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Racconti di ironia e satira

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Un borghese piccino picciò

"E gli uomuni in deficienza di luce sostituirono le lampade fulminate, con altre a basso consumo."

Mi svegliai di soprassalto: destato da un sordo tlok! Nell'oscurità più bieca illuminai il corridoio tramite la lucina dell'accendino. Andai alla ricerca dell'interruttore generale, quello dove c'è il salvavita. Quello che di solito non scatta mai, per cui bisogna scendere le scale dal terzo piano all'androne del fabbricato, la dove si trovano stipati i contatori dell'ACEA, riarmare la levetta e ripercorrere a ritroso il tragitto precedentemente compiuto.
Salii le scale, e aprendo la porta di casa mi resi conto con sgomento che il mio armeggiare non aveva pro-dotto alcun risultato. Ri-buio totale in casa: Stramaledizione! Tutte le lampadine si erano fulminate. I fila-menti di tungsteno penzolavano come lingue riarse di assetati in cerca di acqua, li intravedevo dallo spazio trasparente sovrastante lo zoccolo filettato. Le geometrie pentagonali si erano interdette, era rimasta solo un'isola macchiata, sfumata di nero sulle lisce rotonde superfici color latte.

-L'oscurità accende la fantasia. Cominciai a pensare come ci potesse rimanere il signor Edison quando si trovava in situazioni del genere, lui che: inventato un oggetto deputato a fare luce lo vedeva destinato a morire per consunzione.

Finite, le fantasticherie fui preso dall'ansia. Mi vestii togliendomi il pigiama. Quello elasticizzato, in rayon misto lana. Quello che fa traspirare la pelle e contribuisce ad ossigerare i tessuti mentre dormi, sempre alla puntiforme lucetta dell'accendino, ignorando il capoverso dei calzini. Le mutande non le toglievo, conservando ancora un pudore ancestrale tramandatomi dalle passate generazioni.
Erano le due del mattino, quando precipitandomi dalle scale dell'abitato aprii il cancello principale dirigen-domi verso la macchina parcheggiata a filo muro. La strada era stretta per cui bisognava accostarsi il più possibile consentendo così il transito agli altri ve

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Vorrei uscire

Vorrei uscire, ma il mio equipaggio si è ammutinato, il mio pilota si è lanciato col paracadute sulla foresta amazzonica, per lo spavento gli è venuta una crisi di etnofilia acuta e ha deciso di restare lì a tempo indeterminato per cercare di salvare una tribù swhaffgherpath e poi tirarne fuori un best -seller... il marconista da solo non sa pilotare, al massimo diventerà radioamatore, l'autista è andato a cavarsi dieci denti. Farò quattro passi sul lungomare.



Riflessione sul costume da bagno

Al mare ed in piscina oramai si vede di tutto. Un bene? Un male? Non so. La varietà dei corpi poco coperti, lascia intravedere la storia - soprattutto alimentare - delle persone. Tranne qualche vecchia signora over size contenuta a stento dentro costumi interi, rigidi come corazze, e dalle coppe misura sesta, direi che la maggior parte delle donne e degli uomini si accetta e si scopre per quello che è. Oggi, molto più che non vent'anni fa, le donne con i loro difetti, e a tutte le età, si mettono in due pezzi e bikini. Certune signore già ultrasessantenni, anche se rinsecchite, osano la mutandina bassa. Ragazzi con lombi matronali e inspessiti da Mc. Donald girano in pantaloncini con la cinta sotto l'ombelico, fanciulle con coscione cellulitiche - a sedici anni- sculettano felici dentro minuscoli slip e uomini sui cinquanta espongono stomaci gonfiati da abbondanti libagioni. A me tutto questo mette una certa allegria. Infatti, al di là del senso estetico che forse certuni riterranno poco vincente, questa esposizione senza reticenza è la miglior risposta al battage mediatico e televisivo per cui solo i " perfetti", i "magri" hanno diritto di indossare il costume da bagno e per di più succinto.
Le persone sono quelle che sono, magari individualmente interrogate potrebbero anche riconoscere che eh sì, sono sovrappeso, ho la cellulite, ho la panza, ho il seno cadente, ma quando sono tutte assieme in spiaggia o sui murazzi esse " osano" e se ne fregano, alla faccia delle veline, dei modelli di Versace, dei palestrati. Di tutta quella assurda aristocrazia del "peso forma " che li vorrebbe annientare ed allontanare dalla saga estiva. Al mare la democrazia rimonta. Per non parlare poi della tristezza delle donne rifatte i cui seni immobili come meloni, distaccati e fermi come bocce, appaiono assurdi ed innaturali in mezzo a tanta carne spesso molle e sofferente. Personalmente anche q

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Solo perchè sei tu eh!!!

