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In ricordo di Primo Levi

Ricordo che ieri, 11 aprile, ricorreva il venticinquesimo anno dalla scomparsa di Primo Levi, intellettuale e scrittore italiano, ebreo torinese, che ci lasciò viva e drammatica testimonianza storica e personale in merito alla persecuzione e allo sterminio degli Ebrei nel campo di Auschwitz, dove egli fu lungamente internato. L'importanza universalmente riconosciuta di Primo Levi è quella di aver non solo scritto e tramandato in maniera forte e testimoniale la sua esperienza nel " campo", ma di avervi accompagnato una profonda riflessione pubblica su quei fatti, nonché una elaborazione scritta sull'esperienza vissuta, con risvolti di prospettiva che ancora oggi coinvolgono e fanno riflettere le coscienze. Levi rimane, nel panorama intellettuale italiano, una delle più importanti figure di scrittore civile, ricalcando la figura dell'intellettuale che svolge una funzione pubblica di denuncia e di lotta per i valori umani, a fronte della società in cui vive. Tipologia di intellettuale, quest'ultima, pressoché del tutto assente nell'Italia di oggi, ove molto si risente della mancanza di voci libere ed autorevoli, che possano essere uno stimolante riferimento nel confronto tra opinioni, in particolare etiche e politiche nel significato più alto. In data 6 maggio prossimo, presso la sede della Comunità Ebraica di Torino, si terrà un importante convegno di studi mirante ad approfondire i legami tra Primo Levi le sue radici. Sarà di certo un'imperdibile occasione per riflettere sull'opera e sull'uomo e sul grande contributo da egli ha dato alla cultura e alla civiltà italiana del '900.

 

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2 recensioni:

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  • Anonimo il 15/04/2012 14:25
    Levi era un grande... e tu con questa gli hai fatto onore!
  • senzamaninbicicletta il 12/04/2012 12:34
    Tanto di cappello a questo ricordo, di primo levi naturalmente ho letto più di qualòche libro apprezzandone sia lo stile narrativo che il contenuto storico. Però mi sento di dire che "Tipologia di intellettuale, quest'ultima, pressoché del tutto assente nell'Italia di oggi, ove molto si risente della mancanza di voci libere ed autorevoli, che possano essere uno stimolante riferimento nel confronto tra opinioni, in particolare etiche e politiche nel significato più alto" non è del tutto corretto poiche di voci lebere ce ne sono state (pasolini per tutte) ma la società conformista, la chiesa la borghesia, la destra ed in quel caso lo stesso pci allontanarono il pensiero di Pier Paolo emarginando chi vedeva la realtà per ciò che era. Primo Levi ha un vantaggio: essere ebreo e vittima dell'olocausto che è divenuto per l'umanità il peggior male di sempre. Senza l'olocausto Levi forse sarebbe stato un perfetto sconosciuto, un bravo professore e scrittore come ce ne sono molti. Pasolini è stato ucciso dallo stato. lo stesso stato che celebra la giornata della memoria. Pasolini è morto per mano della chiesa che lo poneva alla stregua d'un cantastorie "privo di autorevolezza" (citazione dall'osservatore romano riportata in "scritti corsari" Pasolini è morto perché gli italiani dormono davanti al televisore ingurgitando passivamente ogni genere di informazione mediata e già masticata e digerita. Primo Levi è stato un grande uomo, non lo nego, un esimio scrittore, ma la sua eccessiva immagine è frutto di una costruzione mediatica. E in questo senso apprezzo e condivido il tuo pensiero verso l'Uomo e verso la sua vicenda comune a quella di altri milioni di ebrei.

