A volte mi sembra tutto un sogno... e mi dico "ora apro gli occhi e tutto tornerà come prima", prima di quella notte, quando lo squillo del telefono interruppe, violentemente, il mio sonno.
Odio Ottobre perchè mi ha tolto Te mamma.
Non ti accorgi quanto bene volevi fino a quando quel bene non ce l'hai più.
Mi dicono "forza.. devi reagire.. ora non serve piangere.." devi, devi... ma che cosa DEVO??!!
Il mio cuore si è spento quella notte, la mia mente si ribella.
Perchè è così difficicle il distacco da te mamma?
Dicono che hai fatto una "bella morte".. cos'è bella??!!
Tu amavi vivere, amavi i tuoi momenti trascorsi con i tuoi nipoti, con me ultimamente ti confidavi anche su argomenti che prima ritenevi... non opportuno farmi sapere.
Entrare nella Tua casa, sentire il tuo profumo dappertutto: negli armadi, nei cassetti... che nostalgia
Spesso rimanevo con gli occhi chiusi ad annusare i tuoi vestiti e... mi apparivi davanti mentre li indossavi.
Oh mamma... com'è doloroso tutto questo.
Venire a trovarti "quì nella tua... nuova casa, fredda e buia" è triste.
Le mie mani accarezzano questo marmo rallegrato dai colori dei fiori.
A te piacevano tanto i fiori.
Il mio sguarda va oltre quel marmo e ti vedo, si ti vedo, chiusa lì dentro sen'aria, senza luce e vorrei.. urlare chiamarti MAMMA perchè è così difficile il distacco da te.
L'uomo della ritrosia affranto e amareggiato s'incammina verso la collina adorna di ulivi. Al mattino si era ripromesso di recarsi in quel luogo per ammirare il tramonto del sole. Non aveva saputo però mantenere, lungo il giorno, la serenità che questo proposito cosi poetico gli infondeva. Affranto e amareggiato arrivò trafelato sulla cima della collina. Sprezzante gettò nel vuoto sottostostante la sigaretta che aveva lasciata consumare inerme, tra le dita, lungo il tragitto. Beata lei che sta volando! Sospirò! Il sole troneggiava umile li all'orizzonte! Troppo lontano. Troppo lucente. Se solo avessi ora lo stesso stato d'animo di stamattina!.. Saprei aprezzare questo spettacolo!
Troppe volte nella vita idealizziamo la meta. Non ci accorgiamo che ciò che rende importante i nostri traguardi è la pienezza con cui viviamo il percorso. Quando non si manifesta questa condizione quel momento tanto sospirato non ci "possiede" e in esso non riusciamo ad "appartenerci"!
Fino a pochi mesi fa pensavo che l'argomento MORTE non mi potesse toccare neppure minimamente, invece ho dovuto scoprire una realtà che non pensavo potesse essere così dura e dolorosa.
Quando inizi a capire che cosa si prova a perdere una persona veramente cara, che se non fosse esistita, neppure tu saresti al mondo, solo allora l'importanza della vita prende forma.
Non scorderò mai il momento in cui, mia sorella, con un solo ed unico sguardo quella sera mi fece capire che papà ci aveva lasciati, e sono rimasta impietrita, per qualche secondo tutto quello che era attorno a me si è fermato, fino al momento in cui, è esploso qualcosa dentro me, come un vulcano in azione; è arrivato dal profondo un senso di dolore, di rabbia, di amore: un misto di sentimenti talmente differenti da sembrare impossibile.
Quella domenica sera, tutto sembrava senza senso, odiavo Dio per quello che aveva fatto, portarmi via mio padre era la cosa peggiore che potesse fare.
Ero sconvolta, mia madre era imbottita di calmanti, mia sorella e mio fratello non se ne capacitavano, e l'altro mio fratello, al telefono, urlava e non ci voleva credere.
Da quel giorno la mia vita è cambiata, una parte di me se n'è andata, ed ora più che mai, dopo appena un mese dall'accaduto, sento una sensazione di vuoto che mi invade il cuore, ed allo stesso tempo mi sento chiusa in una morsa che mi toglie il fiato.
Poi mi fermo a pensare, penso a mio padre, a come reagiva lui, anche davanti al dolore non si era mai fermato, non aveva mai guardato indietro, e questo l'ha insegnato anche a me, devo guardare avanti, guardare al mio futuro, realizzarmi, ma non devo farlo solamente per me stessa, devo farlo anche per mio padre, per dimostrargli il bene che gli voglio.
Non penso che la morte sia proprio una fine, perchè effettivamente, nel mio cuore rimarrà sempre.
Una persona, anche se morta, continuerà a vivere se qualcuno lo vuole, ed io voglio che mio padre viva, anche se solo spiritualmente,
Non riesco a dimenticare il vuoto che mi hai lasciato, quando mi hai detto addio...
