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Milano, agosto 1943

Invano cerchi tra la polvere,
povera mano, la città è morta.
È morta: s'è udito l'ultimo rombo
sul cuore del Naviglio: E l'usignolo
è caduto dall'antenna, alta sul convento,
dove cantava prima del tramonto.
Non scavate pozzi nei cortili:
i vivi non hanno più sete.
Non toccate i morti, così rossi, così gonfi:
lasciateli nella terra delle loro case:
la città è morta, è morta.

 


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5 commenti    

5 commenti:

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  • maurizio zualdi il 28/06/2013 09:32
    Versi delicati e forti a un tempo. Intenso affresco di un pessimismo comune a tutti in un periodo triste e buio della nostra storia.
  • il 13/06/2010 19:35
    Non avevo visto la data.. 1943. Annullo il commento di prima. Tempo di guerra, di disperazione e dolore. Il paese è sconvolto e lo sarà di più l'8 settembre 1943, la disfatta definitiva, il re è fuggito, l'esercito è abbandonato a sè stesso e i soldati ricevono l'ordine di "tutti a casa". Fra questi soldati, mio padre, che si fece a piedi tutta l'Italia per ritornare in Sicilia.
  • patty picci il 12/06/2010 16:07
    Milano viene colpita da violenti bombardamenti e il poeta testimone di una tragedia si fa interprete del dolore di tutti
  • il 12/05/2010 13:46
    Infatti, pur nella sua frenesia, Milano mi sembra una città morta;talmente frenetica da non aver tempo da dedicare a nessuno
  • il 18/03/2010 20:05
    Interessante e ben costruita, Complimenti per la scelta