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Lo scontro

Alla fine era successo... Erano anni che lo sapeva, avrebbe dovuto essere preparato, invece no. Il suo cuore gli diceva, anzi gli URLAVA che era sbagliato, assolutamente sbagliato. Ma da quanto tempo non ascoltava il suo cuore? Tanto. Troppo.
Nessuno gli aveva mai creduto, in tanti anni nessuno gli aveva mai dato nemmeno il beneficio del dubbio! A parte quell'uomo... Ed ora il suo corpo giaceva freddo sottoterra, ed era stato LUI a mandarcelo. Lui aveva pronunciato quelle due maledette parole... ma aveva avuto scelta? No. Non l'aveva avuta. Ed ogni dubbio era sparito nell'udire la preghiera di quell'uomo "Ti prego" gli aveva detto... e lui l'aveva accontentato. Come sempre. Non gli era mai nemmeno importato sul serio dell'Ordine, a lui importava solo non deludere l'unico uomo che gli avesse mai creduto. E adesso lui era morto.
Guardò in altro, verso il cielo, per cercar conforto nelle stelle, ma non ci sarebbe stato conforto per lui quella notte, né mai più. La pioggia cadeva incessante, ma era un bene, perché cancellava le tracce delle sue lacrime.
Rumore di passi alle sue spalle, stava arrivando. Strinse forte la bacchetta. Anche quello gli toccava. Qualcuno si era fermato dietro di lui, in attesa. Sapeva chi era.
Si girò a guardare dritto negli occhi quel ragazzo, suo figlio. Lesse solo odio allo stato puro e non se ne stupì. Non provò nemmeno a giustificarsi, non sarebbe servito. Non ci sarebbero stati sconti, da nessuna parte.
Strinse più forte la bacchetta e vide che suo figlio faceva lo stesso, gli scappò un sorriso.
Ripensò un'ultima volta ad Albus Silente e all'unica donna che l'aveva amato sul serio e che gli aveva dato quel figlio che stava per combattere...
"Mi dispiace" pensò rivolto a tutti e due, poi chiuse la mente ed il cuore e si preparò.
<<harry...>> disse
<<piton...>> fu la risposta
E lo scontro ebbe inizio.
Harry stava vagando per Londra, senza meta, ricordava a malapena che era stato Lupin a portarlo lì da Hogwarts, quel pomeriggio. Si erano lasciati davanti alla casa di Sirius (la SUA casa ora) e lui aveva cominciato a camminare, cercando di pensare a tutto quello che era successo.
Il funeraledi Silente era stato quel pomeriggio, ma sembravano passati secoli...
Li aveva lasciati tutti là: Ron, Hermione, Hagrid... e Ginny... Ginny. Quanto desiderava abbracciarla! Quanto voleva stringerla a sé e piangere tutte le sue lacrime. Ma aveva lasciato anche lei. Non poteva piangere, aveva bisogno di conservare il suo dolore e la sua rabbia. Ora doveva cercare lui, Piton.
Ginny avrebbe voluto andare con lui, come gli altri, ma non poteva coinvolgerla in questa storia, non più di così. L'amava troppo. Il suo compito adesso era molto rischioso, sapeva di rischiare la vita. Non voleva farla soffrire.

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9 commenti     1 recensioni    

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1 recensioni:

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  • Raffaele Arena il 25/12/2011 22:35
    Cara Martina, questo racconto, che per stanchezza purtroppo non sono riuscito a leggere tutto, ha uno stile molto contemporaneo. In che senso. Mi ricorda un po' i testi di Herry Potter, ambientazioni gotiche, è un racconto che prende, però mi sono perso, per mia dabbenaggine, nel vortice dei personaggi. Ti devo però fare i complimenti per come riesci a mantenere viva l'emozione nella narrazione. Una cosa che manca, e il rqcconto sarbbe risultato ancora più lungo ma sicuramente ugualmente interessante, è la descrizione dei personaggi. Io ne avrei messo qualcuno in meno ma più "descritto". Comunque brava, per quel che può valere questo commento..

9 commenti:

  • Anonimo il 06/08/2009 20:28
    fortissima, le immagini del tuo racconto fluivano libere nella mente... brava
  • Martina Strambi il 29/05/2007 21:26
    Grazie per aver letto il mio racconto! Ehm... me lo lasciate un commentino? anche negativo, così vedo dove sbaglio! Grazie!

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