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Racconti su sentimenti liberi

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occhi nocciola

Fu un cambiamento inaspettato, insolito e oserei dire clamoroso. Lei, la donna dai grandi occhi nocciola era riuscita a scuotere quel disordine interiore che mi trascinavo stancamente da tempo. Aveva trovato quelle armonie danzanti che ormai erano sopite nel profondo del mio animo senza una scadenza fissa; stavano là, quasi immobili e spenti, costretti all’angolo, senza utilità da chissà quale magia oscura. Le sue carezze al cuore erano incantesimi fatali da lasciare segni profondi per sempre, i suoi baci sensuali laceravano quel disegno insolito che la mente era riuscita a modellare con il tempo. Ero uscito da un letargo durato tanto tempo, un risveglio così brusco quanto basta per mettere sottosopra quell’ ordine precostituito che si era cementato nell’animo. Il cuore riusciva a scrivere delle emozioni nuove, forti, smetteva di battere per una manciata di secondi, quando in un attimo di follia le sue parole si conficcavano nel petto; quel compromesso era stato spazzato via da un’ondata di sensazioni inafferrabili e ineguagliabili.

   2 commenti     di: Gianni Nifo


Come papaveri al sole.

COME PAPAVERI AL SOLE

"Chissà se la colla delle scarpe reggerà.." pensava, passeggiando per i vicoli del mercato. Osservava ogni piccolo particolare, i suoi grandi occhi neri scrutavano tutto, come fossero quelli di una bambina.
I grandi tendoni arancioni con le strisce verdi erano legati alle basi di ferro con dei grossi nodi, "come quelli delle navi" pensava, mentre un altro passo si aggiungeva ai precedenti.
Zampettava tra pozzanghere e gatti randagi, mentre le sue scarpe imploravano pietà e lei fingeva di non sentirle..
Adorava il canto degli ambulanti; quasi li vedeva, tutti in frak, accompagnati da un sottofondo di fisarmoniche e scacciapensieri, pronti ad esibirsi davanti ad una gremita platea ansiosa di ascoltare la melodia della loro merce. L'angolo della carne e del pesce non lo amava particolarmente ma quello della frutta e della verdura la entusiasmava: pomodori rossi come papaveri al sole, zucchine verdi, melanzane invitanti e grosse come cocomeri. Tra le lumache si faceva spazio Peppe, il suo amico, che ogni giorno, facendo scivolare sul braccio la più grossa delle sue mele verdi, con un colpo di gomito centrava sempre le sue piccole mani. "è cosi bella che quasi quasi non la mangio" diceva tra sé e sé, ma poi cedeva sempre alla tentazione e, seduta tra le cassette di legno vuote, immergeva il naso tra gli odori che il mercato le offriva. "Mmm, questo è il sugo della signora Lia, lo riconosco! Queste invece sono le olive del signor Nino e se andassi a mangiarne una?" così, mentre giocava col suo olfatto, slegava il cane di Peppe e lo portava con sé. Dove non si sa, nessuno l'ha mai saputo. Per tutti lei era "la ragazza con la mela" che ogni giorno passava a liberare un cane e spariva tra vecchie case abbandonate pensando "chissà se la colla reggerà.."