Senza ragione e senza un perché... e adesso per amore sto morendo...
Ê stato un'amore breve, ma il dolore é immenso. Così come si dice l'amore é spesso amaro. Tu eri per me la stella della sera e quella del mattino, eri la mia gioia, quando stavo con te mi sentivo vivo, amato, ma il tuo ricordo non é necessario, non basta per farti ritornare da me...
È difficile guarire di colpo da un'amore così... non esiste medicina... non esiste rimedio, se non amare di più!
Muoio al pensiero di saperti con un'altro...
E vivere senza di te, é vivere senza felicità!
Vorrei essere per te il più grande amore mai provato, con la consapevolezza che non potrà mai ripetersi!! Ma quando il tuo amore non é ricambiato, é solo sventura...
E scrivere é inutile...
Ma ho capito che in amore il solo fallimento consiste nel non tentare più... perché Tu solo sei la mia Felicità!!
Sola, riconduco le lacrime sulle guance. Triste, il mio viso prende forme diverse all'evolversi dei miei pensieri. Cosa dovrei fare per salvarmi da questa malinconia violenta? Mi trascina sempre più a fondo in questo baratro. Non so cosa fare, se non scrivere. Dimentica delle mie gioie più vere, resto abbandonata tra i ricordi fino a poco tempo fa puro presente. La solitudine di un mondo che continua a girare, mentre io ferma respiro senza porre sguardo su null'altro che me. Allo specchio infrango muri di vergogna e nuda piango, bianca e senza sole che mi colori. Uno schermi che mi osserva neutrale, rivoglio persone che mi guardino straniti dalla ragazza sorridente. Bagnato dalla pioggia, l'asfalto non è solo. Irrigato da mani buone, la terra non è sola. Il cielo ha le sue nuvole, l'acqua le sue creature, la luna le sue stelle. Ma io non ho diritti. Sola, riconduco le mie lacrime sulle guance fredde.
Accendo la luce.
D'un tratto, tutto si fa splendore. La porta socchiusa, come in attesa del ritorno di qualcuno, singhiozza note stridule. Mi volto appena come aspettando l'arrivo di una voce o il respiro di qualcuno alle spalle. La stanza mi pare un deserto senza oasi. È un rifugio da cui più volte rifuggirei, se fossi capace di abbandonare l'unica cosa sicura che ho. Lo specchio mi guarda con circospezione, in attesa di un giudizio. Ma non hanno parole le labbra prosciugate di pianto, non speranza. Il silenzio incombe sulla tomba del mio cuore, mentre una finestra più in là sbatte in continuazione per colpa del vento. Devo chiuderla? Fa differenza?
Sento il freddo raggelarmi l'anima, anastetizzare quel sentimento profondo, e vuoto, che è amore... amore che è bugia. Amore che è persino odio, affilatissimo.
Sento ogni scheggia del tuo essere in un non-esserci, intenso e fragile. Sento il dolore come lapidazione del mio sogno. Tu hai sotterrato non un sogno soltanto, ma un cuore che palpitava di un'ebrezza chiamata speranza.
Penso che - da un momento all'altro - ritornerai su quei passi che hai camminato, combattuto per non aver capito, deluso di non aver trovato la forza di proseguire lungo quella via piena di ostacoli che è la vita. Lo penso ancora, dopo anni ormai, dopo anni in cui il ricordo non si vuol spegnere e il passato non vuol smettere di essere vissuto. Lo penso, perchè sento tanto freddo dentro, adesso che non ci sei tu per chiudere quella porta che è la mia ingenuità e quella finestra che è la mia disperazione. Non ho forze per proseguire il cammino, nè più lacrime da piangere... e la speranza è una briciola buttata via.
Nulla è più mio di quanto non è già stato tuo ; perfino io lo sono stata, un tempo. Sento la mancanza come un'assenza di qualcosa che non è mai stato.
Un respiro ancora, e la vita continua... passo dopo passo...
Vivo di te che non ci sei, di te che non mi hai dato, di te che non mi hai creduto, ma purtro
È un giorno terribile, di quelli in cui il sole ti devasta il volto da quanto è bello e tu non ne sai apprezzare la luce. Sei un angolino di buio nel cosmo. Eppure nel buio si celano i fiori più belli, fianco a fianco ai peggiori mostri.
Questa era una mattina così, in cui ti svegli e vuoi solo uscire nella luce, confonderti nel brusio di un'aula universitaria. C'è un posto per me, da qualche parte.
È quasi confortante questo chiasso. Vorrei rimanere qui nascosta per una eternità.
Chissà se mai mi rivedrò.
Ma dentro di me c'è questo silenzio assordante. Ho fatto il tuffo e toccato il fondo viscido del mare. Ma io ho paura dell'acqua buia che si staglia sotto di me. Sono al largo e la riva è già lontana e non posso fare altro che nuotare, nuotare, nuotare...
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