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L'intellettuale è certo capace di capire quello che il film vuole dire e riceve anche un certo piacere da questo suo processo di interpretazione, mentre il pubblico di massa può non esserne capace. Ma penso che il nemico principale del regista non sia l'intellettuale o il membro del pubblico di massa, ma il tipo di persona di media cultura che non ha né le capacità proprie dell'intellettuale di analizzare e decifrare correttamente ciò che il film vuole dire, né la reazione emotiva spontanea dello spettatore comune. E sfortunatamente ho l'impressione che molti di questi personaggi a metà tra gli intellettuali e il pubblico di massa siano occupati a recensire i film. Credo che il fatto di voler ridurre l'intento di un film in un solo paragrafo conciso, brillante e intelligente alla maniera della rivista Time dimostri una monumentale presunzione da parte dei critici cinematografici. Questo tipo di recensione è di solito molto superficiale, a meno che non si tratti di un film davvero pessimo, ed è anche estremamente ingiusta.

 


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