delle grida ed essendo accorso per sedare la questione vide il MORETTI con la moglie RIENZI Matilde che si azzuffavano col fratello di esso CASTELLI a nome Antonio; che alla sua vista il MORETTI si scagliò contro colpendolo con pugni e lacerandogli una giacca, aiutato in ciò dalla moglie RIENZI Matilde.
Tutto ciò narrato. Sporto querela a carico dei coniugi MORETTI i quali furono rinviati al giudizio di questo Pretore per rispondere dei reati loro ascritti in epigrafe.
Addì 1 marzo i coniugi MORETTI, esponendo che CASTELLI Antonio senza alcuna necessità gli aveva ucciso un gallo e che chiestogli conto del perché dell
Tratti dalla raccolta: Il lupo del Villaggio e/o il villaggio del Lupo.
INIZIAMO BENE!
<<Direttore! Direttore!, venga presto >>. La voce si fece più esagitata:<<Direttore, insomma si sbrighi! >>. Si udì uno scroscio d’acqua e un uomo corpulento e sanguigno, uscendo da un minuscolo bagno, rispose:<<Arrivo, arrivo>>, poi rivolto a se stesso :<<Era meglio rimanere a casa a dipingere, ho un occhio in sospeso>>. Questo pensiero si riferiva al suo ultimo quadro dove appunto stava pensando di aggiungere un occhio in più ad una figura femminile per darle un tocco di “esotismo”, una pennellata che avrebbe potuto farlo figurare fra i pittori innovativi del secolo.
La voce, intanto si fece sentire più insistente, egli dovette porre attenzione e rispose con voce stentorea:<<Insomma, cosa succede?>>. L’interlocutrice, una signora con occhiali quasi a monocolo, con voce petulante e accusatoria, rispose :<<Al solito, è svenuta la signorina Livretti, ha voluto ascoltare una barzelletta del Pio e si è sforzato troppo per capirla>>.- <<Bene, bene>>, assicurò sornione il direttore, poi si corresse - <<Cioè male, …acqua, aceto, sale e…>> -<<Cavolfiori>>, concluse l’occhialuta a cui non sfuggivano i pensieri, spesso rivolti al cibo, del suo “duce”. Poi scuotendolo con forza: <<Direttore, bastano due schiaffi, ma piccoli, mi raccomando!>>.
Il direttore sogghignò e, avvicinandosi al corpo languidamente inerte della Livretti la rigirò e... “ploff-ciaff”. L’effetto fu immediato, la Livretti balzò in piedi rossa in volto che, a confronto, il suo rosso e fiammante vestito sembrava sbiadito. <<Grazie! , lei mi ha ridato i sensi>>.
LA GRANDE ABBUFFATA
Arrivò il giorno della grande abbuffata ; il direttore aveva dato le opportune disposizioni : bisognava offrire almeno quattordici portate per un totale di 6000 chilocalorie pro-capite e, conseguentemente pro-pancia. Tutto il popolo di Villanova era in fermento; le c
Incidente stradale
Michele mentre camminava sulla sua auto, una autobianchi A 112 quattro porte, dicono di colore blù( dicono, perché Michele distingue i colori, allo stesso modo in cui distinguerebbe, fra loro, due formiche gemelle, se mai si fermasse ad osservarle).
Soprappensiero, con la mente impegnata a far quadrare i cinti del magro stipendio, già completamente consumato, anche se mancavano alcuni giorni a quello successivo, guidava per una strada non ampia, quando all’improvviso il dramma: gli si para davanti alla macchina, e lui non riesce ad evitarla, investendola in pieno.
Michele scosso dall’accaduto, ferma l’auto e scende a verificare il risultato dell’investimento. Purtroppo niente da fare! È stesa lì, senza dare segni di vita. Michele si guarda disperatamente attorno, cercando conforto in uno sguardo compassionevole, che gli facesse pesare meno, la colpa di quanto accaduto, ma non trova nessuno, la strada è deserta, e lui è solo.
Dopo un attimo di riflessione, si muove! Ha deciso! Sarà lui stesso a prendere quel corpo senza vita, ed a portarlo là, dove potrà degnamente essere onorata. Mentre si avvicina al corpo inanimato, un grido! Michele si volta intimorito, e vede un uomo con gli occhi fuori dalle orbite, che urla: che avete fatto! Me l’avete ammazzata! Il nostro amico, tenta di spiegare che lui non ha colpa, che gli si è parata davanti all’improvviso e non ha potuto evitarla, ma invano! L’uomo disperato lo accusa: Lei camminava sulla destra, aveva la precedenza, è stato un atto criminale! E così dicendo, va amorevolmente a prendere quel corpicino, mentre con gli occhi pieni di pianto, ne tesse gli elogi: Faceva l’uovo tutte le mattine, era la mia migliore gallina! Michele mestamente china il capo, rientra in macchina, mette in moto e si allontana, lasciando lì sulla strada, il risultato della sua disattenzione. Ha un nodo alla gola, mentre pensa: Peccato! Oggi potevo mangiare pollo, ed invece sarà br
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