   0 commenti     di: Castello Ululà


Rinascita

Paul stava guardando la bara che conteneva sua madre con uno sguardo di ghiaccio, privo di qualsiasi emozione. Stava disperatamente cercando di sembrare addolorato ma qualcosa gli diceva che non poteva provare quel sentimento nei confronti della defunta.
Era semplicemente impossibile.
La sua mente faticava persino ad accettare il fatto che la chiamasse “madre” e del resto non si poteva dargli completamente torto.
L’infanzia di quel ragazzo che oramai adesso andava per i venticinque anni era stata semplicemente terribile; costretto a rimanere chiuso in camera sua per la maggior parte della giornata non aveva mai conosciuto nessuno all’infuori di sua madre e soprattutto era stato per anni all’oscuro di ciò che poteva offrire il mondo esterno. Non aveva frequentato nessun tipo di scuola (le poche cose le erano state insegnate da Margaret), non aveva nessun amico e soprattutto si sentiva terrorizzato al solo pensiero di mettere piede fuori di casa. I discorsi di sua madre infatti avevano colpito profondamente la sua giovane mente da bambino, influenzandola irrimediabilmente. Le poche volte che si era azzardato ad affrontare la realtà che circondava casa sua ne era rimasto semplicemente scioccato. Quando poi le persone si giravano a guardarlo, anche se lo facevano con un sorriso, gli incutevano una paura tremenda costringendolo a correre di nuovo in casa.
E la storia era andata avanti fino ad un anno prima, quando lei si era ammalata ed era stata costretta a letto. Paul oramai aveva ventiquattro anni in quel periodo e dovette badare a lei, curandola giorno e notte. Considerando il modo in cui lei lo aveva cresciuto Paul avrebbe dovuto abbandonarla in quel letto di dolore e invece no; le era stato sempre accanto, tutti i giorni, curandola con una tenacia ed un amore che lei non aveva mai dimostrato nei suoi confronti.
La notte prima che morisse però lui andò in camera sua deciso a dirle tutta la verità.
Margaret nonostante la malattia che la stava

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attimo fuggente di vita

eri bella questo lo ricordo...
sudata e felice... hai mai amato una donna?... un groppo in gola... che tu potessi leggermi così nel cuore non l'avrei mai creduto...
nessuna parte di me voleva credere che tu fossi come gli altri... ti vedevo splendida e così dovevi essere.
ti dissi che avrei potuto amare una donna o un uomo indistintamente...
io lo sapevo da anni ma il mio corpo non l'aveva mai provato...
ti vorrei scopare...
lo scrissi sulla sabbia, caldo faceva caldo... questo lo ricodo, la tua risata sguaiata ma allo stesso tempo risonante e piena di promesse, ricordo anche quella..
mi domandavo se era così facile cambiare.
io si... io l'ho amata... la tua risposta scontata e dura allo stesso tempo,
come si fa a stare con un uomo e amare una donna? come si fa a stare con una donna e amare un uomo? come si fa a stare con un essere ed amarne un altro?
a me stava succedendo... a te era gia successo
ti guardavo con aria interrogativa... come se tu avessi potuto svelarmi misteri molto piu complessi del semplice fatto di esistere...
non avro mai il coraggio di cambiare davanti agli altri... non adesso..
voglio un figlio
una famiglia...
poi quando avrò 50 anni allorà potro essere anche altro... la tua proposta assurda...
ed ad un tratto non c'era piu il profumo del mare... ma solo il sale che il bagno di qualche minuto prima aveva lasciato sulla mia lingua...
passai la mano sulla mia scritta... cancellandola è cos facile cancellare le scritte sulla sabbia mutevoli come le parole...
avrei voluta alzarmi andarmene... adesso te lo posso dire... la mia vita sarebbe stata diversa... la tua non lo so.. la mia vita sarebbe stata peggiore
anche se adesso è senza di te... ma il coraggio di essere me stessa non vale una scritta sulla sabbia cancellata,
non mi sono alzata
e il sapore dei tuoi diti è il primo ricodo reale che ho di te... non so se era notte avrei voluto che lo fosse questo sì...
non potrei amarti più adesso... fose non potrei amare più

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il direttore M. - sesta puntata

Il direttore M., in realtà, non ricordava di essere uscito dall’appartamento di Arianna in quello stato. Non ricordava nemmeno i quindici giorni precedenti, dei quali i primi sette erano bastati ad Arianna per farlo innamorare di lei in maniera assoluta, totale, così come non ricordava i secondi sette, durante i quali si era creduto altrettanto corrisposto, e si era sentito il re del mondo, ed il quindicesimo, quello più atroce, qello che aveva fatto crollare quel mondo magico come un castello di carte. Tantomeno ricordava l’incidente, lo schianto contro un autobus del motorino che, sulla strada del ritorno verso casa, lui stava guidando come un folle.
Era semplicemente pervaso da una sensazione inspiegabile, violenta, sgradevole, gli pareva che un tentacolo malefico gli frugasse ogni minimo recesso di pensieri e sentimenti inconfessati, nascosti. Gli pareva che quell’escrescenza estranea fosse pronta ad erompere, ed a moltiplicarsi, fino ad invadere il mondo perfetto e sereno che si trovava oltre la porta della stanza-studio.