8 commenti:

  • Pepè il 15/04/2012 18:27
    "Se questo è un uomo" e "La tregua" sono letture che mi sono rimaste dentro e a volte alcuni passaggi mi ritornano in mente come se li avessi letti ieri. La tesimonianza di Primo Levi non va dimenticata. Brava MariaTeresa per averlo ricordato.
  • Anonimo il 14/04/2012 21:45
    ho letto molto di Primo Levi... brava morry per averlo ricordato così bene... valente scrittrice...
  • mariateresa morry il 13/04/2012 12:42
    Primo Levi di suo era un chimico, così cone tanti altri avevano altre professioni. Un altro meno noto fu il triestino Bruno Piazza, avvocato, che dopo la durissima e inumana esperienza morì una volta a casa e via via, tanti altri, uomini conn tante professioni e lavori ingurgitati dalla folle macchina nazista. A mio avviso non conta quando un uomo diventa uno scrittore e quindiun intellettuale, fatto è che un determinato evento della vita mette in luce questa qualità e la esalta, la fa parlare. Un intellettuale ( visto che la parola viene da intelletto) può trarre la propria origine da molte situazioni e non significa essere tout court un uomo di lettere. Nelcasodi Levi comunque la produzione letteraria fu di tutto rispetto. Ti consiglio vivamente di leggere Se questo è un uomo. Ciao Mau
  • mauri huis il 13/04/2012 10:18
    Grazie per avermi ricordato quest'uomo di cui colpevolmente non ho letto ancora nulla e rimedierò quanto prima. Da quanto ho sommariamente letto della sua biografia non appare però la figura di un intellettuale tout court, ma quello di chi lo è diventato provenendo dal mondo del lavoro vero dopo un'esperienza terribile e universale come quella della deportazione ad Auschwitz. Questo ai miei occhi occhi non ne diminuisce il valore, ma lo aumenta. Se potrò magari parteciperò alla commemorazione e magari avendo già colmato questa mia lacuna. Grazie mille Teresa- A presto.
  • senzamaninbicicletta il 12/04/2012 16:54
    si hai ragione in quasi tutto ciò che hai detto tranne per il fatto che volessi fare polemica, non ne avevo l'intenzione, ma mi accorgo che può sembrare così un saluto
  • mariateresa morry il 12/04/2012 14:18
    Caro Senza, possibile che non si possa fare riferimento ad una persona, ad uno scrittore, in un preciso momento quale la ricorrenza della sua scomparsa, senza dover tirare in campo altri? Volevo parlare di Primo Levi e ricordare molto sommariamente chi fu. So benissimo che ci sono state altre voci libere assieme alla sua, quale il citato PAsolini ( scritti corsari, lettere luterane etc.) ed anzi, a differenza di te che sei anche molto più giovane di me, io me li ricordo i dibattiti con Pasolini e Moravia in TV bianco e nero. Non mi sogno minimamente di offuscare il ricordo di altre grandi voci libere, di tempi passati. Tant'è - e te lo sottolineo - che anche tu parli al passato, di queste voci, perchè OGGI in italia non ci sono più intellettuali di quel calibro. Quindi siceramente, non so dove io abbia mancato nel voler commemorare questo scrittore, e solo lui, visto che di lui si tratta in data 11 aprile. A novembre prossimo, mese in cui cade l'anniversario della morte di PPP, scriverò di PPP.
    Non capisco davvero questa polemica fine a se stessa, quasi io non conoscessi bene la storia di un'Italia in cui io ero già liceale e tu, credo, un bimbo.
    Sai poi che vantaggio, come tu lo chiami, essere stati ad un pelo dalla morte per gas, in nome di una follìa degenerata? Ma non vado oltre, perchè ho messo un post per ricordare Levi e non altro.
  • gabriella zafferoni sala il 12/04/2012 12:48
    concordo con "senzamaninbicicletta".
    penso anche, nello spirito poetico, che sia il poeta stesso stimolo intellettuale e spirituale ad anticipare una "rivoluzione" o evoluzione estetica e perciò politico-sociale
  • Ellebi il 12/04/2012 11:38
    Sono stato e sono ancora un lettore di Levi e perciò mi associo a te in questo ricordo. Aggiungo, in questa occasione, che dopo più di 60 anni dai fatti mirabilmente narrati da Levi, non c'è ancora un vero "cessato pericolo" per gli ebrei nella civile e cristiana Europa, e nella stessa Europa, è sempre più preoccupante l'antisemitismo camuffato da antiisraelismo. Saluti.

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