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La partita di calcio

pagine: 12

Boccaccio era il portiere,
il gran portiere giallo
della squadra del quartiere.
Stava all'erta come un gallo

sulla porta del campetto
alla periferia.
Diceva: << Qua sul petto,
ed ogni palla è mia >>.

Ma quel giorno, chi lo sa,
sbuca di qua sbuca di là
- Boccaccio attento! - pa pa
la palla è in rete. << Ma va,
ma va, Boccaccio, è uno >>.

Attento, di qua di là,
passa non passa, tira.
Boccaccio si rigira;
si tuffa - passerà?-
<<Qui non passa nessuno >>,
ma la palla è nel sacco.

E son due. Lo smacco,
i fischi, e poi sotto...
<< Salta a pugno, Boccaccio,
ma non la vedi dov'è,
salta, salta...>> E son tre.

E quattro e cinque e sei.
- Boccaccio dove sei?-
E sette e otto e nove
e piove e piove e piove
con grandine e con tuoni.

Quattordici palloni
nella rete di Boccaccio
poveretto poveraccio,
bianco come uno straccio
col berretto da fantino
ubriaco senza vino.

Quanti fischi! e poi << cretino >>,
<< pastafrolla >>, << posapiano >>,
<< tappabuchi >>, << moscardino! >>
Oh, quel povero Boccaccio
nella furia del baccano
si strappava i suoi capelli
e la folla dai cancelli
gli gridava: << Ancora, ancora >>.

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2 commenti    

2 commenti:

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  • giuseppe gianpaolo casarini il 09/04/2013 11:10
    Povero Boccaccio... malinconica la chiusura dopo un inizio comico ridanciano
  • il 15/10/2011 15:27
    Carinissima! Una poesia adatta per bambini e ragazzini.