Ci risiamo.
È arrivata la primavera ed ho ripreso la dieta. Al mattino due fette biscottate integrali ed un bicchiere di the con dolcificante. Roba che alle dieci vedo venire verso di me un tuareg con tanto di cammello. Manco fossi in un’oasi nel deserto.
Per fortuna arriva mezzogiorno, e la sospirata pausa pranzo. Una lauta insalata senza olio ma con aceto a sufficienza per far deragliare qualsiasi tentativo di deglutizione. Cinquanta grammi di formaggio ipocalorico dal sapore dell’acqua di fonte, e due gallette di farro molto simili al polistirolo d’imballaggio. Chiude un frutto, che di solito corrisponde ad una mela dal diametro d’albicocca, e per dolce uno yogurt così magro che anziché bianco risulta essere trasparente.
Ah! L’insoddisfazione mi aggredisce dopo tre minuti, sotto forma di attacco di panico con complicazioni maniaco-depressive. Tento di smaltire l’ansia masticando un chewingum senza zucchero, ma il gusto svanisce alla terza masticata.
Conto i minuti?" purtroppo sono ore - che mi separano dallo spuntino delle 16. 00: altro frutto, accidenti a lui, sempre e solo un frutto, che nella fattispecie dovrebbe essere un kiwi-nespola. Alle quindici e trenta il kiwi è già digerito, con l’alibi che magari stasera mangio un po’ in anticipo.
Alle diciassette esco per fiondarmi in palestra; dopo cinque minuti di tapis roulant, con in corpo duecentoquattro calorie dal mattino, vedo passarmi davanti un incantatore di serpenti col turbante, manco mi trovassi nella casbah di Marrakech.
Abbandono il lavoro aerobico, e mi dedico alle macchine gonfia muscolo. Accanto a me, due splendide quarantenni addobbate da sana cellulite si scambiano ricette per la Pasqua imminente. Così conto le divaricazioni delle gambe mentre ascolto di sformati di asparagi, torte salate salame e pecorino, penne alla salsiccia ed involtini di bresaola e caprino. Mi raggiungono dodici ballerine di flamenco, manco fossi a Barcellona.
Mi riassale la crisi depressiv
Martina al centro del palco imbarazzata, posa una grande valigia rigida.
"Beh, ecco, perché è che vorrei andare a Berlino. Anzi, cioè, veramente, vado a Berlino! (ride eccitata ) È che non mi fido a lasciarla dietro, e' che dentro c'ho i bilgietti e tutto. Proprio dopo il provino. Perché non credevo proprio di essere presa a fare il provino, capito? Avevo fatto la domanda una cifra di tempo fa e non ci credevo proprio... Si a Berlino faccio un corso di mimo. No, il tedesco non lo so... beh, faccio il corso di mimo apposta, tanto non si parla mica col mimo... si fanno le facce si cammina con una lastra di vetro in mano, si beve una tazzina di caffè che scotta, tipo così, ecco (prova a mimare) Poi imparo a camminare sui trampoli, faccio tipo il teatro di strada, una cosa del genere. Ho quasi imparato a fare la verticale, vuole che la faccio? Ok, ok, dicevo così. No ma se vuole la faccio, non ci sono problemi. Ok va bene, va bene, non c'è problema, non la faccio. Si mi piace perché mi libera, trovo un rapporto diverso con il mio corpo, la gestualità e lo spazio circostante, capito? Mi piace molto un tipo di espressività gestuale, capito? Come dire, mi piace tipo la gestualità, insomma, ecco, capito che voglio dire? Vado con un mio amico. Si, lui mi accompagna perché ho paura dell'aereo. Cosa? Ah si, giusto, ecco... scusi... si ho fatto il metodo Stanivslaskij ho recitato Strindberg, Pirandello, Becket e poi altri, Ibsen per esempio... si anche Shakespeare, certo. Adoro Shakespeare. Ah, poi anche Collodi. Sì, una rilettura di Pinocchio, costruito in materiale ignifugo... Si, sa quando Pinocchio si addormenta con le gambe sul camino e si sveglia che hanno preso fuoco? Ecco, l'idea è quella di rifare Pinocchio in materiale ignifugo, in modo da capovolgere il momento del conflitto, capito?... Beh, si, ho preparato alcuni brani. Vuole che comincio subito? Cosa? Scusi... e' che non ho capito... sa con le luci negli occhi... non si vede niente in
Uscendo dal sepolcro ancora barcollante, Lazzaro scosse le sudice vesti di lino mentre il suo "Salvatore" si compiaceva del miracolo nell'osanna degli astanti e dei suoi parenti che lo acclamavano riconoscenti.
