È enormemente più semplice il mestiere del critico piuttosto che quello di artista, nel creare e' sempre presente una sorta di imperfezione che lascia spazio ad un passo successivo che dirigerà non si sa bene dove, nella critica che è secca e bloccata c'è come una sorta di definizione assoluta, il guaio è che la vita non è così ed il critico si frega con le sue mani mentre l'artista ha fra le sue infinite variabili anche quella di impazzire.