È incredibile, non posso credere ai miei occhi, a quello che sto facendo, io! Non una persona a caso, una di quelle adolescenti innamorate e sulle nuvole che passano il loro tempo a scarabocchiare nomi e scritte su quaderni, diari, banchi, mani, o qualunque cosa gli capiti a tiro, no! Io! Proprio io…sto cucinando!!! Si si, e non qualcosa a caso, no! Dei cioccolatini, dei zuccherosi, morbidi, dolci e saporiti cioccolatini di cioccolato e caramello. Il motivo? Eh fosse solo uno, perché se la motivazione di questo mio gesto fosse davvero solo una non sarebbe poi molto difficile puntare il timer del forno con 20 minuti in più e bruciare questi cioccolatini, non vi pare? E invece no! Sono attentissima, conto scrupolosamente ogni singolo chicco di farina di tipo “0” che sto aggiungendo a questo impasto, che dovrà essere perfetto, un po’ come del resto tutto quello che mi riguarda. Presuntuosa? No dai…sono solo un po’ pignola, voglio che la mia vita sia in ordine, tutto qui! Stavo dicendo? Ah già…i motivi…beh il principale credo sia quella furia omicida che ora come ora mi sta spingendo a odiare quel o quella demente che ha inventato la festa di san Valentino.
Il secondo potrebbe, dico potrebbe, essere quell’affascinante, incantevole, meraviglioso ragazzo con quei capelli così belli e luminosi, quegli occhi così chiari e lucidi, quella bocca così delicata e…si insomma…. quello! ehi no no…ora non mettetevi in testa strane idee eh! Io non sono, ripeto non sono, innamorata…la sola idea mi fa ridere! Non pensate male però, non sono né cinica né tanto meno depressa, ma l’ultima volta che mi sono innamorata è stato molto tempo fa e mi sono ripromessa di non farlo mai più, vi racconto come andò: era una tiepida serata d’autunno, i miei finissimi tacchetti picchiettavano elegantemente sul duro asfalto prima di imboccare la viottola che passa in mezzo al parco, allungava la strada per casa mia di circa cinque minuti, ma non sapevo rinun

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   4 commenti     di: Anna Bona


Aloisius 2

Stamattina, (non pioveva), ma sono andato lo stesso a trovare Aloisius, e come al solito mi ha raccontato delle cose.
Poiché i “guardiani” della chiesa, non credono, o meglio, rifiutano di ammettere la sua esistenza, capita ad Aloisius di assistere ad incontri e conversazioni molto particolari.
A porte sbarrate, con l’illuminazione interna ridotta al lumicino, ci sono degli incontri, delle riunioni a dir poco oscure.

Ecco l’ultima cronaca di Aloisius:

-“ Caro fratello nella fede della verità, non più tardi del mese scorso, poco prima delle rituali celebrazioni di fine anno, c’è stata qui, a pochi metri dalla mia colonna, una riunione al vertice fra due alti prelati e due rappresentanti del potere politico locale, attualmente al governo.

I politici hanno chiesto ai prelati di evitare, durante le celebrazioni pubbliche, data la massiccia presenza dei media, di parlare di malavita, di mala società, di mala sanità, di mala politica, evitare totalmente di coinvolgere la cosiddetta società civile nelle prediche natalizie.
In cambio, hanno garantito di, come dire, insabbiare alcuni procedimenti giudiziari in atto contro altissimi esponenti della chiesa di Roma.

Ad un accenno di rifiuto dei porporati, i politici hanno spiattellato nomi e fatti, molto, molto gravi, di esponenti locali di santa romana chiesa, fatti tipo complicità in attività di usura, tratta delle bianche, (hanno fatto specificatamente riferimento ad un giro di “ospitalità” di ragazze dell’est europeo) avviate, poi, a “lavori” non proprio edificanti!

Un certo giro di porno-pedofilia che ha coinvolto oltre che “stimati” “baroni” della intellighenzia locale, anche esponenti della curia.
E avrebbero continuato ancora, ma c’è stata, a quel punto, la resa dei tonacati e la stipula dell’accordo.