"Alzati e cammina, Lazzaro!" - Aveva detto.
E mentre tutti si aspettavano il ringraziamento anche da parte del risorto, furono gelati e sorpresi dalle sue parole:
"In che cosa peccai, Signore, che mi punisci così?"
"Mi avresti dovuto salvare quando stavo per morire e soffrivo."
"Ora hai tolto la mia carne dal sepolcro, ora che non soffrivo più per questa vita".
"Così, solo perché la stolta turba in te riconosca il suo Messia, mi condanni a morire un'altra volta!"
Centodieci apocrifo
Diagnosi coniugale di Isidhermes
(A cura di Ipazia, ex moglie)
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"Vedete, Isidhermes è fatto così. Ha un vissuto accidentato. È impossibile stargli vicino per più di tre ore. Finché si tratta di conversare fra radical oxfordiani, è pure intrigante. Ma non chiedetegli: 'Li pulisci tu, oggi, i sanitari in bagno?'. Diventa un grande latitante. Isidhermes è un'idrovora bioenergetica inarrestabile. Farebbe venire l'esaurimento anche a Madre Teresa. Sposarsi con lui è stato come andare, inconsapevole, verso l'eutanasia attiva. Dunque, non chiedetegli di convivere. Non concepisce qualcosa al di fuori del suo Ego. Il verbo 'condividere' è totalmente assente dal suo lessico. Stargli accanto è come cercare di impallare un mattatore sul palcoscenico. È come chiedere a un neopremionobel di scendere dal pero, togliersi l'abito da cerimonia usato a Stoccolma e mettersi a lavare lavello e fornelli, pretendendo che tenga la concentrazione su di essi per più di tre minuti. Dunque, occhio! Io vi ho avvertite."
(Ipazia)
Come si arrivava all'indirizzo giusto in una città che non conoscevamo, senza il navigatore?
C'erano le cartine stradali che venivano in passato regalate quando compravi la macchina nuova.
C'erano, su quelle, molte città italiane; però se la via era via Garibaldi o corso Italia te la potevi cavare ma se cercavi via Aristide Nardini Despotti Mospignotti non avevi scampo!
Dovevi, per forza, entrare in contatto con l'ostile popolazione locale, nella quale abbondavano i buontemponi.
Bisognava assicurarsi che l'interlocutore fosse in buona fede e del posto, sennò era tutto inutile!
"Scusi lei è del posto? Mi sa dire via Aristide..." e bisognava sperare che la spiegazione fosse in un italiano comprensibile, e, per sicurezza chiedere a più di uno etc..
Poi tutto era utile, ma se si chiedeva una informazione connotata politicamente, si rischiava.
A Livorno, ad un americano che chiedeva dove fosse Camp Darby, un vecchio comunista rispose:
"Prendi L'uno!"
Intendendo l'autobus numero 1 che anche oggi porta verso sud, esattamente dalla parte opposta della città rispetto a Camp Darby!
USA go home... o ad Antignano!
Proprio l'altro ieri Cecco, er Pennica (soprannominato così a causa della sua irreversibile sonnolenza) mi diceva di aver incontrato Zorro nell'androne di casa sua.
