Arriva un momento in cui la poesia scompare dalla nostra vita. Dentro la testa rimane un miscuglio indecifrabile di cose di cui nessuno è disposto a riconoscerne un qualche misero valore. Quello è il ritorno al brodo primordiale dell'io.
La balla del "brodo primordiale" ha infestato i due secoli che hanno preceduto questo. Secondo me, che sbaglio di rado, l'umanità è nata da un pasticcio, altro che brodo...
Anonimo il 24/01/2014 22:29
Originale aforisma fa molto riflettere complimenti!!
Vincenzo caro il grande Rimbaud ci regalo' quelle perle della Stagione all'inferno e le Illuminazioni poi abbandono' la poesia e aveva solo 19 anni. Leopardi invece ci ricorda quanto il cuore si spaventi di fronte all'immensita' della poesia. Questo per dirti che quando Poesia sembra non servirsi di noi, lasciandoci vuoti come fantocci, l'unica medicina e' rituffarsi nei libri per trovare conforto nei grandi maestri. Coraggio Vincent... ciao
Anonimo il 21/01/2014 18:02
Il brodo primordiale si arricchiesce in continuazione, fino a divenire brodo cosmico... ottimo per minestre poetiche sempre nuove!
ed è una cosa buona o cattiva... spiega! È una cosa interessante!
Anonimo il 21/01/2014 09:38
La poesia non aiuta, come tutte le cose false, se la banalizziamo. La vera poesia sgorga solo dalla profondità di noi stessi, ed allora sempre qualcosa di veramente importante insegna. Altra cosa che mai aiuta, Vincenzo, è l'avvilimento: ci priva di magnifiche forze di riserva. Vera
Grazie a tutti per il vostro pensiero... rispondo a friv: è una cosa cattiva perché l'io ritorna nell'indistinto ed è una cosa buona perché come sottolinea Vincenzo Cap, l'indistinto rappresenta l'origine di tutto e quindi anche della poesia... per cui nuove idee potrebbero formarsi, nuove relazioni e associazioni.
Anonimo il 21/01/2014 09:54
La poesia è inebrio dell'anima che irroga il cuore