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Non subordinarsi a niente, né a un uomo né a un amore né a un'idea; avere quell'indipendenza distante che consiste nel diffidare della verità e, ammesso che esista, dell'utilità della sua conoscenza. [...] Appartenere: ecco la banalità. Fede, ideale, donna o professione: ecco la prigione e le catene. Essere è essere libero.

 


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2 commenti    

2 commenti:

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  • il 16/01/2010 12:02
    Magari fosse possibile uscire da quella prigione e rompere le catene del vivere quotidiano... Bellissima riflessione
  • il 16/01/2010 02:01
    Un progetto stoico, di indipendenza assoluta: ma quanto umano e quanto attuabile?