_ Aho! Gli dico io, ma non l'hai fermato per chiedergli che so... un'autografo?
- Andava di fretta perché aveva lasciato in seconda fila la sua Peugeot e portava con sé le buste della spesa...
- Ma il cavallo? C'era pure Tornado?
- Bè, Zorro è salito al piano e poi è tornato tre, quattro volte, perché la spesa era davvero tanta!
- Ammazza, quanto mangia questo Zorro! Ma se volessi chiamarlo al citofono, quale nominativo devo cercare?
- Devi rintracciare 'sto nome: Donna Serafina De la Vega.
- Scusa un po' Cecco, ma l'identità pubblica di Zorro non è quella di Don Diego De la Vega? E mo' che c'entra 'sta Serafina? Per caso ti stessi sbagliando con il personaggio maschile di una vecchia canzone di Celentano che più o meno diceva: "Ti voglio bene pastore Serafino! Un uomo con il cuore da bambino! E libero come aria purissima del mattino per vivere là sui monti, ritorna Serafino!"
- A Fa, ma che stai dicendo? Don Diego de la Vega è morto da un pezzo! Mo' il suo posto è stato preso da 'sta parente che infatti porta il cognome, De la Vega! Hai capito adesso?
- A Cecco, ma c'è da fidarsi de 'sta lontana parente col Peugeot? Non avrà forse un po' la puzza sotto al naso?
- Senti, Fa, se le parli dicendole che ti mando io, lei te tratta bene. Donna Serafina pare na carogna, ma non è na carogna! Pare...
- Ok. Ho capito il discorso. Ma secondo te posso parlarle di Addolorata? Sai, vorrei sentire un consiglio da Donna De la Vega ed eventualmente chiederle una pozione magica perché Addolorata torni a essere felice!
- Caro, Fabio con Zorro puoi parlare di ogni argomento. Devi però fare attenzione a non guardarla troppo fissamente negli occhi, specie se lei ti sta già incollando il suo sguardo addosso.
- Cos'altro devo fare?
- Qualsiasi rimprovero lei ti faccia non reagire. Dì sem
Finalmente anch’io ho la mia Rivoluzione.
Se permettete la più eclatante.
Ho costituito un tribunale severissimo, inflessibile.
Il Tribunale, dopo attento esame ha deliberato senza appello la condanna alla fucilazione
del tiranno estremo.
Morte alla Morte!
La poverina c’è rimasta male, ha cercato di corromperci con delle brioches, inutilmente; ci ha minacciato, poco importa noi la nostra condanna la conosciamo sin dalla nascita; ha implorato e così si è coperta di ridicolo. Si è appellata al buon senso e noi abbiamo ribadito che quello avevamo usato. In preda ad una crisi profonda si è rifugiata nella filosofia, in verità era partita con l’idea di scrivere un memoriale, ma si è subito resa conto della lughezza inimaginabile e della noia che avrebbe prodotto nei lettori.
Siamo stati sempre umani con lei, con l’ultimo pasto, non chiedetemi cosa ha voluto! (Bleha!), le abbiamo fornito lucida ossa e olio per le giunture, soffre d’attrite.
Ora siamo nel piazzale arredato con un solo palo.
Viene legata a quello.
Mi avvicino con la benda, che rifiuta con ovvia ironia, le offro una sigaretta che stranamente accetta, le chiedo quale è il suo ultimo desiderio ci pensa un attimo:
“Vorrei apparire come Matha Hari! ”
Lo dice con una voce che passa dal cavernoso al femminile.
Acconsento.
Accendo la sigaretta tra le bellissime labbra da bajadera.
Mi affianco al plotone di esecuzione, alzo la sciabola.
“Pronti! Mirate! Fuoco! ”
Passerà un’eternità prima che le palle di piombo giungano al bersaglio.
Morte al Tiranno!
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