Il giovane M. rimase per giorni fra la vita e la morte. I medici, che consideravano già un vero miracolo l’essere riusciti a salvare il ragazzo, non presero quasi in considerazione l’amnesia del giovane paziente, che, nei propri ricordi, aveva fermato l’orologio quindici giorni prima dell’incidente. Fenomeni di questo tipo, dopotutto, si verificavano, talora, dopo traumi così gravi.
La priorità, per ora, era rimettere a posto le diverse ossa fratturate.
La guarigione del giovane M. fu totale ma lunga, tanto da costringerlo a non rientrare a scuola per tempo, ed a studiare, quando il suo stato di salute lo consentì, privatamente. Il ragazzo aveva deciso di sostenere comunque l’esame di maturità, e di passarlo con ottimi voti, anzi, con il massimo, e la lode.
Uno dei suoi compagni di classe, tale Giovanni S., notorio innamorato senza speranza alcuna della bella Arianna, raccontò al giovane M. che la raga

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   2 commenti     di: laura ruzickova


Il Male Oscuro

Depressione:
abbattimento psichico con riduzione delle capacità reattive del paziente;
generalmente è accompagnato da uno stato d'ansia e di angoscia.

Oppure…

disturbo dell’affettività caratterizzato dall’abbassamento del tono dell’umore.
Circa il 10% della popolazione ne è interessato nel corso della vita.

Sentite, sentite questo invece…

L'essere fisicamente debole o moralmente avvilito.

No no no…niente di tutto questo. Io voglio solo fare un punto su, su di me e basta.
Sono di bell’aspetto, tracce di stupidità zero, agisco con capacità e onestà, posseggo una certa forza interiore e…e parlo due lingue.
Cosa dovrei avere che non va.
Chi mi conosce attribuisce i miei stati d’animo altalenanti, alla mia sensibilità…sensibilità…
Mi verrebbe di sparami un’altra definizione, per vedere se anche li ci si a qualcosa che non va, ma già è abbastanza ridicolo così. No grazie.
“Sai, è tutta colpa della tua s e n s i b i l i t à…forse con un aiutino…”
S e n s i b i l i t à…soltanto il suono sibilante di questa parola pronunciata così, m’infastidisce come l’idea di indossare un perizoma!

Psicologo? Ma sarai matto tu che me lo consigli! Cosa può saperne uno che magari è più stressato di me! E poi non mi va di raccontare i fatti miei…se proprio mi venisse voglia di togliermi questo sfizio, andrei da un prete…già, bei soggetti quelli, e cos’avrebbero di più.
Non sono forse uomini come noi? L’unico vantaggio è che sono gratis!
Ecco, stress…sicuramente è questa, una delle cause. Si, si sa…fa male anche al fisico.
Ma allora che diavolo ho che non va?
Una volta pensavo che l’essere sensibili, ti avvicinasse all’essenza della vita stessa.
Uguale; pregio.
Godere delle sensazioni che può trasmetterti un dipinto o leggere una poesia e carpirne il senso che ha voluto attribuirgli l’autore stesso o permettere che un film ti strappi un po’di lacrime superflue… Allora…

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   10 commenti     di: Sophie DMF


Malizioso madrigale, Messer Monzù Mario, meridionale mecenate, ma... maldestro!

Mario mordicchiava minuscola mela matura
marcata “Melinda”, mantecando mirabile
morbido manicaretto, mostrando molta
misurata musicale manualità.
Metteva minuto misurino marsala/moscato
mediterraneo, mentre mano mancina,
munita maneggevole mestolo, miscelava
manicaretto ( miriadi mangerecci, minuscoli,
moscardini molluschi ) marinandoli.
Massa mangereccia mostrava
morbida malleabilità.
Mossa maldestra mano mancina,
macchiò maglioncino marrone marca “Missoni”.
Macroscopiche monelle miriadi minuscole
maliziose macchie multiple macularono
mosaico maglia.
Misericordia…! Madonna mia…!
mormorò mentalmente mugugnando Mario
mantenendo manierosa manualità,
ma... modulando maschie
melodie... maremmane
meditando magico mansueto
mattacchione moderno
monotono mascherato madrigale meritevole.




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