Luigi, ti prego, fammi da portavoce, cerca di far conoscere al mondo, cosa si nasconde dietro queste mura, diffondi la mia voce, insegna alle genti la

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   8 commenti     di: luigi deluca


Wikibiografia, non autorizzata, di Berlusconi Silvio

Nasce a Milano, il 25 settembre del 1936. Voci non ancora confermate, sommate a numerosi indizi assai circostanziati, darebbero sempre più consistenza ad una storia così strabiliante da far impallidire anche la penna di Alessandro Dumas. Tenetevi forte: quella buonanima di mamma Rosa, per gli amici Rosella, avrebbe scodellato non uno, bensì due Silvio. Due pargoletti identici. Due gemelli. Pare infatti che alcune ore dopo che il primo esordisce con una lunga teoria di "mi consenta", fa avance da camionista a tre infermiere, cazzia due chirurghi, racconta l'ultima sui carabinieri a mezzo ospedale, ammolla una goliardica pinghella sulle palle all'anestesista (tanto per tenerlo sveglio); il secondo - al grido di "ta... taaaaa... ecco a voi il sequel!" - sia schizzato fuori, tutto intrippato, e con tipica chiusa alla Fred Astaire, abbia lasciato la audience interdetta. Naturalmente, se la cosa venisse confermata, il Fenomeno di Arcore ne uscirebbe assai ridimensionato. Una sorta di Cavaliere dimezzato, insomma. Non certo più quell'unicum da annoverare fra le più aberranti patologie della psiche umana, ma semmai, con buona pace di tutto il Paese, un bino che si fa uno, come vedremo, all'insaputa della gente. Caso eclatante ma piuttosto banale, da ascrivere tutt'al più alla tradizione mitologico-letteraria del doppio.

Alla luce di questa rivelazione, pare che i due frugoletti che Rosella avrebbe deciso di chiamare Silvio per non fare torto a nessuno, all'aspetto siano assolutamente identici. Due gocce d'acqua. Solo il carattere, fin dai primi passi, rivela, nel più giovane, un'anomalia: ogni tratto in lui viene esasperato. Ciò lo rende soggetto per niente facile: debordante, eccessivo, sempre fuori misura. Personalità basica che non mostra né profondità né spessore, ma indubbiamente possiede tinte così forti da non passare inosservato. Tutto spontaneismo senza discernimento alcuno. E zero freni inibitori. Tanto che la parola anticipa ogni pensier

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Navigator

Ho cominciato ad avere seri dubbi circa il funzionamento del mio navigatore satellitare la settimana scorsa quando, per lavoro, mi sono dovuto recare a Foggia. Sono partito all'alba di una afosa giornata e per non perdere tempo lungo la strada ho posizionato il navigatore nel suo innesto sul parabrezza.
Considerato che il suo utilizzo si rendeva necessario in prossimità di Foggia, città in cui mi recavo per la prima volta, dopo averlo acceso ho dato la destinazione e messo il volume a zero per non essere disturbato da inutili segnalazioni.
Ad una trentina di chilometri da Foggia, appena iniziato un lungo viadotto di circa sei chilometri, ho alzato il volume e subito dopo, neanche avessimo avuto un appuntamento, Lei, la fredda voce della speaker si è subito fatto sentire.
"Spostarsi a sinistra. Tra ottocento metri svoltare a sinistra"
Ma che sta dicendo, svoltare a sinistra sul viadotto? Ma è diventato scemo! Istintivamente, comunque, allento la pressione sull'acceleratore e aguzzo gli occhi, non si sa mai qualche lavoro in corso, un incidente o un accidente qualsiasi. Niente, orizzonte libero. Inoltre in quel momento il traffico era pure ridotto. Lancio un'occhiataccia al navigatore mi appresto ad accelerare.
"Mantenere la sinistra. A trecento metri svoltare a sinistra"
Ah, ma lo fa apposta. Ma non c'è un cazzo sulla strada! Esclamo irritato. Ignoro il messaggio.
"A cento metri svoltare a sinistra"
Ma che gli prende? Sta a vedere che il caldo e il sole sul parabrezza gli ha rovinato qualche sensore.
"Svoltare a sinistra - lo ignoro di nuovo - Ricalcolo percorso"
Mi lascio sfuggire un sardonico sorriso, è la vendetta dell'uomo sulla macchina. Però mi preoccupa la situazione, tra non molto quell'accidenti mi dovrà servire.
"Tra trczchilometri fare un'inversione a U"
Cribbio, questo è completamente fuso. A quanti chilometri ha detto? Si mangia pure le lettere.
"Ricalcalo percorso. Tra ottocento metri svoltare a destra. Mantenere

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   3 commenti     di: Michele Rotunno



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