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La felicità è fuori dalla felicità. Non c'è felicità se non con consapevolezza. Ma la consapevolezza della felicità è infelice, perché sapersi felice è sapere che si sta attraversando la felicità e che si dovrà subito lasciarla. Sapere è uccidere, nella felicità come in tutto.

 


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1 commenti    

1 commenti:

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  • il 19/01/2010 11:56
    Pessoa si riferisce qui ad uno stato psicologico, alla felicità intesa nel senso dello stato psicologico. Come nell'espressione: Mi sento felice! Dico questo perchè un diverso concetto, greco, della felicità non esclude il dolore, la sofferenza. Felice è per i Greci colui a cui tutto va bene, compreso il superamento di quanto, come il dolore, la sconfitta, è negativo. Salvatore Natoli, in un libro intitolato "La felicità", afferma che chi è felice non avverte il limite come ostacolo. Lo stato di felicità corrisponde al sentimento di un'illimitata espansione di sè. Pertanto, allorquando si sppia di essere felice, ci si è già separati dalla felicità, la si vede come un oggetto di fronte a noi e percepiamo noi stessi e quell'oggeto non completamente fusi. Ossia: la coscienza della felicità comporta una perdita della stessa. in realtà pessoa sta parlando dell'infelicità, perchè unisce alla felicità la consapevolezza della stessa.